Il conflitto fra Georgia e Russia ha riportato l'attenzione dell'opinione pubblica italiana sulla poco conosciuta area caucasica. Lontano dai riflettori operano diverse associazioni che hanno dato vita a numerose iniziative di sostegno alle vittime della guerra
La notizia dello scoppio del conflitto in Georgia e il successivo intervento russo in appoggio all'Ossezia del Sud ha profondamente amareggiato quanti seguono le vicende caucasiche anche quando si svolgono lontano dai riflettori. La Cecenia è diventata famosa per i due conflitti del 1994-1996 e del 2000, ufficialmente concluso. Nel 2004 il mondo ha scoperto Beslan e l'Ossezia del Nord, in seguito al sanguinoso attentato terroristico della scuola n. 1. e il nome della Kabardino-Balkaria è legato agli scontri di Nal'chik fra guerriglieri islamisti e forze federali, nel 2005. L'Inguscezia, piccola repubblica nordcaucasica schiacciata fra Cecenia e Ossezia del Nord è più sfortunata: nonostante un violento conflitto esploso nel 1992 con l'Ossezia del Nord per il distretto del Prigorodnyj Rajon e la forte situazione di instabilità e violenza che da circa un anno e mezzo la devasta, non ha ancora meritato l'attenzione della stampa e della comunità internazionale. Cosa ancora dovrà succedere, perché ci si accorga della sua esistenza? Il quadro dei conflitti caucasici irrisolti include anche le ostilità fra armeni e azeri per il Nagorno-Karabakh, e infine quello separatista fra Abkhazia e Georgia, che in questi giorni sembra essersi avviato ad una svolta, dopo il riconoscimento dell'Abkhazia da parte della Russia.
Sono in pochi, in Italia, a potersi vantare di non aver dovuto attendere l'ennesimo conflitto per riuscire a collocare geograficamente le repubbliche caucasiche. Associazioni attive da tempo nella regione o sulla regione, che lavorano senza troppo clamore con buoni risultati, considerato l'alto livello di conflittualità della zona. Persone che hanno accolto con profonda angoscia gli eventi dell'8 agosto. Persone che al Caucaso dedicano tempo ed energia, cercando di portare un po' di pace. Persone, che si mettono a disposizione di chiunque ne abbia bisogno, a partire dal ministero degli Esteri italiano.
Rondine Cittadella della Pace
Lo Studentato Internazionale Rondine Cittadella della Pace è nato ed è stato costruito intorno agli studenti caucasici. Ceceni, per la precisione, insieme a russi. A tavola col nemico è il motto di Rondine. In seguito sono arrivati ingusci, georgiani e abkhazi. Nel 2007 Rondine ha accolto il primo studente dell'Ossezia del nord.
Il Presidente dell'Associazione Rondine è stato uno dei primi a rivolgersi al ministro degli Esteri Frattini con una lettera aperta di cui riportiamo uno stralcio: "L'antica amicizia che esiste tra Rondine e i popoli del Caucaso, frutto di un'intensa collaborazione a vari livelli, rende questo nuovo conflitto particolarmente doloroso. I giovani presenti alla Cittadella e quelli che già sono tornati nei propri paesi hanno costituito in queste ore una sorta di piccola unità di crisi per seguire gli sviluppi della situazione con informazioni dirette provenienti dalle varie parti... l'Associazione Rondine ha già stabilito contatti con tutti gli amici e partner caucasici, specialmente in Georgia, Abkhazia, Ossezia, Inguscezia e in altre regioni del sud della Federazione Russa.... intendo offrire immediatamente la mia personale disponibilità e quella dell'intera struttura dell'Associazione per qualsiasi azione che Ella ritenesse opportuna e che vedesse l'utilità della nostra collaborazione".
Mondo in Cammino
Anche l'Associazione Mondo in Cammino, grazie alle competenze acquisite negli ultimi 3 anni lavorando con Cecenia, Inguscezia e Ossezia del Nord, è stata la prima ad attivarsi concretamente per portare sollievo a quelle che sono le vere vittime del conflitto: i profughi, i civili, che sia da una parte sia dall'altra del confine - ovunque esso si trovi al momento - hanno dovuto lasciare le loro case (quelle che erano rimaste in piedi) e avviarsi in una situazione di incertezza che potrebbe durare anche per anni.
Il Presidente Massimo Bonfatti era appena rientrato da una missione nel Caucaso settentrionale, quando quello meridionale ha preso fuoco: "Una settimana prima che scoppiasse il conflitto osseto/georgiano, eravamo in Ossezia Settentrionale nei campi profughi degli osseti del sud. Profughi sfuggiti al primo conflitto dopo il dissolvimento dell'URSS; profughi che vivono in questa costante provvisorietà da ormai 19 anni; profughi senza diritto ad una casa ed a un lavoro (benché provvisorio) rispetto ai loro 'fratelli' russi e del Nord; profughi 'negati' e tenuti nascosti (in Ossezia del Nord sono più di centomila); profughi a cui si sono aggiunti (esasperandone le già drammatiche condizioni di vita) quelli dell'attuale conflitto osseto/georgiano; profughi verso cui sarà più difficile prestare aiuto rispetto a quelli di Gori; persone, che a differenza di quelle georgiane, trasformeranno il loro status di sfollati in quello di profughi permanenti... non distogliamo gli occhi dalla Georgia e le giuste attenzioni umanitarie e politiche verso i suoi sfollati e profughi, ma non abbassiamo la guardia verso il dramma delle popolazioni in Ossezia del Sud e del Nord, con la consapevolezza che un ruolo attivo di presenza in quei territori (anche se e con difficoltà, dovesse essere limitato solamente a quello umanitario) ha un grande significato di testimonianza e di ingerenza propositiva verso strategie che tendano, progressivamente, all'utilizzo del dialogo e della negoziazione nella ricomposizione dei conflitti: non solo a livello di politiche governative, ma anche al livello delle relazioni umane fra le stesse popolazioni presenti nell'area caucasica". Mondo in Cammino, che dispone di contatti logistici ed organizzativi in loco, ha organizzato la sottoscrizione di fondi "Emergenza Umanitaria Caucaso" per intervenire direttamente a favore dei profughi.
Aiutateci a salvare i bambini Onlus
Anche l'associazione trentina Aiutateci a salvare i bambini Onlus, con sede a Rovereto, ha attivato una raccolta fondi per intervenire a favore dei profughi osseti. E' attiva in Caucaso, in Ossezia del Nord, dal 2004, ovvero dopo l'attentato a Beslan. L'associazione ha prestato supporto psicologico e accoglienza ai cittadini di Beslan. "Sono ormai oltre 40mila gli sfollati che hanno chiesto solidarietà all'Ossezia del Nord che ha aperto scuole, strutture di accoglienza, case private e quant'altro possa accogliere le donne, i bambini e gli anziani vittime della violenza della guerra.
Fra costoro vi sono anche i molti bambini e donne che avevano già lasciato la loro terra nelle scorse settimane quando, a seguito della chiusura degli acquedotti da parte delle forze georgiane e ai bombardamenti, la situazione si era resa drammatica e i più deboli erano partiti per trovare rifugio nella sorella repubblica del nord".
Caritas
La Caritas italiana invita a mantenere uno stretto contatto con Caritas Georgia, al fine di agevolare la raccolta di fondi per soccorrere gli sfollati, organizzando una colletta nazionale per il Caucaso. L'impegno nasce come risposta diretta all'appello del Santo Padre perché siano "alleviati con generosità i gravi disagi dei profughi, soprattutto delle donne e dei bambini, che mancano perfino del necessario per sopravvivere". Oltre a mobilitarsi per la raccolta di fondi, la C.E.I. e la Caritas hanno promosso due giornate di preghiera per la pace e la solidarietà nel Caucaso, il 24 e il 31 di agosto.
Annaviva
Di taglio differente l'iniziativa intrapresa dall'Associazione Annaviva. La sera del 15 agosto, in Piazza della Scala a Milano, Annaviva ha organizzato una manifestazione per la pace in Georgia. L'iniziativa ha avuto luogo contemporaneamente in tutta Europa. Nonostante fosse ferragosto, diverse decine di persone hanno presenziato: "alla manifestazione organizzata da Annaviva (in collaborazione con Articolo21) hanno partecipato anche esponenti del Partito socialista, del Partito radicale, del Partito democratico e della Sinistra democratica. Al presidio erano presenti anche molte donne e uomini della diaspora georgiana". La comunità georgiana di Milano ha organizzato un presidio di fronte a Palazzo Marino anche il giorno successivo, presidio a cui ha aderito anche Annaviva.
Visitgeorgia
Francesco Annis è uno degli italiani che si trovavano in Georgia allo scoppio delle ostilità. Tramite il sito www.visitgeorgia.it promuove turismo outdoor in Georgia: "la guerra, per noi, ha fatto la sua comparsa venerdì 7 agosto, mentre eravamo vicino a Gori per visitare le rovine di Uplistsikhe con i nostri ospiti. Ospiti di una famiglia georgiana mangiavamo kachapuri e sorseggiavamo del vino seduti a un tavolo prontamente apparecchiato per noi in un orto. Abbiamo visto i carri armati e le ambulanze dirigersi verso la frontiera per rinforzare le linee di difesa... alla pace abbiamo brindato, in piedi attorno a quel tavolo". Il team di Visitgeorgia annuncia: "Prossimamente presenteremo un'iniziativa per aiutare l'associazione italo-georgiana Scudo di San Giorgio a portare sollievo agli sfollati".
Libera Internazionale
Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie ha promosso una missione internazionale umanitaria in Georgia. Attraverso il network Flare, rete internazionale di organizzazioni della società civile promossa da Libera, rappresentanti delle Ong russe, georgiane e ucraine hanno visitato il territorio colpito dal conflitto, e incontrato i profughi georgiani e osseti.
La delegazione ha incontrato a Gori anche i rappresentanti del Parlamento Europeo. La missione si è svolta dal 25 al 27 di agosto ed è stata guidata da Michele Curto, Presidente di Flare. "Un tentativo che parte dal basso, dai giovani della società civile e che vuole essere anche un messaggio rivolto alla politica internazionale per mettere in atto tutti gli strumenti per porre fine al conflitto" riporta Tonio Dell'Olio, responsabile di Libera.
Partito Radicale
Gli esponenti del Partito Radicale hanno sempre fatto il possibile per tenere alta l'attenzione della politica e dell'opinione pubblica sulla Cecenia e sul Caucaso. A Bruxelles, a una decina di giorni dal conflitto, il 20 agosto, nella Sala Stampa del Parlamento Europeo dedicata ad Anna Politkovskaja, ha avuto luogo la conferenza stampa "La pace per il Caucaso è possibile?" del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito per presentare i vari focolai nella regione trans-caucasica. L'occasione è servita per presentare il rapporto "Caucasian Concern" stilato da "Unpresented Nations and People Organization". Hanno partecipato Marco Pannella, Marco Cappato e Marco Perduca.
Naturalmente l'elenco delle iniziative di solidarietà qui presentato non è esaustivo. Le associazioni che già erano attive sul Caucaso hanno potuto mobilitarsi per prime possedendo conoscenze, competenze e contatti. Al momento ci sono altri enti che desiderano muoversi, conoscere di più per poter agire a favore delle popolazioni colpite dalla guerra. Mancano ancora i momenti di riflessione, tavole rotonde e conferenze a cui partecipare per ascoltare le diverse interpretazioni e letture degli eventi di questo agosto, i racconti dei testimoni oculari e poter così trarre le proprie valutazioni e considerazioni.