Aleksandr Ankbav, Primo ministro dell'Abkhazija, espone alla Izvestija le speranze di riconoscimento internazionale, il percorso secessionista e di avvicinamento a Mosca della repubblica caucasica
Di Serghej Leskov, Izvestija, 24 ottobre 2006 (tit. or.: "La Russia ci ha aiutato ha sopravvivere")
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Davide Cremaschi
L'Occidente dice che in Georgia si sta costruendo con successo la democrazia. E che in Russia, invece, vengono calpestati i principi democratici. Perché vi avvicinate alla Russia e non alla Georgia?
Dov'erano questi sostenitori della democrazia nel dopo-guerra, quando non sapevamo come sfamare la popolazione? La Russia ci ha aiutato a sopravvivere. Perché queste persone tacevano, quando i nostri passaporti, a causa dei divieti delle autorità georgiane, persero il loro valore giuridico e i nostri cittadini non potevano varcare le frontiere? Perché ora queste persone dimenticano che i nostri anziani non potevano ricevere la pensione georgiana, sebbene ammontasse alla ridicola cifra di 10-60 rubli, mentre adesso la Russia versa ai nostri 25 mila pensionati una somma mensile, per un valore complessivo di 40 milioni di rubli? A Mosca hanno fatto curare gratuitamente più di cento malati gravi. L'Abkhazija quest'anno ha ricevuto dalla Russia, a titolo gratuito, 200 mila libri di testo scolastici. Se tutto ciò va contro la democrazia, allora io non so che cos'è la democrazia.
Alla fine della guerra, l'esercito abkhazo contava 12 mila effettivi, quello georgiano 19 mila. L'impressione è che gli abkhazi siano più combattivi. State raccogliendo le forze per intraprendere un'offensiva come risposta all'incursione georgiana nella gola di Kodori?
Da un punto di vista militare, liberare questo territorio dalla presenza georgiana non comporta alcuna difficoltà. Subito dopo la loro incursione, migliaia di giovani si sono presentati al Commissariato di leva, per combattere in difesa dell'Abkhazija. Ma noi abbiamo a cuore la vita della gente. Questa situazione va risolta con mezzi pacifici, senza vittime.
Gli esperti sono convinti che dal punto di vista del diritto internazionale, l'Abkhazija non possa sperare nell'indipendenza. Non vi turba il fatto che stiate disprezzando il diritto internazionale?
Le assicuro che l'Abkhazija ha buone probabilità di riconoscimento internazionale. Ne è prova la reazione di molti diplomatici, anche se per ora a livello non ufficiale. E poi, perchè il diritto internazionale non si può disprezzare, ma gli interessi degli uomini sì? Perché nel mondo di oggi, per i forti vigono alcune regole, mentre per i deboli altre? Noi desideriamo vivere indipendenti, e ci riusciremo.
Nel caso in cui le condizioni dovessero cambiare e la Russia decidesse di riappacificarsi con la Georgia, l'Abkhazija potrebbe diventare una pedina di scambio...
Negli ultimi anni l'atteggiamento della Russia nei confronti dell'Abkhazija ha assunto una certa logica. Noi siamo certi che questo atteggiamento non cambierà. Tanto più per il fatto che gli umori anti-russi, che serpeggiano negli ambienti delle autorità georgiane, si sono manifestati ancor prima della guerra. L'Abkhazija non ha mai avuto rapporti con la Georgia. Ci hanno inseriti a forza all'interno della RSS di Georgia, alla quale Stalin ha voluto fare un regalo. Ma oggi Stalin non c'è più.
Non vi turba il precedente dell'Adjarija? la regione sud-orientale della Georgia che, dopo aver reclamato maggiore autonomia, è stata riportata a forza sotto il controllo di Tbilisi, ndt. Anche questa regione si era orientata verso la Russia. Adesso però i suoi dirigenti si sono dovuti nascondere a Mosca...
Questa è una storia diversa, anche se non sono sicuro che in caso di successo per l'Adjarija sarebbe cambiato in meglio. L'Adjarija non ha mai dichiarato l'indipendenza dalla Georgia, semplicemente non voleva una tutela così pressante. Inoltre, laggiù non esisteva alcun conflitto etnico.