Cooperazione museale. Partnership che poggiano su teatro, musica e mostre per incentivare apertura e dialogo. La cultura tra Italia e Balcani, panorama delle relazioni avviate nel corso degli ultimi anni

02/08/2006 -  Anonymous User

Di Nathalie Migeotte

Molti concordano sul ruolo di essenziale sostegno che la cooperazione culturale offre ai processi di democratizzazione e riconciliazione. Oltre alle dichiarazioni teoriche, c'è però un investimento concreto in attività di cooperazione decentrata culturale tra Italia e sud-est Europa? L'articolo che segue tenta di rispondere a questa domanda, sottolineando alcuni processi che, partendo dalle due sponde dell'Adriatico, dimostrano l'esistenza di un impegno in tale ambito.

Cooperazione museale

Bosnia Erzegovina, luglio 2004: una conferenza riunisce a Mostar i ministri della Cultura dell'Italia e di tutti i paesi beneficiari del Patto di Stabilità per il sud-est Europa. Dall'evento nasce un processo di cooperazione culturale nella regione adriatica, con l'intenzione di fare del patrimonio artistico comune uno strumento di sviluppo umano, sociale ed economico. A seguito dell'evento, nel 2005, la Regione Veneto e l'UNESCO organizzano una seconda riunione per discutere dell'argomento Cultural Heritage: a bridge towards a shared future. Obiettivo della conferenza è la promozione del sistema museale del sud-est Europa, per mezzo di attività di cooperazione decentrata internazionale. Parallelamente alla conferenza, su proposta delle Regioni italiane, nasce un progetto pilota a sostegno dei musei dell'Adriatico. In un primo tempo le attività previste dal progetto si concentreranno sui musei di Belgrado, Skopje e Sarajevo. Saranno realizzate azioni di formazione in loco e/o in Italia sui temi della conservazione, valorizzazione, fruizione pubblica e promozione del patrimonio culturale.

L'avviamento del progetto MUSA-NET Rete permanente dei musei adriatici è un altro passo da segnalare nei percorsi di valorizzazione del patrimonio culturale comune. Nella cornice del programma INTERREG IIIA, l'iniziativa coinvolge partner italiani della Regione Marche nonché partner provenienti da Croazia, Albania, Bosnia Erzegovina, Serbia e Montenegro. Lo scopo del progetto è la promozione di una rete permanente di operatori del mondo della cultura.

Infine, non privo d'interesse è il cosiddetto progetto ARS AEVI , che mira alla creazione di un Centro Interculturale e di un Museo di Arte Contemporanea Mondiale a Sarajevo. Partecipano al progetto istituzioni artistiche e culturali, nonché amministrazioni locali, intellettuali ed artisti del mondo intero. Nel 1999, il primo nucleo della collezione è reso accessibile al pubblico. Successivamente, l'architetto italiano Renzo Piano accetta di progettare le strutture del Centro e, nel 2002, si compie il primo passo concreto verso la creazione del Centro con l'edificazione del Ponte Ars Aevi sul fiume Miljacka. Ulteriori azioni sono già previste per gli anni seguenti, come lo sviluppo della collezione Ars Aevi, l'organizzazione di mostre con la partecipazione di artisti europei, o la realizzazione di mostre temporanee all'estero. Partner del progetto sono alcuni soggetti nazionali come il ministero degli Affari Esteri di Bosnia, il Cantone di Sarajevo o la Federazione di Bosnia Erzegovina, ma anche soggetti esterni, tra i quali la Regione Toscana, i Comuni di Firenze, Milano e Roma, la Lega Cooperative di Roma, il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, l'Associazione ARCI e l'Associazione Ars Aevi Italia.

Cooperazione culturale e teatro

Notevole in questo ambito è il ruolo svolto dalla Fondazione Emilia Romagna Teatro (ERT) , che ha stabilito per il periodo 2004-2006 un programma completo di azioni di cooperazione culturale con l'Albania e la Serbia. L'ERT non si limita ad esportare i modi e le relazioni di una normale tournée, ma coinvolge gli artisti chiedendo loro di lavorare sulla base di un confronto interculturale.

In Albania, le relazioni tra l'ERT e la città di Scutari risalgono all'anno 2000, quando la Regione Emilia-Romagna incaricò la Fondazione di collaborare alla riapertura del Teatro Mijeni, sia dal punto di vista strutturale che organizzativo e artistico. Il libro Sipario sull'Albania raccoglie le esperienze realizzate da ERT Fondazione in Albania dal 2001 al 2004 e descrive un percorso mirato alla realizzazione di spettacoli non solo nei teatri locali, ma anche in altri luoghi, comprese le periferie e luoghi dell'emarginazione (orfanotrofi, centri Charitas, ecc). Sempre in Albania, l'Emilia Romagna Teatro ha realizzato diversi spettacoli e laboratori nelle città di Korcia, Elbasan e Tirana, come ad esempio Circus Colombazzi, Benji, Il Signor Rossi contro l'impero del male, o il laboratorio Comicità e commedia dell'arte). Oltre a ciò, la fondazione è attiva nell'ambito dell'educazione culturale. Nel 2004-2005, in partenariato con la Regione Emilia-Romagna, la città di Elbasan e la Regione di Shkoder/Scutari, l'ERT ha avviato un progetto di formazione sul management per la gestione delle attività culturali , con particolare riferimento al teatro. Un altro esempio di cooperazione educativa in materia teatrale è rappresentato dal corso di aggiornamento e formazione per operatori teatrali albanesi che si è svolto a Modena nel marzo 2006.

In Serbia, a Belgrado e Zemum, la fondazione ERT ha organizzato rappresentazioni, spettacoli di strada ( Fiesta), laboratori di formazione, incontri/dibattiti ( Il teatro come testimonianza di impegno civile) e mostre ( Oggetti teatrali di Antonio Panzuto). Inoltre, è stato accolto in Italia lo spettacolo Principessa biricchina della compagnia "La Lumaca", una delle compagnie più importanti del Teatro Ragazzi di Belgrado. A testimonianza di una cooperazione culturale prolungata e non occasionale, disposta ad investire in attività di formazione in cui non si esportino modelli ma si condividano esperienze comuni, va altresì segnalata la rappresentazione dello spettacolo Le ultime lune di Furio Bordon presso il Teatro Joakim Vujic di Kragujevac nel giugno 2006. Ha infatti partecipato alla realizzazione dello spettacolo lo staff del teatro locale, con l'appoggio dell'ERT.

Musica e cooperazione col sud-est Europa

Diversi eventi musicali italiani si stanno allargando verso est con lo scopo di creare ponti tra culture e aprire nuovi dialoghi tra artisti e pubblico. Molto interessante è l'apertura delle Balcanic Windows nell'Umbria Jazz festival a partire dal 2005. Le "Finestre Balcaniche" sono state create con l'idea di contribuire alla diffusione di una cultura multietnica nel sud-est Europa. Oltre a ciò, l'organizzazione di concerti a Belgrado e Novi Sad ha incentivato l'avvio di partnership culturali tra la Regione Umbria, le istituzioni serbe ed italiane che producono e promuovono cultura e il mondo accademico.

Un altro evento musicale di rilievo è il Festival Nei Suoni dei Luoghi che ha luogo nella Regione Friuli Venezia Giulia e in sei paesi dell'Europa centro-orientale (Albania, Austria, Bosnia e Erzegovina, Croazia, Serbia e Slovenia). Musica classica, etnica e jazz divengono uno strumento di coesione e cooperazione tra i popoli, attraverso un programma costituito nel 2006 da ben 80 concerti e che ha coinvolto più di 500 musicisti in rappresentanza di 14 nazioni. Nato nel 1999 nella provincia di Gorizia, nel corso degli anni il Festival è cresciuto in maniera esponenziale, operando nel 2004 il definitivo salto di qualità grazie alla partnership con la Regione ed il conseguente inserimento nel programma comunitario Interreg IIIC che ha portato "Nei Suoni dei Luoghi" fino ai Balcani.

Cooperazione culturale e mostre

Negli ultimi anni, in Italia e nei Balcani, numerose sono state le mostre che hanno avuto alla base attività di cooperazione culturale internazionale. Possiamo citare a esempio le mostre (presentazione di 25 opere grafiche elaborate attraverso la tecnica dell'incisione e firmate da giovani artisti provenienti da Bosnia-Erzegovina e Serbia), (una mostra che intendeva informare sui progressi fatti dai Balcani di oggi), (un percorso dagli anni '60 agli anni '80 in Jugoslavia attraverso la presentazione di oggetti della vita quotidiana), Passaggi a Sud Est. Sguardi di artiste tra storie, memorie, attraversamenti (viaggio compiuto da otto donne con la loro arte, con le loro diverse identità, dalla Polonia alla Turchia), o ancora Fragmented City (mostra dove l'artista Marjetica Potrc faceva emergere grazie alle sue opere le contraddizioni legate allo sviluppo urbano).

Rappresentativa delle attività di cooperazione basate su scambi culturali reciproci, la mostra allestita nel 2005 alla Pinacoteca Nazionale di Bologna Da Carpaccio a Canaletto, tesori d'arte italiana dal Museo Nazionale di Belgrado ha dato la possibilità di ammirare oltre cinquanta capolavori di maestri italiani conservati a Belgrado. Le opere, databili tra il Trecento e l'Ottocento ed esposte per la prima volta in Italia, erano firmate da maestri come Carpaccio, Tintoretto, Canaletto, ecc.

Infine, passando stavolta ad un'esibizione con sede nei Balcani, va segnalata la mostra del pittore Dragan Culic allestita a Sarajevo nel 2005. L'evento, sponsorizzato dalla Regione Marche, ha permesso di scoprire molte delle opere che gli anconetani avevano già potuto apprezzare nell'esposizione alla Mole Vanvitelliana. E' stata arricchita inoltre da pezzi realizzati da Culic appositamente per Sarajevo, la sua città, dalla quale i fatti della guerra lo avevano allontanato nel '95 e nella quale tornava ad esporre dopo 10 anni.

Conclusione

Il presente panorama sulle attività di cooperazione culturale e museale tra Italia e sud-est Europa descrive solo alcune delle iniziative realizzate nel corso degli ultimi anni. Non è esaustivo, molto altro è stato fatto.

Risulta comunque evidente l'avvio, seppur recente, di processi di cooperazione culturale nella regione adriatica. Grazie al dinamismo, tra gli altri, delle Regioni ed Enti Locali, sono state gettate le fondamenta per la costruzione di un vero spazio di cooperazione culturale nell'area.

Siti web da consultare per eventuali approfondimenti:

Love Difference
Policiesforculture
Musei Online
Eurocult
Fonti di finanziamento per la cooperazione culturale internazionale con il sud-est Europa