La Georgia diventa il primo Paese per numero di truppe pro capite in Iraq. La cooperazione dell'esercito di Tbilisi con gli Usa crea timori in Abkhazia e Ossezia del Sud
Di Joshua Kucera*, per Eurasianet, 23 maggio 2007 (titolo originale: "Krtsanisi: Preparing Troops for Deployment to Iraq")
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Carlo Dall'Asta
In Abkhazia e in Ossezia del Sud, l'addestramento statunitense dei militari georgiani è visto come una seria minaccia. I governi secessionisti di questi territori, appoggiati dalla Russia, presentano questi programmi di addestramento come i prodromi di una possibile invasione georgiana, sostenuta dagli USA.
Ma una visita al Centro nazionale di formazione di Krtsanisi, la base di addestramento statunitense appena fuori Tbilisi, rende chiaro che i soldati non si stanno preparando per l'Abkhazia o l'Ossezia del Sud, ma per una missione che per gli americani è di gran lunga più urgente: l'Iraq.
In marzo il governo georgiano ha annunciato di voler più che raddoppiare le proprie truppe impegnate in Iraq, dagli attuali 850 effettivi a 2.000, diventando così il più importante contributore di forze - pro capite - all'interno della coalizione. I soldati che vengono addestrati ora a Krtsanisi andranno a far parte di questa piccola "ondata" georgiana.
Nel momento in cui l'esercito americano fatica a trovare nuove reclute, ed altri membri della "Coalizione dei volenterosi" stanno riconsiderando la loro partecipazione, l'entusiasmo della Georgia per la missione va in controtendenza. "Noi vogliamo fornire una maggiore assistenza ai nostri colleghi iracheni e americani. Vogliamo mostrare che i georgiani non scappano, neppure nella situazione più difficile", ha detto il Presidente Mikhail Saakashvili annunciando l'ampliamento. La Georgia ha anche un piccolo contingente in Kosovo, e sta progettando di inviare presto delle unità anche in Afghanistan.
Dando prova di essere un leale alleato degli USA, la Georgia ha beneficiato di un forte sostegno americano nella disputa in corso ormai da tempo tra Tbilisi e la Russia. La Georgia ottiene aiuti anche in altri modi, specialmente nel campo dell'assistenza tra eserciti. Inoltre, molti esponenti di Tbilisi credono che la partecipazione della Georgia agli schieramenti internazionali aiuterà il Paese a realizzare la propria ambizione di essere ammesso nell'Alleanza Atlantica.
Mi trovo nell'aula di uno dei corsi d'addestramento, dove un gruppo di circa 20 tra ufficiali ed altro personale militare dell'esercito georgiano siede in una stanza oscurata mentre il maresciallo capo Robert Tadlock, dell'esercito americano, mostra una serie di diapositive con le armi usate dai guerriglieri in Iraq.
"Questo è un Browning ad alto potenziale", dice Tadlock con una cadenza strascicata. Il suo accento è georgiano - ma dello Stato americano della Georgia, dove presta servizio nella Guardia nazionale dell'Esercito. "Questo è un buon fucile. Molti ufficiali di Saddam ne avevano di placcati d'oro, e ne abbiamo trovati in gran numero", aggiunge, mentre un tarchiato georgiano in abiti civili traduce le sue parole.
Passa alla diapositiva seguente, che mostra una serie di proiettili per lanciagranate a razzo (RPG), con le diciture in georgiano. "Ci sono un sacco di RPG e di proiettili per RPG nel Paese, e i terroristi non esiteranno ad usarli", dice Tadlock, che ha già prestato servizio in Iraq.
"Si sa che riescono a fare un mortaio con qualsiasi cosa, perfino tubi di PVC", continua sulla successiva diapositiva. "I terroristi sono capaci di arrivare con quello che sembra un piccolo camioncino scoperto, con dei tubi di PVC sul retro, e in realtà non è altro che un mortaio fatto in casa. Lanciano le granate, con un basso grado di precisione, e sono già andati prima che tu possa inquadrarli nel mirino".
I georgiani, che ascoltano attentamente, dicono che le lezioni di Tadlock sono come una doccia fredda. "È più difficile di quanto pensassimo", dice il sergente maggiore Nodar Khmaladze, un soldato giovane e vigoroso coi capelli a spazzola. Quest'anno lui e il suo battaglione molto probabilmente saranno stanziati ad al-Kut, in Iraq, vicino al confine con l'Iran. "L'area in cui andremo è difficile e critica, non sono le cose semplici che facevamo prima".
I pericoli che affronteranno sono evidenziati dalla lista di armamenti delle lezioni di Tadlock: mine stradali, armi leggere, mitragliatrici, mortai e lanciarazzi. Perfino gli animali che incontreranno potrebbero essere letali: l'addestramento include lezioni su ragni, scorpioni e serpenti pericolosi presenti nella zona in cui saranno inviati.
Finora nessun georgiano è stato ucciso in Iraq, ma non erano ancora stati stanziati in posti pericolosi come al-Kut. Ma Khmaladze dice che la sua famiglia non ha paura per lui. "Sanno che siamo soldati, perciò non si preoccupano", dice.
I georgiani del corso di Tadlock sono ufficiali di logistica, e vengono istruiti sulle moderne tecniche per approvvigionare di un esercito, per esempio come prevedere le esigenze della brigata in termini di cibo, carburante e munizioni. Ma non saranno loro a fornire nessuna di queste cose - saranno tutte fornite dagli Stati Uniti. Gli USA daranno ai georgiani perfino le Humvee autoblindo, ndt da utilizzare durante la loro permanenza in Iraq. I georgiani forniranno unicamente le risorse umane.
Molto dell'addestramento che viene loro impartito a Krtsanisi riguarda come utilizzare il sistema americano per ordinare le forniture, dice il maggiore Perry Carter, un altro istruttore americano. "Devono ancora provare nella pratica l'intero processo, fare le previsioni di stima e fare gli ordini. E avremo anche gente che li assisterà, associati al loro staff".
Carter lavora con l'esercito georgiano fin dal 2002. Il programma USA di addestramento qui ebbe inizio con il Programma di addestramento ed equipaggiamento della Georgia. Questo programma evolvette nel Programma operazioni di sicurezza e stabilità (SSOP), la cui attuale riedizione è il SSOP-2. Benché tra poche settimane sia previsto il termine del programma, data la recente decisione di aumentare l'impegno di truppe georgiane in Iraq sembra probabile che le attività di addestramento continueranno.
Ad ogni modo, l'addestramento è servito da catalizzatore per trasformare l'esercito georgiano da una milizia disorganizzata con uniformi scompagnate e poca disciplina in una seria forza combattente. Anche se l'addestramento non è inteso per l'Abkhazia e l'Ossezia del Sud, questi territori sono sicuramente preoccupati dalle accresciute capacità dell'esercito georgiano.
Carter dice che rispetto al 2002 ci sono stati dei sensibili miglioramenti nella capacità di combattimento dei georgiani. "Si è evoluta rapidamente, molto più di quanto pensassi. L'esercito è veramente migliorato, e io ritengo che molto di ciò ha a che fare col lavorare con noi come Paese della coalizione. Li ha aiutati a comprendere i nostri metodi".
"Posso dire che c'è una grande differenza tra il 2002 ed oggi", continua. "Ora sono meglio equipaggiati, almeno in quanto a uniformi, e la disciplina è migliorata - adesso si possono vedere soldati che marciano per le strade in formazione, una volta non era così".
Dice poi che i soldati fanno perfino "PT", physical training ginnastica, ndt al mattino, mentre la maggior parte dei loro compatrioti oziano bevendo e fumando. "Si stanno trasformando in una forza più adeguata fisicamente e mentalmente, permeata di una disciplina totale", dice Carter.
*Joshua Kucera è un giornalista freelance di Washington, DC specializzato in questioni militari dell'Asia centrale, del Caucaso e del Medio Oriente