Dmitri Ivanov - Ragazzo che suona il duduk

Il duduk è un tradizionale strumento musicale armeno. Il suo suono racconta del pianto di antiche genti e della gioia di bambini, di scontri nelle battaglie e di danze nuziali

24/04/2008 -  Kristine Gasparyan Yerevan

"Sonorità propria della voce umana", "evocativo", "espressività estrema dalla dolcezza alla sofferenza", "non un gioco, piuttosto una preghiera", "il solo strumento capace di commuovere", "caldo strumento della musica world". Tutte queste qualità sono state attribuite al duduk da prominenti musicisti di tutto il mondo.

Ogni cultura passata o presente, ogni gruppo nazionale o tribale ha una propria musica tradizionale, influenzata da molteplici fattori: socio-economici, ambientali e altri. La musica tradizionale armena mescola musica popolare e musica sacra cristiana. Essa viene ben rappresentata da uno strumento tradizionale, il duduk, che è abbastanza conosciuto in Occidente grazie alle colonne sonore di molti film. Le avvolgenti musiche del duduk si possono ascoltare nella colonna sonora di molte pellicole holliwoodiane come "Il Gladiatore", "Alexander", "Syriana" e altre. Uno dei motivi per cui il duduk viene scelto così spesso per i film di ambientazione storica è l'intenzione dei compositori di ricreare antiche atmosfere, che questo strumento ben riesce a evocare.

Il suono profondo di questo strumento accompagna quasi tutte le celebrazioni armene, siano gioiose o tristi. È comune ritenere che il duduk rifletta tutte le intonazioni dei dialetti tradizionali armeni. Ciò richiede tecniche speciali che i maestri armeni hanno sviluppato per garantire che il suo suono sia molto simile alla voce umana.

Ci sono molti altri strumenti musicali tradizionali in Armenia, ma solamente il duduk ha vere origini armene, perché tutti gli altri hanno legami con il mondo arabo e coi paesi della via della seta. Il nome duduk viene dal russo dudka (uno strumento diverso). Il nome armeno di questo strumento è tsiranapogh, che significa pipa d'albicocca. In Armenia viene infatti costruito usando solamente legno d'albicocco, che in latino si chiama Prunus Armeniaca- pruno armeno. Secondo le diverse fonti le origini del duduk risalgono a 1500-3000 anni fa e si trova spesso raffigurato in antichi manoscritti. Inoltre è abbastanza diffuso anche in altri paesi, come in Turchia, Georgia, Azerbajgian, Bulgaria, Serbia...dove viene chiamato con nomi diversi - duduki, mey, balaban - e dove può venire indifferentemente costruito anche con tipi di legno diversi.

Il duduk è uno strumento ad ancia doppia, con otto fori per la melodia, ed uno per il pollice sulla parte inferiore. Esistono tre dimensioni di duduk, che variano da 28 a 40cm. La sua estensione copre solamente un'ottava, ciononostante produce un'ampia gamma di melodie con un timbro caldo e leggermente nasale. Normalmente si suona in duo. Il primo duduk intona la melodia principale accompagnato dal secondo, detto damkhash, che suona costantemente la melodia dam, che fa da armonia. All'inizio il duduk veniva usato per suonare ballate popolari ma ora il repertorio si estende dalla upbeat dance music fino a partiture con l'orchestra sinfonica. Il compositore armeno Avet Terteryan è stato il primo a usare il duduk nella musica moderna. Nel 1980 ha scritto un pezzo per duduk e zurna (altro strumento tradizionale armeno) nella sua terza sinfonia.

Morbido, tremolante, il suono del duduk emerge nella colonna sonora di molti film di Hollywood. Molti rinomati musicisti compongono musiche per questo strumento che, oltrepassando tutte le barriere culturali, è oggi conosciuto in tutto il mondo. È entrato in contatto con la musica pop occidentale grazie a Djivan Gasparyan, esecutore armeno di grande talento. Gasparyan, spesso definito "il custode dell'eredità musicale della sua nazione" ha esordito collaborando con Peter Gabriel alla scrittura della colonna sonora del film di Martin Scorsese "L'ultima tentazione di Cristo". Nel 1998 ha poi lavorato assieme al virtuoso della chitarra Michael Brook per l'album "Black Rock" e successivamente con Hans Zimmer per "Il gladiatore", che vinse 5 Oscar nel 2001. Il suo primo album solista "I Will Not Be Sad in This World", è apparso con l'etichetta Opal nel 1998.

Come spesso accade a chi ha speciale talento, Djivan Gasparyan iniziò a suonare il duduk da autodidatta alla tenera età di 6 anni, seguendo famosi musicisti di duduk senza avere alcuna educazione musicale. Esordì sulla scena musicale nel 1947 suonando al Teatro Bolshoi di Mosca con il Tatool Altounian Song and Dance Ensamble. "Nel 1947 ho suonato a Mosca. C'era anche Stalin. Alla fine del concerto mi ha regalato un orologio "Pobeda". Quel giorno è stato un momento decisivo per il mio futuro. Tutti ne parlavano", ricorda Djivan Gasparyan. Durante una delle sue interviste il maestro Djivan (così veniva chiamato in Armenia) ha raccontato un episodio capitato ad un suo concerto a Fresno, negli Stati Uniti. Nella sala, come previsto, c'erano molti armeni. Alla fine della sua esibizione un anziano signore gli chiese di suonare un'antica canzone armena. Mentre eseguiva il pezzo, l'uomo passò a miglior vita. Il giorno seguente i giornali lo appellarono "il musicista assassino". Tuttavia, si può dire che quella fu una morte felice.

Nel film di Mel Gibson "The Passion" (2004), il duduk viene suonato da Pedro Eustache, un musicista di origine venezuelana che racconta così la prima volta che gli capitò di ascoltare il duduk: "Il suono del duduk sembrava l'incontro di un violoncello con una voce, con un clarinetto, con molta sofferenza, un'incredibile espressività che ha decisamente fatto tremare il mio mondo". Eustache ha anche definito il duduk uno strumento camaleontico per il fatto che viene suonato in chiesa, anche in quelle ispaniche, così come nelle arene più grandi nel mondo, a Dubai, in India, in Giappone, e si incontra perfino nel pop iraniano.

Nel 2001, all'interno del Silk Road Project Inc. diretto dal noto violoncellista Yo-Yo-Ma, il mondo sonoro dell'Armenia è stato rappresentato dal duduk di Gevorg Dabaghyan, altro famoso musicista armeno. Dabaghyan ha inciso molti CD, tra cui quello con la colonna sonora del film di Atom Egoyan "Ararat" dedicato al genocidio degli armeni del 1915. Una volta egli ha detto che per diventare bravi suonatori di duduk bisogna essere armeni. "Il duduk è uno strumento per uomini. Ma ci possono essere eccezioni, rare, ma possibili".

Nel 2005 l'Unesco ha proclamato la musica per duduk un "capolavoro del patrimonio orale e intangibile dell'umanità".

Solo ascoltandolo almeno volta, è possibile sentire e comprendere pienamente il duduk. Con ogni probabilità dopo si avrà la sensazione che il suono del duduk racconti di montagne che cantano o alberi che parlano, del pianto di antiche genti e della gioia di bambini, di scontri nelle battaglie o di danze nuziali.