L'Azerbaijan è entusiasta del nuovo progetto ferroviario che attraversa il sud del Caucaso fino alla Turchia. Ma se l'atteggiamento della Georgia è freddo, quello armeno è apertamente ostile
Di Dmitry Avaliani (Tbilisi), Nurlana Gulieva (Baku) e Diana Markosian (Yerevan), IWPR, 18 maggio 2006
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Maddalena Parolin
L'ambizioso progetto per la creazione di un collegamento ferroviario tra la capitale azera Baku e la Turchia è stato accolto tiepidamente in Georgia, attraverso il cui territorio passerebbe la linea, mentre l'Armenia si è opposta al progetto.
"La costruzione della ferrovia Baku-Tbilisi-Kars potrebbe iniziare nel 2006," ha affermato il presidente azero Azerbaijani Ilham Aliev durante un incontro governativo il 10 maggio. "C'è un forte bisogno di questa linea, che collegherà l'Europa all'Asia".
Il progetto prevede la realizzazione di una nuova ferrovia tra la città di Kars nella Turchia orientale e la città di Akhalkalaki a sud della Georgia, ed un rafforzamento di quella esistente Akhalkalaki-Tbilisi. Il tratto Tbilisi-Baku esiste già.
I fautori del progetto sostengono che creerà una più forte integrazione nel sud del Caucaso, diviso politicamente ed economicamente, e che rafforzerà il commercio.
"Questa linea garantirebbe gli interessi nazionali dell'Azerbaijan," ha affermato Aliev. "Siamo pronti ad assumerci immediatamente i necessari impegni finanziari."
La Turchia sta promuovendo attivamente il progetto ed ha ospitato i negoziati. Ma il giudizio sulle motivazioni economiche del piano è stato freddo in Georgia, mentre la reazione Armena è stata decisamente negativa.
Con il conflitto del Nagorno Karabakh ancora irrisolto, i principali progetti intrapresi nella regione hanno scavalcato l'Armenia. Tra questi l'oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan inaugurato l'anno scorso e il gasdotto Baku-Tbilisi-Erzerum, quasi terminato.
L'Armenia obietta che esiste già una linea ferroviaria da Kars attraverso la città armena di Gyumri fino a Tbilisi. La linea è ferma dal 1993, quando la Turchia chiuse formalmente le sue frontiere con l'Armenia a causa del conflitto nel Karabakh. Ma gli esperti ritengono che la ferrovia sia in uno stato abbastanza buono, nonostante l'inattività da molti anni, e che potrebbe essere rimessa in funzione senza difficoltà.
"Se c'è una ferrovia che potrebbe svolgere la stessa funzione, costruirne una nuova e spendere così tanto denaro è semplicemente superfluo", ha affermato in gennaio il ministro degli Esteri armenoVardan Oskanian.
"Se la Turchia, guidata da considerazioni politiche, non vuole che l'Armenia tragga profitto dallo sfrutttamento della ferrovia esistente, non la utilizzeremo. Ma il servizio promuoverebbe il commercio tra i due paesi."
Secondo le stime, il nuovo progetto potrebbe costare tra i 360 e i 400 milioni di dollari, ma molti ritengono che tali cifre cresceranno. Una sezione georgiana della linea, tra Marabda e Akhalkalaki, è in pessime condizioni e dovrebbe probabilmente venire interamente sostituita.
I finanziamenti per il progetto non sono ancora stati trovati; solamente la Banca asiatica per lo sviluppo ha promesso dei fondi.
Matthew Westfall, direttore della sede dell'istituto a Baku, ha recentemente dichiarato ai giornalisti che "l'Azerbaijan ha il più alto tasso di affidabilità tra i paesi del sud del Caucaso, e se il governo ci chiederà un intervento, la Banca asiatica per lo sviluppo è pronta a concedere crediti per la costruzione di questo corridoio ferroviario".
Dopo l'ultimo round di colloqui relativi al finanziamento, tenutosi ad Ankara il 4 e 5 maggio, le autorità georgiane hanno affermato che parecchie questioni rimangono in sospeso. "Eravamo interessati nei calcoli della parte turca sulle tariffe di trasporto di merci che non appartengono all'Azerbaijan, alla Georgia e alla Turchia," ha dichiarato ad IWPR Irakli Ezugbaia, capo delle Ferrovie georgiane. "E' ancora troppo presto per dire che cosa ricaveranno dal progetto le ferrovie georgiane".
Nel maggio 2005 Georgia, Azerbaijan e Turchia hanno firmato una dichiarazione che crea un corridoio internazionale di trasporti impegnandosi ad iniziare i lavori per la nuova ferrovia nel 2008.
"Il lavoro di progettazione continuerà fino alla fine del 2006, e durante questo periodo anche le questioni finanziarie verranno risolte", ha dichiarato ad IWPR Nazim Kasumov, un alto funzionario del ministero dei trasporti azero.
Secondo il deputato armeno dell'opposizione Hovhannes Igitian c'era da aspettarsi che il suo paese non venisse coinvolto nel progetto, dal momento che "gli altri stati non possono permettersi di aspettare che l'Armenia risolva i propri problemi ed assuma il ruolo di paese di transito".
Ma altri in Armenia sottolineano i pericoli di tracciare una nuova linea divisoria attraverso il Caucaso.
"Se per la comunità internazionale è prioritario non creare linee divisorie nella regione, ma assicurare uno sviluppo armonioso, non può accettare che si costruisca una ferrovia che danneggia l'Armenia," ha affermato Gagik Minasian, che presiede la commissione parlamentare armeno delle finanze.
Ci sono anche state proteste pubbliche contro la nuova ferrovia nei territori a maggioranza armena della regione del Samtskhe-Javakheti, in Georgia, attraverso la quale passerebbe la linea.
Molti abitanti sostengono di temere per la loro sicurezza, se vi sarà una crescita della presenza di turchi. Il sindaco di Akhalkalaki Nair Iritsian, esprime un'altra preoccupazione: "La gente ha paura che i turchi acquistino tutta la terra, lasciando agli abitanti un'unica possibilità: lavorare per loro".
Anche Gia Khukhashvili, esperto di economia georgiano, teme che la nuova ferrovia possa danneggiare il suo paese piuttosto che portare vantaggio.
"Il percorso non può essere redditizio se il volume annuale di merci trasportate è inferiore a 10 milioni di tonnellate", ha affermato Khukhashvili. "Ma dubito che possano essere trovate nella regione dieci milioni di tonnellate di merci da trasportare".
"Se è una questione di petrolio e prodotti derivati che viaggiano verso l'Europa dall'Azerbaijan, la Georgia farebbe più profitto utilizzando i porti del Mar Nero piuttosto che con la costruzione di una nuova ferrovia," ha detto.
Khukhashvili ha aggiunto che la ferrovia offrirebbe alla Georgia proventi vantaggiosi solo se la Turchia si facesse carico di tutti i costri di costruzione e di gestione.
Gli investimenti turchi in Georgia sono cresciuti fortemente negli ultimi anni. Nel giugno scorso i due paesi hanno firmato un accordo per condividere l'utilizzo dell'aeroporto di Batumi, che ora viene ristrutturato dai turchi. Inoltre sono in corso dei negoziati sulla gestione da parte di compagnie turche delle infrastrutture portuali di Batumi.
Alcuni commentatori sostengono che anche se l'Armenia non venisse coinvolta nel progetto, ne beneficierebbe comunque indirettamente.
L'analista politico Alexander Iskandarian ha affermato di essere certo che la ferrovia Kars-Baku - nel caso peggiore - non avrebbe alcun impatto sull'economia armena, e che potrebbe anche avere un effetto positivo.
"Le strade tra l'Armenia e la Turchia attualmente sono chiuse, e lo rimarranno per i prossimi due o quttro anni," ha dichiarato Iskandarian ad IWPR. "Il nuovo progetto faciliterà il trasporto delle merci dalla Turchia all'Armenia e viceversa, dal momento che le autostrade attualmente in uso dalla Turchia attraverso la Georgia sono in cattive condizioni".
Iskandarian non è d'accordo con quelli che prevedono che l'Armenia si ritroverà completamente emarginata come uno "stato-isola" una volta che la ferrovia entrerà in funzione. "Se la seconda ferrovia funzionerà, ciò non impedisce che possa funzionare anche la prima," sostiene, facendo riferimento alla linea Kars-Gyumri-Tbilisi, ora inattiva.
L'analista politico georgiano Paata Zakareishvili concorda: "i progetti già avviati non possono venire fermati o modificati anche se l'Armenia e l'Azerbaijan si riconciliassero".
"Ma il loro successo andrà a beneficio dell'intera area, compresa l'Armenia".
* Dimitry Avaliani è corrispondente del giornale 24 Hours a Tbilisi. Nurlana Gulieva è una giornalista free-lance a Baku. Diana Markosian è corrispondente per la compagnia televisiva А1+ ad Yerevan