In un documento comune, viene ribadito il proprio NO alla guerra. "Non vogliamo essere semplicemente i soccorritori delle vittime di guerre ingiuste". Una sensibilità maturata probabilmente anche dalle vicende del Kossovo
Non aspettatevi da noi che attraverso il nostro lavoro ed i nostri sforzi nella fase del post-conflitto avalleremo la politica del Governo italiano a sostegno di un intervento militare in Iraq. Sembra essere questo il senso del comunicato stampa consegnato dai rappresentanti di molte ONG italiane presso le Ambasciate italiane in tutto il mondo il 15 febbraio scorso.
Si invita il Governo a ritornare sui suoi passi. "La scelta del Governo italiano, in caso contrario - recita la dichiarazione - è una scelta contro la pace, contro la legalità ed il diritto internazionale, contro il popolo iracheno che dopo guerre, bombardamenti e dodici anni di embargo non ha certo bisogno di altri interventi bellici fatti in suo nome, ma che invece lo colpiscono con altre sofferenze."
"Sosteniamo da anni - continua il documento delle ONG - la causa della democratizzazione e dei diritti umani, della giustizia, della lotta al terrorismo. La guerra non fa che aggiungere sofferenze ad altre sofferenze, violazioni dei diritti umani ad altre violazioni dei diritti umani... Non vogliamo essere semplicemente i soccorritori delle vittime di guerre ingiuste. In caso di attacco moriranno migliaia di persone, ci saranno centinaia di migliaia di profughi: faremo la nostra parte per portare aiuto, ma nessuno pensi di utilizzare questo nostro impegno umanitario come supporto o consenso alle scelte politiche di guerra".
L' iniziativa - che coinvolgerà anche i partner locali dei promotori - è stata indetta, dal 'Tavolo di solidarietà con le popolazioni irachene' formato, su invito della associazione 'Un ponte per...', da un primo gruppo di 10 ONG e Associazioni che hanno deciso di coordinarsi per concertare azioni comuni contro la guerra, le azioni umanitarie che si rendessero necessarie verso tutte le popolazioni colpite in caso di conflitto e per promuovere comuni progetti di sviluppo se la guerra sarà fermata.
Altra novità importante: il 'Tavolo' denuncia, e non parteciperà, ad iniziative di aiuto umanitario che il Governo italiano e altri governi o istituzioni, dovessero mettere in atto a copertura della propria partecipazione alla guerra, identificherà in totale autonomia le azioni di aiuto che realmente sosterranno le popolazioni colpite e non collaborerà con le forze militari.
Le organizzazioni che hanno dato vita al 'Tavolo di solidarietà con le popolazioni irachene', che è aperto alla adesione di altre ONG, associazioni ed Enti Locali, sono Un ponte per..., Associazione ONG italiane, Beati i Costruttori di Pace, Consorzio Italiano di Solidarietà - ICS, COSV - Solidarietà Italiana nel Mondo, Intersos, ISCOS - Istituto Sindacale per la Cooperazione allo Sviluppo, GVC - Gruppo di Volontariato Civile, Progetto Sviluppo, Terre des Hommes.