Mosca

I georgiani che risiedono in Russia temono per il proprio futuro a causa dell'inasprimento della disputa tra Mosca e Tblisi

27/10/2006 -  Anonymous User

Di Vahe Avanesian e Lala Nuri, IWPR
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Gaia Baracetti

E` una settimana che Gia Paichadze non lascia il proprio appartamento in Via Bagritsky a Mosca, in cui vive in affitto da due anni, se non per una breve sortita a un chiosco vicino per comprare cibo o un giornale.

Una settimana fa, Paichadze era ancora manager di una catena di negozi alimentari fuori da Mosca. I negozi, che appartenevano tutti a georgiani, sono stati chiusi, e i cartelli sulle porte segnalano che la chiusura è dovuta a "motivi tecnici".

Paichadze racconta che sono stati loro stessi a prendere la decisione di chiudere i negozi, dopo che le visite quotidiane di finanzieri, ispettori sanitari e altri erano diventate insopportabili.

"Il punto è che siamo georgiani, e questo spiega tutto", si è lamentato con IWPR per telefono. "I miei documenti sono perfettamente in ordine, ma ho lo stesso paura di farmi vedere per la strada. Resto a casa e guardo le notizie. Aspetterò un paio di mesi e, se le cose non si sistemano, me ne andrò".

Mosca non ha allentato la pressione su Tbilisi dopo l'arresto da parte di quest'ultima di quattro funzionari russi accusati di spionaggio il 27 settembre, anche se questi sono poi stati rilasciati e riconsegnati alla Russia.

Mosca ha tagliato tutti i collegamenti aerei, terrestri, marini e postali con il vicino meridionale. Ha anche imposto restrizioni sui trasferimenti bancari, danneggiando direttamente le centinaia di migliaia di georgiani che lavorano in Russia.

Negli ultimi giorni, le corti di Mosca hanno sentenziato la deportazione di 130 migranti illegali provenienti dalla Georgia e circa 700 georgiani hanno lasciato la capitale russa.

Il 17 ottobre, il cittadino georgiano Tengiz Togonidze, di 58 anni, è morto nell'areoporto Domodedovo di Mosca alcune ora prima di essere deportato, sollevando una nube di proteste in Georgia.

Il ministro degli Esteri georgiano ha accusato le autorità russe di aver violato i diritti dei cittadini georgiani. Il ministro sostiene che Togonidze, che soffriva di asma, non ha ricevuto sufficenti cure mediche, cosa che i russi negano.

Il servizio federale russo per la migrazione sostiene che i voli di deportazione dei georgiani continuano. La gente viene arrestata per strada e portata in una delle otto stazioni speciali istituite a Mosca. E` necessario un verdetto di una corte affinché si possa procedere all'espulsione, ma si tratta essenzialmente di una formalità.

Mikhail Tyurkin, vice direttore del servizio federale per la migrazione, ha dichiarato: "Un'analisi delle richieste provenienti dalle regioni e dai cittadini della Russia ci ha portato alla conclusione che non abbiamo bisogno dei cittadini georgiani al momento. Non gli verranno date né quote per vivere qui, né per un lavoro temporaneo".

Anche le imprese di proprietà di georgiani vengono prese di mira. I noti casinò Crystal e Golden Palace sono stati chiusi. Nell'atto di accusa ufficiale è scritto che i casinò non avevano le licenze per alcune delle loro slot machine e, tra le altre violazioni, pagavano i dipendenti in nero. Ma è anche stato scritto che i proprietari sono "originari della Georgia".

La polizia russa è anche risalita agli immigrati illegali della Georgia attraverso i loro figli. Ha chiesto ad alcune scuole della capitale di fornire una lista di alunni con cognomi georgiani e ha chiesto ai bambini dove vivono i loro genitori, se hanno i visti e se sono registrati.

Nato Merabishvili, che vive a Mosca da 15 anni, ha detto che suo figlio Kakha è stato interrogato. "E` semplicemente una vergogna, ed è stato fatto in modo così umiliante!", racconta furiosa.

La cittadina russa Sveta Smirnova ha un marito georgiano e il loro figli frequentano una scuola nel centro di Mosca. "Ogni mattina i miei genitori portano i figli a scuola e li aspettano lì fino alla fine delle lezioni", ha raccontato a IWPR. "I miei figli hanno un cognome georgiano, e non saranno al sicuro finché continua questa isteria anti-georgiana".

Il conflitto russo-georgiano ha effetti anche sugli immigrati provienienti da altre parti del Caucaso meridionale.

Secondo Teimuraz Huseinli, presidente della Societa` Azera Yeni Sabakh (Nuovo Giorno) a Mosca, i raid della polizia nei mercati alimentari, dove lavorano molti azeri, sono aumentati d'intensità ultimamente. "Anche dopo le azioni terroriste a Mosca, le campagne di controlli non erano pervasive come questa", sostiene. "Hanno cominciato a controllare i documenti anche negli appartamenti della gente. Certo, puoi sempre corromperli, ma i prezzi sono aumentati vertiginosamente. Una volta chiedevano tra i 100 e i 200 rubli (dai quattro ai sette dollari americani) per un permesso scaduto, ora ci vogliono almeno 50 dollari."

Tuttavia, i georgiani che non hanno i documenti in regola ora preferiscono passare per armeni. La cittadina georgiana Kristina Sanikidze si è laureata all'università di Mosca. Avendo problemi a trovare lavoro, ha fatto domanda per un passaporto russo con un altro cognome, Akopova. "Dopo tutti questi avvenimenti, ho smesso di sperare di ottenere qualcosa di buono da questa storia", dice. "Il mio passaporto georgiano è scaduto, e non posso nemmeno tornare a Tbilisi per procurarmene uno nuovo... sono prigioniera di Mosca, e ho persino paura di uscire".

Un giovane georgiano di nome Anzori lavora nei cantieri di Mosca da più di un anno e il suo certificato di registrazione temporaneo, permesso di lavoro e visto sono tutti scaduti. E` riuscito tuttavia a procurarsi un foglio in cui è scritto che i suoi documenti stanno arrivando - e che ha un cognome armeno.

"Questo significa che mi trattano decentemente", ha raccontato Anzori a IWPR. "Per esempio, io e i miei amici stavamo tornando dal lavoro - nessuno di noi ha i documenti normali - quando la polizia ci ha fermato. Cos'altro potevamo fare? Mentre uno dei poliziotti leggeva i miei documenti, abbiamo detto che eravamo contro il presidente georgiano Mikheil Saakashvili e abbiamo giurato fedeltà al presidente. Hanno avuto compassione e ci hanno lasciati andare. Non hanno nemmeno voluto dei soldi."

IWPR è stato testimone del trattamento dei georgiani. Un poliziotto ha fermato un passante armeno, e gli ha chiesto i documenti. Al momento, un collega gli si è avvicinato, accompagnando un giovane. "Guarda, abbiamo un georgiano", ha detto, e in quel momento il primo poliziotto ha restituito i documenti all'armeno, dicendogli che era "libero", e hanno portato via il georgiano assieme a loro.

"Non so quando finirà tutto questo", dice Malkhaz Janashia, georgiano, che vive a Mosca da 22 anni. "I georgiani non possono più camminare liberamente per Mosca, anche se i loro documenti sono a posto. Bisogna corrompere poliziotti dappertuttto. Passare una settimana in questo paese, di cui sono cittadino, mi è costato 3000 rubli (110 dollari)."

Un sondaggio informale tra i moscoviti indica che la maggior parte di loro appoggia la politica ufficiale. "Sono completamente in favore dell'operato delle nostre autorita`, e i georgiani dovrebbero sapere qual e` il loro posto", dice Valentina Nikolayevna. "Se non sono d'accordo con il presidente, dovrebbero farsi sentire."

"E` la cosa giusta da fare a tutti loro, specialmente ai georgiani, perché si sono dimostrati i più ingrati di tutti," dichiara l'imprenditore Mikhail Vorobyov.

Solo due persone intervistate su dieci avevano una posizione critica riguardo alla severità dei nuovi provvedimenti. "I georgiani lavorano per il bene del nostro paese, e noi ci comportiamo così", ha detto una di loro, Anna Ageyeva.

La Russia non sembra avere intenzione di sollevare la sanzioni contro la Georgia nel prossimo futuro. "Il rilascio dei nostri funzionari non indica un cambiamento di rotta nella politica deliberatamente anti-russa della Georgia," ha dichiarato ai giornalisti stranieri il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. "E non c'è ancora motivo di ripensare i nostri provvedimenti."

* Vahe Avanesian e` direttore dell'ufficio di Mosca del canale televisivo Shant. Lala Nuri lavora per il giornale Azerros a Mosca. Sopho Bukia è il redattore dell'IWPR per la Georgia a Tbilisi