A Tbilisi la maggioranza della popolazione e quasi tutti gli attori della scena politica che sostengono l'entrata del Paese nella NATO, sono rimasti delusi dal vertice di Bucarest

15/04/2008 -  Maura Morandi* Tbilisi

Nel corso dell'atteso summit NATO tenutosi a Bucarest dal 2 al 4 aprile gli alleati hanno accettato due nuovi membri, Croazia e Albania, posticipato l'entrata della Macedonia ma rifiutato la richiesta di membership alla Georgia e all'Ucraina. Nonostante la forte spinta da parte del Presidente americano George W. Bush, infatti, diversi paesi europei capeggiati da Germania e Francia hanno ostacolato l'offerta a Tbilisi e Kiev del Membership Action Plan (MAP), un' importante fase nel percorso verso l'effettiva appartenenza all'organizzazione.

Prima dell'inizio del vertice, il Primo Ministro francese Fracois Fillon aveva già dichiarato che "la Francia si oppone all'entrata di Georgia e Ucraina perché pensiamo che non sia una buona risposta al bilanciamento dei poteri all'interno dell'Europa e tra l'Europa e la Russia". I leader dei paesi alleati, infatti, si sono rifiutati di offrire un piano pre-membership alle due repubbliche ex-sovietiche per non radicalizzare l'antagonismo con la Russia. Antagonismo peraltro già accentuato nel corso delle ultime settimane dalla dichiarazione d'indipendenza del Kossovo e relativo riconoscimento da parte dei paesi occidentali, fortemente ostacolato invece da Mosca. Secondo il Cancelliere tedesco, Angela Merkel, inoltre, "paesi intrappolati in conflitti regionali non dovrebbero tentare di diventare membri".

A Bucarest non c'è stato un consenso all'ultimo minuto tra gli alleati a favore dell'entrata dei due nuovi paesi, ma a Tbilisi e a Kiev è stato assicurato il pieno sostegno per la futura entrata nell'Alleanza Atlantica. Il Segretario Generale della NATO, Jaap de Hoop Scheffer, ha dichiarato che al summit è stato comunque deciso che "questi paesi diventeranno membri della NATO" e che nel corso del vertice dei ministri degli affari esteri dei paesi alleati che si terrà nel corso del prossimo dicembre verranno esaminati i progressi fatti da Georgia e Ucraina. Jaap de Hoop Scheffer ha spiegato, infatti, che "l'Alleanza sta ancora monitorando i progressi compiuti da Georgia e Ucraina nel campo delle riforme democratiche" e che, in particolare, per la Georgia faranno da cartina di tornasole le elezioni parlamentari libere e democratiche del prossimo 21 maggio.

Sembra quindi che l'entrata di Tbilisi e Kiev sia stata solo posticipata di qualche mese, dato che la riunione di dicembre dei ministri ha potere decisionale in merito all'offerta del piano di membership. Ma se prima del vertice le autorità georgiane insistevano sul fatto che solo il passaggio alla fase del MAP sarebbe stato un risultato soddisfacente per la Georgia, a conclusione dei lavori di Bucarest si dicono molto soddisfatte per la decisione dell'Alleanza Atlantica in merito al futuro del Paese.

Nei giorni precedenti al vertice NATO il Ministro degli Affari esteri georgiano, Davit Bakradze, aveva dichiarato che "un "no" alla Georgia mostrerà di dare ragione a quelle persone del Cremlino che pensano che una politica basata sul ricatto, sull'arroganza e sull'aggressività possa influenzare le decisioni della NATO". Lo stesso Ministro, commentando i risultati del summit di Bucarest, ha poi descritto come "storico" il momento. Il Capo della Commissione parlamentare per gli Affari esteri, Kote Gabashvili, ha aggiunto che "la NATO ha ufficialmente dichiarato che la Georgia diventerà membro dell'Alleanza Atlantica, non un candidato, ma membro. La decisione politica è già stata fatta".

Completamente positivi anche i commenti del Presidente georgiano Mikheil Saakashvili secondo il quale "a Bucarest abbiamo ottenuto molto più di quello che speravamo" in quanto "questo è un impegno diretto da parte dell'Alleanza Atlantica affinché la Georgia e l'Ucraina diventino membri dell'organizzazione". Di ritorno dal summit in un'intervista alla televisione Rustavi 2, Saakashvili ha dichiarato che "il vertice NATO ci ha dato la garanzia politica e legislativa della membership. Nessun altro paese ha mai ottenuto questo. Il MAP ora non è una questione politica, ma solo una questione tecnica".

Anche Mosca ha accolto con favore i risultati del vertice in merito al futuro di Tbilisi e Kiev. Il Capo della Commissione per gli Affari internazionali della Duma, Konstantin Kosachev, ha dichiarato che "il fatto che non sia stato concesso il MAP, prova che all'interno della NATO ci sono forze che valutano in modo giusto le relazioni tra la Russia e l'Alleanza Atlantica". L'inviato della Russia presso la NATO, Dmitry Rogozin, ha aggiunto che la decisione di posticipare il MAP è stata un riconoscimento del fatto che "una parte della popolazione ucraina non vuole l'adesione alla NATO e che la Georgia ha problemi sul controllo dei suoi confini".

A Tbilisi, dove la maggioranza della popolazione e quasi tutti gli attori della scena politica sostengono l'entrata del Paese nella NATO, il vertice è stato definito una "delusione". L'opposizione infatti considera il rifiuto della Georgia in qualità di membro da parte dell'Alleanza un chiaro fallimento dell'amministrazione Saakashvili che ora il governo in carica cercherebbe di far passare come un successo.

Il leader del Partito Repubblicano, Levan Berdzenishvili, ha commentato l'esito di Bucarest affermando che "noi tutti volevamo un MAP, ma non credo che questo governo sarà capace di adempiere a tutte le richieste nemmeno entro dicembre. L'unica cosa che può fare ora per migliorare in qualche modo la situazione è tenere elezioni libere in maggio e perderle onestamente". Della stessa opinione è Manana Nachkebia, rappresentate del partito Nuova Destra, secondo la quale "la ragione del fallimento è la mancanza di democrazia nel Paese. Se il governo georgiano non inizia a sviluppare istituzioni democratiche nel Paese, le porte della NATO rimarranno sempre chiuse per noi".

L'esito del summit di Bucarest è stato accolto con una certa delusione anche da parte di quel 77% dei cittadini georgiani che lo scorso 5 gennaio, in occasione del plebiscito tenutosi in concomitanza con le elezioni presidenziali, si erano espressi a favore dell'entrata del Paese nella NATO.

Merab, commerciante di 47 anni, dichiara che secondo lui "la NATO ha deciso che la Georgia non è pronta per entrare a far parte dell'Alleanza. Hanno visto quello che è successo lo scorso novembre". Della stessa opinione Nina, 38 anni, che spiega: "ce l'aspettavamo. La NATO ha paura di alcune cose che succedono in Georgia, quali le violazioni dei diritti umani. Tutti possono vedere la crisi politica che abbiamo qui". Tra i cittadini georgiani, c'è anche chi ritiene la Russia responsabile del fallimento dei negoziati della Georgia con la NATO. Levan, architetto, ritiene che "l'America ha cercato di fare del suo meglio, ma la Russia questa volta è stata più forte".

*Programme Officer, UNHCR Georgia. Le opinioni espresse nell'articolo sono da attribuirsi unicamente all'autrice e non riflettono necessariamente la posizione dell'UNHCR