Secondo l'azero Xalq Cəbhəsi, Mosca ha commesso un grave errore nel riconoscere Abkhazia e Ossezia del Sud, che potrebbe avere conseguenze sulla stabilità interna della Federazione. Appello alla CSI
Di Revan Memmedli, per Xalq Cebhesi , 27 agosto 2008 (titolo orig. "Rusiya geleceyini baltaladi")
Traduzione per Osservatorio Caucaso: Ermanno Visintainer
Elçin Mirzebeyli, caporedattore del quotidiano "Xalq Cebhesi" (Fronte Popolare) ha dichiarato: "Il governo azero deve perseverare insistentemente nella sua posizione riguardo all'inviolabilità dell'integrità del territorio georgiano."
Ieri 26 agosto, ndt la Russia ha riconosciuto l'indipendenza dell'Ossezia del Sud e dell'Abkhazia. Il presidente russo Dimitrij Medvedev ha firmato la relativa disposizione. La dichiarazione del capo del Cremlino è stata riportata dalla televisione nazionale e in tale occasione è stata esposta anche la posizione del Partito del Fronte Popolare per l'Integrità dell'Azerbaijan (BAXCP) in merito alla questione. Il segretario del partito, Elçin Mirzebeyli ha fatto sapere che il passo della Russia nello spazio postsovietico sta creando i presupposti sia per l'aggravamento delle relazioni internazionali che per la creazione di contrapposizioni artificiose, nonché l'incitamento di un terrorismo che prende origine dal separatismo e dalle sue conseguenze. Il Partito del Fronte Popolare per l'Integrità dell'Azerbaijan condanna duramente questa politica aggressiva che ha avuto una funzione di brusco logoramento delle norme del diritto internazionale e di minaccia nei confronti dell'integrità territoriale degli stati sovrani.
Il partito ritiene che il governo azero debba insistentemente perseverare nella sua posizione riguardo all'inviolabilità dell'integrità del territorio georgiano: "C'è la necessità di indire un summit straordinario della Comunità degli Stati Indipendenti connesso alla situazione venutasi a creare. Da questo summit deve scaturire un dibattito sulla situazione georgiana capace di apportare maggior trasparenza alla questione dell'integrità territoriale dei paesi membri della Comunità degli Stati Indipendenti rispetto alla Russia. Altrimenti, in sua assenza, per l'Azerbaijan non c'è alcun bisogno di rimanere in un'organizzazione convertitasi in un'istituzione morta".
Ma in che misura questo corso degli eventi è congeniale al futuro stesso della Russia? Facciamo notare che in Russia esistono svariate repubbliche indipendenti, distretti e istituzioni, fra cui annoveriamo: il Tatarstan, la Cecenia, l'Inguscezia, il Daghestan, la Bashkiria, la Yakuzia, la Kabardino-Balkaria, l'Adighezia, la Karelia, la Repubblica dei Komi, l'Ossezia del Nord, il Distretto Autonomo di Khanty-Mansiysk nella Siberia occidentale, il Distretto Autonomo di Taymir nell'omonima penisola artica, il Distretto Autonomo di Korjakia nella penisola della Kamchatka, la Buriazia nella Siberia sud-orientale, il Distretto Autonomo dell'Evenkija a sud di Taymir e ad ovest della Repubblica Yakuta, sull'altopiano centrale siberiano, oltre ad altre regioni autonome.
Tutto ciò dimostra come la Russia abbia solamente e irragionevolmente compromesso il proprio futuro. Il politologo Zerdusht Elizade puntualizza come la Russia, prevedibile antagonista degli Stati Uniti e dell'Occidente, analogamente alla Cina e all'India, in prima fila nell'ispezione dell'integrità territoriale conforme al diritto internazionale, proseguendo su questa strada di smembramento degli stati sovrani, mostri di cadere nella trappola di cui essa stessa è artefice.
In Cecenia non è passato così tanto tempo dalla soppressione del movimento d'indipendenza. E non mancano "acque inquiete" nemmeno nella Repubblica del Tatarstan. Il politologo Rasim Musabeyov reputa che, con il riconoscimento dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud, Mosca abbia compiuto un passo rischioso. Secondo lui, non v'è dubbio che il problema creerà qualche grattacapo alla Russia. Il corso degli eventi mostra che in futuro anche la Russia potrà incorrere nello spettro del Nagorno-Karabakh.
Per prevenire questo processo, sarebbe opportuno che in Occidente e in Turchia, senza esclusione dell'Azerbaijan si giungesse, quantomeno a livello pubblico, a un dibattito sui riconoscimenti. Il presidente del Partito democratico dell'Azerbaijan, Serdar Celaloghlu, ritiene che l'Occidente a suo tempo abbia compiuto un errore inerente alla questione cecena, che è stata rimossa molto velocemente. "Affinché in Russia siano riconosciute le libertà e i diritti umani, le istituzioni indipendenti devono essere poste al centro dell'attenzione, in modo che questo paese sia gradualmente costretto ad abdicare da comportamenti aggressivi".