La giovane artista di origini georgiane ha presentato in questi giorni in Italia il suo disco "Pictures". Dal Caucaso al successo, un breve ritratto della musicista che veste anche i panni di attrice

06/05/2008 -  Massimiliano Di Pasquale

"Bluesy, folky and chilled" queste le parole scelte da Katie Melua per definire la sua musica in un'intervista rilasciata alla BBC l'indomani dell'uscita di Call of the Search. Era il 2003 e la diciannovenne cantante georgiana sarebbe salita di lì a poco alla ribalta delle cronache musicali d'oltremanica grazie a quel fortunatissimo album d'esordio. Pubblicato in novembre, dopo soli due mesi, nel gennaio 2004, il disco raggiunge il vertice della classifica britannica vendendo ben 1,2 milioni di copie e rimanendo in vetta per sei settimane. L'inaspettato exploit accende di colpo i riflettori su una ragazza poco più che adolescente che a soli quindici anni aveva già fatto parlare di sé per la vittoria di un concorso per giovani talenti promosso dall'emittente ITV.

Emblematico caso di prematura vocazione al successo? Fatto sta che qualche anno prima, nel 2001, mentre si esibisce in uno spettacolo organizzato dalla Brit School, viene notata dall'ex leader dei Wombles, Mike Batt che la scrittura per la Dramatico, la sua casa discografica. Ad impressionare il pigmalione inglese, le notevoli doti vocali di Katie. Un'interprete - parole dello stesso Batt - capace di cantare jazz e blues in maniera interessante. Dopo un anno intero, il 2002, trascorso in sala prove ad affinare tecnica e stile, la Melua è pronta per il grande debutto.

Lavoro eterogeneo, composto di cover di John Mayall, Randy Newman e di pezzi originali scritti in collaborazione con il suo talent scout, Call of the Search, in virtù di un pop raffinato intrecciato di venature blues e jazz vale a Katie, sin da subito, illustri paragoni. La critica scomoda i nomi di Norah Jones, Eva Cassidy e addirittura quello di Ella Fitzgerald.

A ben vedere, fin da questa prima prova la cantante georgiana dal passaporto britannico dimostra di sapersi muovere con sufficiente autonomia proponendo una sua personale via al pop. Echi di Dylan, Coldplay, rimandi a Joni Mitchell; influenze tuttavia di carattere attitudinale. Anche la dichiarata venerazione per Eva Cassidy, cantante americana che nel 2001 con Songbird ha conosciuto una notorietà mondiale, purtroppo postuma, non porta l'artista georgiana alla riproposizione di stilemi musicali derivativi. Al contrario, la sfida posta dal confronto con musicisti di fama internazionale fornisce linfa vitale all'ispirazione della Melua.

Un'ispirazione quella della cantante di Batumi, città dove il padre lavorava come cardiologo prima di trasferirsi a Belfast, che risente, soprattutto a livello lirico, delle tante esperienze di vita accumulate negli anni dell'adolescenza. "Vivere in luoghi come la Georgia e l'Irlanda del Nord, considerati da molti posti pericolosi, mi ha permesso di apprezzare le piccole cose della vita. Qui la gente, forse perché affronta situazioni di disagio, è più divertente e scanzonata... Nonostante questi posti siano interessati da gravi tensioni politiche, la gente è accogliente e ospitale".

Emblematico in tal senso il titolo di una delle canzoni contenute nel suo primo album: Belfast. "È un pezzo che parla della situazione politica - spiega Katie - ma non è un invito semplicistico del tipo "cessiamo la guerra, facciamo la pace" piuttosto una riflessione sugli esseri umani".

Nitido e circostanziato anche il ricordo della vita nel Caucaso. "Ricordo perfettamente ciò che succedeva in Georgia attorno al '93-'94. Ci eravamo appena lasciati alle spalle l'esperienza del comunismo e ricordo piccole cose come il riempire secchi d'acqua perché nell'appartamento dove vivevo con la mia famiglia non ce n'era, o la mancanza di energia elettrica in inverno".

Nonostante un'infanzia segnata da queste difficoltà, i testi della Melua non assumono mai toni politici, ma preferiscono concentrarsi sulle emozioni e sulla natura dei rapporti umani. "Mi piace parlare di questioni sociali nelle mie canzoni, ma non mi interessa scrivere testi politici".
Decisamente più pronunciata l'idiosincrasia verso le love songs. "In tutta onestà non credo di aver un talento particolare nello scrivere canzoni d'amore. Il punto è che sono state scritte tante canzoni d'amore splendide nel corso degli anni che è forse meglio occuparsi d'altro..."

L'ingresso fulmineo nel firmamento pop albionico porta Katie nel novembre del 2004 ad unirsi al coro di star della musica britannica che re-incide lo storico hit Do They Know It's Christmas? per raccogliere fondi in favore delle popolazioni dell'Africa. Il 19 marzo 2005 Katie corona un sogno che coltiva dalla più tenera età: cantare a fianco di Brian May, chitarrista dei Queen. Nel settembre dello stesso anno, dopo aver ricevuto la cittadinanza britannica giurando davanti alla Regina, pubblica il suo attesissimo secondo album, Piece by Piece, che debutta direttamente al primo posto delle charts britanniche. Segue un trionfale tour europeo partito da Aberdeen.

Nel 2007, prima della pubblicazione del terzo album Pictures, l'artista georgiana fa il suo esordio anche sul grande schermo raccogliendo l'invito di Quentin Tarantino a partecipare al suo ultimo film "Grindhouse". Per il futuro si vocifera di un suo ritorno all'Università per completare gli studi lasciati a metà... Katie non ha né confermato né smentito. Annunciato, invece, il divorzio artistico da Mike Batt e il desiderio di scrivere canzoni in piena autonomia. Al momento la Melua è impegnata nel tour di Pictures, e la scorsa settimana ha fatto tappa a Milano, dove ha riscosso grande successo entusiasmando ed emozionando il pubblico italiano.