Dopo anni di scuole divise per nazionalità, studenti da tutto il mondo e da tutta la Bosnia Erzegovina siederanno nella stessa classe a Mostar. Per studiare e per imparare a convivere e a rispettare l'altro
Di Caterina Brandmayr per Osservatorio sui Balcani
Quest'anno scolastico è iniziato in un modo finalmente nuovo per Mostar, con un programma che sembra destinato a portare sviluppi decisivi, capaci forse di sbloccare la difficile integrazione tra le diverse comunità della regione.
Grazie alla cooperazione dei Collegi del Mondo Unito (UWC ) e dell'Organizzazione Baccalaureato Internazionale (IBO ), 100 studenti selezionati per merito in tutta la Bosnia Erzegovina, nel sud-est Europa e nel resto del mondo cominceranno una nuova esperienza in cui si troveranno a studiare, lavorare e crescere insieme.
Con più di 40 anni d'esperienza, l'Organizzazione dei Collegi del Mondo Unito ha ricoperto un ruolo fondamentale nel promuovere l'educazione secondaria per gruppi di studenti multiculturali, spesso provenienti da comunità in conflitto tra loro. Il primo Collegio fu fondato nel 1962 in Galles, in risposta alle tensioni della guerra fredda. Il numero dei collegi è cresciuto col tempo, e oggi sono 10, in varie zone del mondo, a cui si aggiunge il nuovo Collegio di Mostar.
Il programma insegnato rientra nel curriculum proposto dall'IBO, e garantisce un alto livello di formazione nel pieno rispetto dell'identità nazionale e culturale, anche grazie all'insegnamento delle rispettive lingue madri. Il programma si sviluppa nel corso di due anni, e integra la formazione scolastica con attività volte ad una crescita più completa della persona, come il volontariato, attività artistiche e di responsabilizzazione. Questo dovrebbe inoltre stimolare gli studenti ad essere più coinvolti nella comunità locale per poi proporre e condividere le stesse esperienze in nuovi contesti.
L'iniziativa in Bosnia Erzegovina nasce dal desiderio di rimarginare le profonde ferite della guerra dello scorso decennio, in particolar modo il difficile problema dell'integrazione anche tra le nuove generazioni. L'Accordo di Dayton, che nel novembre 1995 pose fine alla tragica guerra bosniaca, non fa riferimento ad alcun provvedimento riguardante la sfera della formazione. Di conseguenza, questa componente fondamentale per gli equilibri di ogni società civile è stata trascurata, rimanendo sostanzialmente divisa. Dieci anni dopo la fine della guerra, ci sono problemi di segregazione nelle scuole, mancano gli strumenti per una valutazione oggettiva degli studenti, l'intero sistema educativo è sprofondato nell'apatia in mancanza di riforme efficaci.
La cooperazione di queste due organizzazioni internazionali vuole dunque far sì che, per la prima volta dall'inizio della guerra, studenti rappresentanti tutte le comunità presenti in Bosnia siedano nella stessa classe, con la speranza che queste siano le basi per rimarginare le ferite del conflitto.
Si è scelta la città di Mostar perché fin dalla guerra negli anni '90 ha rappresentato una vera e propria sfida alla riconciliazione nel paese. Il Liceo di Mostar è sempre stato una scuola molto prestigiosa, noto per l'eccellente livello di formazione dei suoi studenti a prescindere dall'appartenenza etnica. Costruito sulla via principale della città, la scuola divenne scenario di scontri e rimase molto danneggiata nelle fasi del conflitto; tuttavia ha conservato il proprio valore simbolico. Al momento si insegnano due diversi curricula nazionali secondo il sistema scolastico in vigore dalla guerra, mentre una parte dell'edificio è stata concessa come sede del nuovo Collegio.
Gli insegnanti provengono sia dalla Bosnia Erzegovina, ma anche dall'estero già con esperienza nell'insegnamento del programma del Baccalaureato Internazionale.
In aggiunta, è stato istituito un centro per la formazione professionale degli insegnanti locali, basato sull'esperienza delle due organizzazioni promotrici: i primi seminari sull'insegnamento delle scienze sperimentali e delle lingue madri si sono tenuti nel maggio 2006. Altre istituzioni coinvolte nell'iniziativa sono il Liceo di Sarajevo, il Liceo Banja Luka e alcune scuole interessate all'insegnamento programma del Baccalaureato Internazionale.
La speranza è che il Collegio offra un modello convincente per una più ampia riforma scolastica nel paese, e che possa contribuire al dialogo interculturale necessario per la stabilità della regione.