Yerevan - Piazza della Repubblica

Festeggiamenti e tradizioni delle feste che si concludono in Armenia nel giorno di Natale, il 6 gennaio. Racconto di Talin Suciyan

10/01/2008 -  Anonymous User

Di Talin Suciyan, inviata di AGOS, settimanale bilingue della comunità armena di Turchia, fondato da Hrant Dink. 4 gennaio 2008
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Fabio Salomoni

La frenesia è cominciata dieci giorni prima e si è conclusa il 31 dicembre. In città folla ad ogni ora, il traffico perennemente bloccato. Tutto fermo, macchine e pedoni. Gli abitanti di Yerevan si preparano così al nuovo anno. I prezzi nei negozi aumentano ogni giorno. Il prezzo dei cetrioli in un negozio economico è di circa 6 euro al chilo, in uno di quelli più cari arriva a 17.
Anche il prezzo della frutta cambia quotidianamente. E nonostante ciò l'ultimo dell'anno era impossibile entrare nel negozio più caro della città. Non è nemmeno inusuale poi che dopo aver fatto una lunga coda vi tocchi la delusione di trovarvi di fronte ad uno scaffale vuoto. Quando si tratta di cibo però non ci si perde d'animo e si passa alla coda davanti a un altro negozio.
Il 29 dicembre gli scaffali erano pieni di tacchini precotti. Il 31 completamente vuoti. I clienti vicino a me hanno dovuto ripiegare su polli congelati importati dal Brasile. Ho chiesto perché non si vendessero polli locali. Il macellaio mi ha risposto con il tono di chi ripete per l'ennesima volta la stessa storia "I nostri allevatori hanno smesso di lavorare il 28 dicembre. I polli che ci hanno mandato il 29 pesavano 800 grammi. Nessun vuole polli così piccoli. Da allora non è arrivato più nulla e siamo costretti a vendere i polli brasiliani".

I piatti che gli armeni preparano per l'ultimo dell'anno non sono gli stessi che per me sono tradizionali. Inutile cercare nel reparto verdure il grano per preparare anuşabur (1). Una parola che alla commessa faceva venire in mente la zuppa di yogurt. Ho capito che a Yerevan nessun conosce questo piatto. Ho avuto fortuna nel trovare l'amido ma non ho avuto la forza necessaria per mettermi alla ricerca dell'acqua di rose. Fortunatamente in Armenia c'è invece grande abbondanza di frutta essiccata. Ho potuto usare fichi, prugne e albicocche secche a volontà . Alla fine il dolce mi è riuscito bene. Per trovare la menta secca da utilizzare per preparare le foglie di vite ripiene ho dovuto girare tutta la città. E' chiaro che gli armeni non preparano le foglie di vite ripiene come le prepariamo noi. Immancabili sulla tavola di capodanno sono invece le foglie, di cavolo, ripiene ripiene di ceci, lenticchie o grano.

Il 31 all'improvviso ha cominciato a nevicare ed ha continuato senza sosta per tutto il giorno. La città si è fatta completamente bianca e la biancheria stesa ai balconi si è ricoperta di una sottile crosta di ghiaccio. La città ha cominciato piano piano a calmarsi. Risolto radicalmente il problema del traffico nelle strade. Sulla capitale è caduto un silenzio profondo simile alla quiete che precede la tempesta. Ormai tutti erano nelle loro case. Le donne in cucina a preparare la tavola per la mezzanotte. La notte di capodanno gli armeni hanno ascoltato i discorsi prima del chatolicos Karekin II (2) e poi del primo ministro Robet Kocaryan.

A lavorare solo i Babbo Natale, con una tariffa minima di 60 euro all'ora. Per i bambini un'altra attrazione era nella piazza della Repubblica, al centro della quale, come ogni anno, c'era un gigantesco albero di Natale.
All'avvicinarsi della mezzanotte le strade si sono ricoperte di ghiaccio mentre noi cercavamo di raggiungere Ecmiadzin in taxi. Siamo riusciti lo stesso ad arrivare in tempo. Tutti gli alberi che circondavano la chiesa madre degli armeni erano illuminati. Il cielo era di un colore viola chiaro, il terreno ed il tetto della chiesa coperti di neve. Quando siamo arrivati abbiamo visto il corteo guidato dal chatolicos Karekin II che si avvicinava lentamente al portale della chiesa. La gente arrivata fin lì veniva accolta dagli auguri e dalle preghiere di Karekin. Augurandoci un anno pieno di speranze siamo ritornati in città. La temperatura si faceva sempre più fredda, meno cinque sotto zero. Mentre noi ci preparavamo a rifugiarci in qualche casa Samvel, il nostro tassista, ci raccontava che alle due e mezzo, tornato a casa, avrebbe preso la famiglia per andare a visitare i parenti. Un'energia ammirevole...

Gli armeni hanno fatto mattina visitando amici e parenti e brindando alla salute ed alla felicità. Dopo qualche ora di riposo il tour riprendeva.
Le porte delle case non sono chiuse a chiave. Le persone arrivano senza sosta e si mettono a tavola. Si mangia sollevando continuamente i calici. I nuovi arrivati segnalano a chi è seduto che è ora di lasciare il posto ai nuovi ospiti. Un giorno si ricevono le visite ed il giorno successivo si è ospiti delle stesse persone. Ho capito quanto fosse faticoso festeggiare e quando lavoro richieda. Ma questa faticosa tradizione è una parte della vita in Armenia.
E si continua così fino al giorno di Natale, il 6 gennaio.

(1) Dolce tradizionale a base di grano, legumi, frutta secca ed acqua di rose
(2) Patriarca della Chiesa apostolica armena