Beslan, la scuola numero 1

Gli attivisti di Golos Beslana accusano Vladimir Putin di essere "corresponsabile" per la morte degli ostaggi della Scuola numero uno. L'esposto alla Procura russa e le reazioni nell'articolo di Kommersant

17/06/2008 -  Anonymous User

Di: Ekaterina Savina e Tamila Žožua, per Kommersant, 5 giugno 2008
Traduzione per Osservatorio Caucaso: Davide Cremaschi

L'organizzazione civile "Golos Beslana" (La Voce di Beslan) ha presentato ieri alla Procura Generale della Russia una querela: "Richiesta di promuovere una causa penale nei confronti dell'ex Presidente della Federazione russa V. Putin".

Le vittime della tragedia ed i loro parenti ritengono che l'ex Presidente ed ex-Comandante supremo delle Forze Armate nonchè attuale premier, Vladimir Putin, sia responsabile per "essersi rifiutato di portare avanti, per due giorni e mezzo, il processo di negoziazione" e per "aver fatto uso di armi aventi effetti indiscriminati nel corso dell'operazione antiterroristica per la liberazione degli ostaggi".

Nella querela si afferma che "la morte di 333 persone nell'azione terroristica di Beslan è la prova dell'atteggiamento omissivo di Putin verso i propri doveri di ufficio. A Beslan nei giorni tra l'1 ed il 3 settembre 2004 le strutture statali, subordinate al Presidente della Federazione russa, hanno compiuto un crimine, rifiutando le trattative e facendo uso delle armi. Ne consegue che le stesse hanno costituito de facto un'organizzazione a delinquere.

Putin, sostengono i querelanti, "ha fatto spregio della vita dei bambini e degli adulti al pari dei terroristi, ed è corresponsabile in solido per la morte di quelle persone".

I membri di "Golos Beslana" esigono che il Primo ministro Putin sia interrogato e sottoposto a giudizio per aver violato 11 articoli del Codice penale della Federazione russa. Tra questi figurano i reati di "omicidio commesso per eccesso di difesa ovvero per abuso nell'adozione di mezzi necessari all'arresto di persone che commettono un crimine" (art. 108), "procurato danno doloso alla salute, con diversi livelli di gravità" (art. 111, 112, 114, 115), "abuso di potere" (art. 286) e "omissione colposa" (art. 282).

E' da notare che all'esame del Tribunale Pravoberežnij di Beslan si trova un processo proprio contro "Golos Beslana". La Procura dell'Inguscezia ha accusato l'organizzazione di aver rivolto un appello estremista al Presidente, al Congresso degli Stati Uniti e ai membri dell'Europarlamento e dell'Unione Europea, dal titolo: "A tutti coloro che hanno compassione per le vittime della strage di Beslan!". Nel testo di questo documento Vladimir Putin è definito "complice dei terroristi".

Ella Kesaeva, portavoce dell'organizzazione "Golos Beslana", ha spiegato che la denuncia non è stata presentata prima solo perché "mancavano prove della volontà criminosa". Ma ora Kesaeva indica tali prove nella recente intervista rilasciata da Vladimir Putin al quotidiano francese "Le Monde". La portavoce è convinta che con quell'intervista il premier "si sia incastrato da solo". Alla domanda del giornalista, che ha chiesto a Putin se fosse stato possibile a Beslan "agire in maniera diversa", la risposta del premier è stata un secco "no". Putin ha poi aggiunto: "Dovevamo affrontare i tentativi di destabilizzare la Russia. Il Paese che scende a compromessi con i terroristi alla fine dei conti subirà più perdite rispetto a quelli che conducono operazioni speciali. Alla lunga, tale atteggiamento distrugge lo Stato e aumenta il numero delle vittime".

La Kesaeva interpreta così le affermazioni del Premier: "Secondo la legge "Sulla difesa", l'ordine per l'utilizzo dell'esercito senza procedura ordinaria deve essere dato dal Presidente. I carri armati e i lanciarazzi furono utilizzati contro una scuola piena di bambini-ostaggi. Questa è la dimostrazione della personale responsabilità di Putin nell'attacco. Significa che proprio lui ha di fatto dato l'ordine di utilizzare carri armati e lanciarazzi".

E' difficile che il procedimento avanzato dagli attivisti di "Golos Beslana" per dimostrare le responsabilità di Vladimir Putin abbia un qualche successo. Nella legge "Sulle garanzie per il Presidente della Federazione russa che termini il proprio incarico e per i membri della sua famiglia", si dice che l'ex capo dello Stato è dotato di immunità e che "non può essere portato in giudizio penale o amministrativo per atti compiuti nello svolgimento delle funzioni presidenziali". L'ex Presidente può tuttavia essere privato dell'immunità se trascinato in giudizio penale per un grave crimine, ma non prima che il presidente della commissione d'inchiesta presso la Procura della Federazione abbia presentato un'apposita relazione sul caso alla Duma di Stato. Se la Camera bassa si esprime per la sospensione dell'immunità, la questione passa al Consiglio della Federazione. Se anche uno solo dei due rami del parlamento rifiuti la richiesta di togliere l'immunità, il giudizio si interrompe.

In merito alla questione l'avvocato Igor' Trunov ha spiegato che "questo processo non avrà alcuno sviluppo. La norma citata potrebbe applicarsi solo in caso di flagranza di reato da parte del Presidente".

Dalla Procura generale intanto fanno sapere di non aver ancora ricevuto la petizione spedita per posta. Il capo dell'ufficio stampa di Vladimir Putin, Dmitrij Peskov, ha rifiutato di commentare la denuncia di "Golos Beslana".