Edilizia, legno, energia rinnovabile e vino. Gli investimenti per lo sviluppo del Kosovo sono protagonisti della strategia di cooperazione economica del Friuli Venezia Giulia

12/02/2008 -  Anita Clara

Le significative opportunità di relazioni economiche tra il Friuli Venezia Giulia e il Kosovo, preannunciate da Informest nel 2006 in occasione di uno studio sulle possibilità di cooperazione tra le due regioni, sono diventate realtà. Una positiva conferma ha segnato il 31 gennaio la chiusura a Udine del quarto dei tavoli tecnici dedicati ai Balcani, organizzati dalle Camere di Commercio di Udine, Trieste, Gorizia e Pordenone e sostenuti dalla Regione Friuli Venezia Giulia all'interno del progetto "International desk Italy/South East Europe", sotto il coordinamento di Eurispes.

Sul tema dell'utilizzo delle risorse naturali del Kosovo (acqua, biomasse e legno) - ma anche nell'ambito dell'agricoltura, delle costruzioni e delle infrastrutture - gli operatori friulani sono intervenuti in questi ultimi due anni con workshops dimostrativi, iniziative di interscambio e investimenti privati in Kosovo, perseguendo la finalità di costruire una rete di rapporti stabili con la regione balcanica, mentre le istituzioni pubbliche stringono legami sempre più all'insegna di una visione europea. «Il rafforzamento della conoscenza delle procedure comunitarie sarà una garanzia in questo percorso» ha affermato l'Assessore Regionale per le Relazioni Internazionali del Friuli Venezia Giulia Franco Iacop, che ha sottolineato «l'interesse reciproco nel continuare con gli scambi di know how industriale e di lavoratori immigrati» tra la regione italiana più orientale ed i Balcani occidentali.

Stando ai dati forniti da Informest, sono già più di 100 le imprese della provincia di Udine che hanno intrapreso o consolidato relazioni commerciali con il Kosovo. Nel 2006 il FVG ha esportato in Kosovo per un totale di 2 milioni di euro, con un incremento del 10% rispetto all'anno precedente. I prodotti principali sono stati: materiali edili, metalli, autoveicoli, alimentari. «Ma nell'interessante attività di interscambio con il Kosovo, possono esserci ulteriori margini di crescita», ha rimarcato il presidente della Camera di Commercio di Udine, Giovanni Da Pozzo.

All'interno delle Giornate dell'Economia, la Camera di Commercio di Udine organizzerà per la prima volta quest'anno, in collaborazione con la Regione FVG, l'Università degli Studi di Udine e le associazioni di categoria, dei "focus strutturati" centrati sui rapporti tra l'economia del Friuli Venezia Giulia e l'economia dei paesi dell'area balcanica e dell'Europa dell'Est. «È giusto che scegliamo di lavorare con questi paesi che rappresentano i mercati più favorevoli per le nostre imprese - ha affermato Giovanni Da Pozzo. Inoltre, il nostro intento sarà propositivo: il nostro approccio ai loro mercati a partire da adesso sarà più ampio e includerà gli aspetti della fiscalità, del costo del lavoro, e delle tecniche operative per inserirsi sul posto come impresa. Inizieremo con il 2008 come anno di prova».

Presente all'incontro di Udine Besim Bequaj, presidente della Camera di Commercio del Kosovo, che ha riconosciuto l'importanza che la presenza delle imprese italiane sul territorio kosovaro riveste nella situazione attuale: «In questo momento, così delicato per noi perché ci stiamo preparando all'annuncio sullo status del Kosovo, stiamo cercando di recuperare il tempo perduto. Stiamo preparandoci per le nuove attività economiche che vedranno il Kosovo coinvolto in collaborazioni con il resto del mondo. Credo che la stabilità economica possa e debba essere uno strumento fondamentale anche per la stabilità politica.

La cooperazione che negli ultimi anni abbiamo avviato con la regione autonoma Friuli Venezia Giulia sarà senz'altro un punto di riferimento da tenere presente anche nei nostri rapporti con altri paesi. Da parte nostra, grazie a queste collaborazioni abbiamo potuto presentare ciò che il Kosovo può offrire: sono sicuro che i rapporti che abbiamo instaurato con le imprese di questa regione possano essere un modello di sviluppo anche per noi. Stiamo infatti cercando di costruire la nostra rete di piccole e medie imprese, e le nostre aziende continueranno a ricevere tutto quel sostegno e guida che le renderanno in grado sia di importare che di esportare».

Negli ultimi mesi, il Kosovo ha ricevuto come ospiti vari esponenti del mondo imprenditoriale friulano, soprattutto nei settori delle energie rinnovabili, della lavorazione del legno e delle risorse idriche, particolarmente abbondanti nella parte occidentale della regione. Di speciale rilievo è stata la visita della Secab, la cooperativa che, sorta in Carnia nel 1911 per sostenere lo sviluppo sociale, in quasi un secolo di attività ha impiantato nella regione montagnosa del Friuli un sistema di produzione e distribuzione dell'energia idroelettrica definito dall'attuale presidente della pioniera azienda friulana, Luigi Cortolezzis, come «idealmente esportabile» in Kosovo, dove le istituzioni sono propense ad accettare l'esempio della partnership tra pubblico e privato.

Nel corso del tavolo tecnico udinese, si è accennato anche ad un altro intervento definito "ad alta integrazione", che sta prendendo forma nel campo dell'agricoltura: quello del Gruppo vinicolo Fantinel, che a fine 2006 aveva partecipato con successo all'assegnazione di una gara d'appalto per la privatizzazione di una tenuta agricola a Suva Reka, a 60 kilometri da Pristina. Assieme ad altri partner del Nord-est italiano, il gruppo Fantinel ha costituito una società che con un investimento iniziale di 4 milioni e mezzo di euro ha acquisito 1.280 ettari di terreno nella cittadina rurale. L'obiettivo è il recupero dell'area agricola, per la ricostruzione della principale cantina del Kosovo, con una produzione di oltre 100.000 ettolitri di vino all'anno, mediante una tecnologia aggiornatissima (quella che è di corrente uso oggi nelle cantine italiane e internazionali) e «la creazione nel prossimo futuro di 10-15.000 posti di lavoro», secondo le previsioni del presidente del Gruppo Fantinel, Marco Fantinel.

Il progetto è stato presentato ufficialmente nei giorni scorsi alle istituzioni di Pristina, che avevano comunque accompagnato i lavori durante il primo anno. Includerà la realizzazione di un'area industriale, un'area residenziale e un'area commerciale (con la creazione di poli multifunzionali per il tempo libero e il benessere), per una spesa prevista di 8 milioni di euro nel 2008. Si punterà sullo sviluppo dei vigneti esistenti e la diffusione della cultura agroalimentare moderna: l'impresa friulana si muoverà interagendo assieme all'Università di Udine e alla Legacoop Fvg, con l'intento di esportare in Kosovo il concetto di filiera dei vini. La finalità è il miglioramento dello stile di vita della cittadina di Suva Reka e dell'area circostante: la totalità del progetto costerà 35 milioni di euro e conterà sul sostegno della finanziaria regionale Finest SpA che, oltre ad avere una partecipazione del 25% farà anche da collante tra gli imprenditori che parteciperanno e le istituzioni coinvolte in Kosovo.