In occasione del giorno dell'indipendenza, per Tblisi è sfilata la più grande parata militare della storia della Georgia. L'esercito mostra i muscoli ad un paese diviso
di Maura Morandi
Il 26 maggio scorso si è celebrato in Georgia il giorno dell'indipendenza. Per l'occasione viale Rustaveli, arteria principale di Tbilisi, ha ospitato la più imponente parata militare che la Georgia abbia mai avuto. La manifestazione ha suscitato un pò di clamore presso l'opinione pubblica che si è chiesta che cosa esattamente voglia raggiungere il governo aumentando costantemente la dimensione di queste parate, soprattutto in considerazione del fatto che la Georgia non ha ancora restaurato la propria integrità territoriale.
Il 26 maggio 1918 si tenne l'ultima assemblea del "Sejm Transcaucasico", l'organo supremo della Federazione transcaucasica che era stata costituita in seguito all'abdicazione dello Zar Nicola II. In quell'occasione fu dichiarata ufficialmente la dissoluzione della Federazione e nello stesso giorno la Georgia decretò l'indipendenza e fu proclamata Repubblica Democratica, ottenendo il riconoscimento da diversi stati europei. Negli anni 1919 e 1920 le celebrazioni per la conquista dell'indipendenza da parte del paese furono tenute il 26 maggio.
Con l'invasione di Tbilisi da parte dell'Armata Rossa e la successiva proclamazione della Repubblica Socialista Sovietica di Georgia il 25 febbraio 1921, la parata militare fu spostata al 7 novembre, giorno della Rivoluzione Bolscevica.
Dopo il raggiungimento dell'indipendenza nel 1991 il primo Presidente della Georgia, Zviad Gamsakhurdia, reintrodusse la sfilata di soldati e mezzi militari il 26 maggio al posto di quella di novembre. Eduard Shevardnadze, che gli succedette, mantenne la tradizione anche se l'altissimo livello di corruzione non permetteva il finanziamento della manifestazione.
Dalla Rivoluzione delle Rose la situazione è cambiata e il rafforzamento degli apparati militari è una delle priorità ripetutamente dichiarate dell'attuale governo, in relazione anche alla volontà di integrare il paese nella NATO.
Secondo le informazioni fornite dal ministero della Difesa quest'anno hanno marciato più di 18.000 unità (13.000 militari, 5.000 riservisti e 400 militari del ministero degli Interni), numero corrispondente a più della metà dell'esercito georgiano. L'anno scorso la sfilata era consistita di circa 6.000 soldati ed ufficiali provenienti dai migliori reparti militari ed era stata considerata la più grande fino ad allora avuta nel Paese.
La marcia del 2006 inoltre, è stata seguita da una lunga colonna di mezzi militari e sorvolata da 42 velivoli dell'aviazione militare. Il colonnello Levan Nikoleishvili, Capo generale delle Forze armate georgiane, ha dichiarato che "questa è la più imponente parata militare che si sia mai tenuta in Georgia e questo al fine di dimostrare la forza bellica del paese".
All'apertura della manifestazione Mikheil Saakashvili, Presidente della Georgia e Comandante in Capo delle Forze armate, ha affermato che "presto gli abkhazi e gli osseti celebreranno il giorno dell'indipendenza con tutti i cittadini della Georgia" ed ha aggiunto che "la Georgia vuole la pace ma non verrà a mai a compromesso riguardo all'integrità territoriale. Voglio dire a quelli che vogliono la divisione della Georgia: la Georgia non ha territori da perdere. Voglio appellarmi ai nostri fratelli e sorelle abkhazi: noi vogliamo pace e sviluppo per la nostra piccola ma bella e forte madrepatria. I successi che abbiamo ottenuto fino ad ora avrebbero un valore maggiore se fossero stati ottenuti insieme agli abkhazi e agli osseti. Il tempo della distruzione e dei conflitti in Georgia è finito. E' tempo di continuare la ricostruzione e di vivere insieme in un paese unito".
Fin dalla dissoluzione dell'Unione Sovietica e l'accesso all'indipendenza del 1991, la Georgia infatti deve far fronte a due conflitti interni in Abkhazia ed Ossezia del Sud, Repubbliche Autonome al confine con la Federazione russa che rivendicano la totale indipendenza da Tbilisi.
Alcuni analisti sono dell'opinione che manifestazioni di questo tipo, apertamente militaristiche, impediscono la risoluzione dei conflitti interni del paese e lanciano segnali sbagliati ai leader dei regimi separatisti.
A questo proposito Konstantine Gamsakhurdia, figlio di Zviad Gamsakhurdia e leader del partito politico "Libertà", ha espresso la sua protesta: "Il Governo non ha il diritto morale di organizzare una parata così imponente quando la Georgia ha i suoi territori divisi e per loro gran parte occupati".
Il governo sembra aver voluto dimostrare che una delle principali voci di spesa dello Stato, l'esercito appunto, sta veramente cambiando, si sta modernizzando e diventando più forte. Nel 2004 infatti il budget del ministero della Difesa è cresciuto del 40 per cento circa e nel 2005 c'è stato un altro forte aumento. Le risorse offensive dell'esercito sono state in questo modo potenziate attraverso l'acquisto di carri armati e veicoli corazzati per trasporto truppe.
Il governo ha poi bisogno di far leva sui sentimenti patriottici dato che l'economia del paese versa in uno stato di profonda povertà. Secondo Levan Berdzenishvili, leader del Partito repubblicano e membro d'opposizione del Parlamento, "il Governo sa che il paese è in una brutta situazione e la leadership al potere sta perdendo la fiducia dei cittadini georgiani. Per questi motivi ha bisogno di usare la retorica militare e patriottica".
Nonostante le voci dissidenti, comunque, sembra che la maggioranza dei cittadini georgiani abbia seguito con compiaciuta soddisfazione la manifestazione militare che rappresenta l'orgoglio nazionalistico del paese.