Beslan, la scuola numero 1

I lavoratori di una fabbrica di Beslan scrivono a Putin per denunciare gli abusi delle autorità. Siamo sopravvissuti ai terroristi, non sopravviveremo ai funzionari corrotti. Lettera aperta

08/06/2007 -  Anonymous User

Da: Novye Izvestija, 29 maggio 2007 (Titolo originale: "Scandalo a Beslan")
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Irene Dioli

Appello dei lavoratori della "FAJUR-Sojuz" al presidente della Federazione Russa V.V. Putin, al procuratore generale della Federazione Russa J.J. Čajka e al ministro degli Interni R.G. Nurgaliev

Si appellano a voi gli abitanti della tormentata città di Beslan, i lavoratori della fabbrica "FAJUR-Sojuz", conosciuta in patria e all'estero. A costringerci a questo passo nella ricerca della verità e della giustizia sono le circostanze estreme che affliggono la nostra città. La nostra fabbrica cittadina fu costruita sette anni fa e dotata delle più moderne attrezzature; dal giorno della fondazione ad oggi, la dirigenza della "FAJUR-Sojuz" ha sempre fatto molto per la nostra città ed i suoi abitanti. La fabbrica funziona secondo le moderne regole del mercato, paga regolarmente le tasse ed è un modello di impresa socialmente responsabile.

Nei giorni dei tragici fatti del 2004, quando la nostra città divenne nota a tutto il mondo, la "FAJUR-Sojuz" fu tra i primi a portare aiuto alle vittime. La scuola "1" si trova a 300 metri dalla nostra fabbrica, e molti dei nostri figli andavano lì... Nei giorni bui dell'attentato il sostegno del collettivo di fabbrica diede forza sia a noi, gli operai i cui cari erano tenuti in ostaggio, che a tutti gli abitanti.

Ricordiamo bene che cos'è il terrorismo, e conosciamo il prezzo di questa parola. Ma non esitiamo a definire tale le azioni di funzionari vili e disonesti contro la nostra fabbrica. Questo è un terrorismo che si nasconde sotto sorrisi ambigui, ma ciò non cambia la sua sostanza predatrice.

Il flagello della Russia contemporanea è la corruzione. Proprio a causa della connivenza degli ufficiali corrotti sono stati possibili gli attentati a Beslan e Mosca, proprio i funzionari disonesti non permettono alla Russia di svilupparsi e progredire.

Sappiamo bene il perché di tutto questo, ne parla l'intera città. Poiché nella nostra fabbrica operano i più moderni sistemi automatizzati per il controllo della quantità e qualità della produzione, non restano scappatoie per il flusso di tangenti. Questo significa che alla burocrazia corrotta vengono a mancare entrate multimilionarie, il che non sta bene alle "istanze di controllo" della regione: le tasse vanno tutte a finire nelle casse dello Stato, e non nelle tasche dei funzionari!

I rappresentanti degli organi tributari federali e del Ministero degli Interni hanno dichiarato una vera e propria guerra alla "FAJUR-Sojuz", la cui dirigenza si ostina a non raccogliere i loro «inviti» diretti e indiretti. In fabbrica fioccano costantemente decine di commissioni di controllo, che non rilevano alcuna effettiva irregolarità, ma sfruttano ogni minimo pretesto per paralizzare il lavoro della fabbrica. Meritano un riconoscimento i dirigenti della procura di recente nomina, che hanno cominciato a perseguire con decisione simili abusi da parte dei funzionari corrotti e loro subordinati.

Questi problemi andrebbero risolti in tribunale, dove peraltro l'impresa vince invariabilmente tutti i contenziosi giuridici. Tuttavia, il 17 maggio 2007, la "FAJUR-Sojuz" ha presentato al procuratore della repubblica una dichiarazione ufficiale in cui si descrivono dettagliatamente le condizioni in cui si trova costretta a lavorare l'impresa che rispetta le leggi: «Il cancro della corruzione di stampo siciliano, il "familismo", divora anche l'Ossezia del Nord. Il ministero degli Interni, nella persona del vice-ministro E.V. Marzaev, in collusione con gli organi tributari federali nella persona di suo fratello A.V. Marzaev, capo del reparto di controllo, e del dirigente А.С. Bulazev, esercitando pressioni sulla procura, ha falsificato i materiali relativi ai controlli tributari e sollevato accuse palesemente infondate contro la dirigenza della "FAJUR-Sojuz", allo scopo di ostacolare la legittima attività dell'impresa e costringere i suoi dirigenti e azionisti a modalità di comunicazione "informali"». La dichiarazione afferma inoltre che «la dirigenza degli organi tributari ha cercato di estorcere alla dirigenza della fabbrica una tangente di un milione di dollari». La dirigenza dell'impresa non ha ancora ricevuto risposta.

La dirigenza si è rivolta a giuristi indipendenti, che hanno studiato attentamente la sostanza delle pretese avanzate alla fabbrica e le hanno univocamente dichiarate infondate. Tuttavia, a causa di queste interferenze, un'impresa che si stava sviluppando con successo e portava avanti un'attività socialmente responsabile, non a parole ma nei fatti, si trova costantemente sotto minaccia di sospensione, mentre i lavoratori rischiano il licenziamento.

Oggi la crisi continua ad avanzare. Oltre 500 operai della "FAJUR-Sojuz" si sono raccolti di propria iniziativa per manifestare la propria posizione sugli abusi della burocrazia. Oltre agli slogan («Lasciateci lavorare in pace!», «Abbasso la corruzione!», e così via), sono risuonati inviti alle dimissioni per il dirigente degli organi tributari А.С. Bulazev e i fratelli Marzaev. I partecipanti al raduno hanno garantito in pieno l'ordine pubblico, ma alcuni rappresentanti del ministero degli Interni hanno reagito in modo a dir poco inadeguato. Non possiamo che stupirci di tali reazioni di fronte ad una pacifica azione di protesta.

Oggi nella fabbrica lavorano 626 persone, di cui 301 sposate e 122 madri sole; i lavoratori hanno in tutto 315 figli, di cui 251 minorenni; 228 hanno genitori anziani a carico. Molti, in osservanza alle tradizioni di solidarietà del Caucaso settentrionale, mantengono numerosi parenti. Dal lavoro stabile della "FAJUR-Sojuz" dipende la vita di una significativa parte della popolazione della nostra città.

Se l'impresa interromperà la propria attività a causa degli abusi dei funzionari regionali, tutte queste persone rimarranno senza mezzi di sussistenza, e le casse statali saranno private di considerevoli entrate tributarie. Questo è crudele e ingiusto. Siamo sopravvissuti ad una terribile tragedia, ma certo questo poco importa ai vampiri della burocrazia.

Vi preghiamo di intervenire con urgenza per fermare l'illegalità e la corruzione. Non permettete a funzionari senza onore né coscienza di portare a termine quello che i terroristi non sono riusciti a fare! Abbiamo perso parenti e amici, figli e nipoti. Ora ci vogliono privare dell'ultima cosa che ci resta, il lavoro. Vi preghiamo di considerare questo appello una dichiarazione ufficiale al procuratore generale della Federazione Russa.

Con profondo rispetto, i lavoratori della "FAJUR-Sojuz"

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