Vi vive una delle principali comunità ebraiche dell'Azerbaijan. Krasnaya Sloboda è un'oasi felice, dove musulmani ed ebrei convivono pacificamente. Anche se i venti di tensione che spirano dal Medioriente si fanno sentire
Di Sabuhi Mamedli (titolo originale: "Azerbaijan's Jewish Enclave") - IWPR
Traduzione a cura di Osservatorio sui Balcani
"Krasnaya Sloboda è uno dei posti più sicuri per gli ebrei al momento", afferma Nisim Nisimov a capo dell'amministrazione locale del villaggio di Krasnaya Sloboda, che significa letteralmente "località rossa". "Non siamo ostili nei confronti dei musulmani. Viviamo assieme a loro con ottimi rapporti di vicinato".
Krasnaya Sloboda, l'ultima comunità di "ebrei delle montagne" nel Caucaso, è situato nel distretto montuoso di Quba, nord dell'Azerbaijan.
Questa piccola comunità è riuscita a restare immune sia all'esodo degli ebrei dalla regione dopo la fine dell'Unione Sovietica sia all'intensificarsi del conflitto arabo-isrealiano nel Medio Oriente.
Durante il recente conflitto tra Israele ed Hezbollah i media dell'Azerbaijan hanno seguito gli eventi con tagli contrastanti: alcuni sottolineavano che famiglie ebree avevano lasciato Israele per rifugiarsi a Krasnaya Sloboda, mentre altri hanno affermato che in molti avevano percorso la direzione opposta, per arruolarsi come volontari nell'Esercito israeliano.
Semyon Ihilov, a capo della comunità ebraica dell'Azerbaijan, ha affermato ad IWPR che gli articoli pubblicati non corrispondevano al vero e che una visita a Krasnaya Sloboda dà un'immagine molto più armoniosa della situazione, nonostante sia un'isola ebraica circondata da musulmani.
Secondo i leader della comunità ebraica in Azerbaijan vivono circa 16.000 ebrei, dei quali 11.000 nelle aree montane, di questi 3.600 a Krasnaya Sloboda. Parlano un dialetto della lingua Tat, legata al persiano, e vivono nel Caucaso da molte generazioni.
Krasnaya Sloboda è una località ben sviluppata, che contrasta fortemente con l'area circostante. Le strade sono ben tenute e sono piene di costose automobili di marca straniera. Visto dall'alto il villaggio ha una tinta rossa, legata alle tegole rosse dei suoi tetti. E questa forse può essere una spiegazione del suo nome. E' frequente la segnaletica in ebraico e l'indossare il copricapo tradizionale ebraico è uno dei simboli più evidenti delle differenze culturali rispetto all'area circostante.
"Questo villaggio ha due scuole secondarie, un college, una sinagoga e una casa della cultura e rispettiamo tutte le festività religiose e gli anniversari storici", afferma Nisimov.
I residenti locali non hanno per la maggior parte problemi economici anche se sono pochi i posti di lavoro. Il funzionario comunale Pisah Isakov ricorda: "In passato vi era un'azienda d'inscatolamento che dava impiego almeno a mille persone. Ora l'impianto lavora a metà delle sue capacità ed è cresciuta la disoccupazione. Attorno al villaggio non ci osno nemmeno terreni coltivabili".
Per spiegare il segreto del benessere che si nota nel villaggio Isakov dice che è sostenuto da benefattori, persone orginarie del villaggio che però ora vivono altrove. Tra questi ricorda in particolare tre persone, Zahar Iliev, Telman Ismailov e Sergei Kokunov ciascuno dei quali possiede fortune stimabili tra i 350 e i 540 milioni di dollari. Tutti e tre figuravano nella lista della rivista Forbes tra le 100 persone più ricche della Russia.
Isakov ha ricordato che Kokunov ha donato i fondi necessari alla ristrutturazione di tutti gli edifici scolastici di Krasnaya Sloboda, lavori che saranno completati entro l'inizio dell'anno scolastico.
I rapporti con i villaggi vicini sono amichevoli e vi sono anche casi di matrimoni misti.
"Tre anni fa mio figlio ha sposato la figlia del mio vicino Abraham", afferma Gasym Aliev. "Ora vivono in Israele. Naturalmente siamo molto preoccupati per loro a causa della guerra, ma dal punto di vista finanziario vivono molto bene e ci spediscono dei soldi ogni mese".
Ciononostante qualcuno nella comunità musulmane circostanti sembra invidiare questo benessere dei vicini ebrei.
"Ho un grande rispetto per gli ebrei", afferma Abdullayev. "Ma come hanno fatto a far diventare il loro villaggio come una piccola città europea quando non riusciamo a fare lo stesso con il nostro? Dovreste vedere in che stato si trova la stazione degli autobus di Quba, ed è il capoluogo del distretto ... per non menzionare lo stato degli altri villaggi".
Nisim Nisimov riciorda che in passato la popolazione del villaggio era attorno ai 19.000 abitanti, ma poi all'inizio degli anni '70 molti ebrei hanno iniziato ad emigrare in Israele. Negli ultimi anni questo flusso si è arrestato. Molte famiglie azere e lezgin ora vivono assieme ai loro vicini ebrei.
Nisimov auspica che questo flusso s'inverta e venga fatto ritorno nel villaggio. "Sarebbe un passo del tutto giustificato da parte dei nostri compatrioti andarsene da un Israele in guerra e tornare in questo villaggio pacifico", afferma "in tutti questi anni che abbiamo vissuto qui, circondati da comunità musulmane, non sono state nmai fatte pesare differenze etniche o religiose. Abbiamo vissuto in pace ed in armonia".
"Krasnaya Sloboda è infatti il posto più sicuro al modo per un ebreo. Ma, nonostante questo, non si è trasferita qui da Israele mai nessuna famiglia. Anche quelli che hanno abbandonato il villaggio non hanno mai fatto ritorno".
Il preside della scuola, Yaushva Silanduyev, afferma che ricevono molte visite da persone che in passato vivevano nel villaggio e che poi se ne sono andate, in particolare il 3 agosto, data nella quale ogni anno si commemorano i defunti.
"Molte persone quest'anno sono venute dall'America, dalla Francia, da Israele e dalla Russia", ricorda. "Probabilmente quest'anno quest'arrivo massiccio è stato frainteso in Azerbaijan a causa della guerra tra Israele e il Libano".
I residenti del villaggio insistono nel sottolineare che sono dei buoni cittadini dell'Azerbaijan e che la loro lealtà va innanzitutto all'Azerbaijan. "Ci consideriamo parte del popolo dell'Azerbaijan", afferma Nisimov "gran aprte del repertorio dell'ensamble musicale Gubba, che io dirigo, consiste in canzoni popolari azere e in mugams (canzoni tradizionali)".
Abdulla Abdullayev, del villaggio vicino di Nugadi, afferma che il gruppo musicale Gubba di Krasnaya Sloboda viene invitato spesso a suonare presso i matrimoni azeri. "Cantano bene le nostre canzoni, anche meglio di molti musicisti azeri".
A Krasnaya Sloboda sono in molti a ricordarti inoltre che il loro "figlio" più famoso è Albert Agaronov, carrista, morto nel 1992 mentre difendeva la città di Shusha nel 1992 durante la guerra del Nagrono Karabakh. Lazar, 73 anni, afferma: "Tutti gli ebrei delle montagne sono fieri di lui. Se una nuova guerra per liberare il Karabakh iniziasse domani, sono sicuro che i giovani di Krasnaya Sloboda andrebbero a combatterla".
Ma Lazar aggiunge che nessuno nel villaggio ha mai dimostrato l'intenzione di andare e difendere Israele e dubita questo possa accadere in futuro. "Sì, siamo ebrei, e quando sangue viene versato in Israele sentiamo pena per i nostri fratelli. Ma siamo cittadini dell'Azerbaijan e la nostra patria è qui. E' nostro compito difendere la nostra patria, l'Azerbaijan".