A Bucarest firmato un protocollo di collaborazione tra le due capitali. Dal trasporto urbano, alle tecnologie di comunicazione. Dalla gestione dei rifiuti all'organizzazione di scambi tra studenti. Per finire con la questione dei rumeni che risiedono illegalmente a Roma
Il sindaco di Roma, Walter Veltroni, si è recato di recente a Bucarest, capitale della Romania, su invito del suo omologo romeno, Adriean Videanu. La visita è durata solo 24 ore (25-26 giugno) ma si è rivelata una vera maratona per il primo cittadino di Roma che ha stretto molte mani, incontrato diverse autorità e firmato un protocollo di collaborazione tra le due capitali.
Il comunicato ufficiale che annunciava la visita di Veltroni a Bucarest esordiva con attività come l'inaugurazione, nella piazza dell'Università, della statua di Mihai Viteazul, personaggio storico romeno simbolo dell'unità, seguita da un miniconcerto di musica classica e contemporanea dell'Opera "San Carlo" di Napoli e per finire uno spettacolo di luci: i due sindaci hanno acceso insieme il sistema di illuminazione del monumento.
Qui anche l'italiana ENEL - che di recente ha acquisito la Società Elettrica romena - ha fatto la sua parte. E continuerà a farla perché si è impegnata, a spese proprie, a montare l'illuminazione per altre statue del centro di Bucurest. Un'altra novità è che Bucarest entra nel circuito delle città europee che partecipano a settembre alla Notte Bianca. I due sindaci hanno inoltre firmato un Memorandum che prevede la realizzazione di una copia della Colonna di Traiano, l'imperatore romano conquistatore della Dacia, che verrà collocata a Bucarest, perché "monumento emblematico per la nascità del popolo romeno".
Ma Veltroni non ha volato fino a Bucarest solo per accendere luci e inaugurare statue, nonostante anche queste attività abbiano la loro importanza. A Bucarest è stato firmato un protocollo di collaborazione tra le due capitali, soprattutto nell'ambito delle comunicazioni e della tecnologia, delle informazioni, amministrazione, gestione dei servizi municipali, trasporto urbano, lavori pubblici, gestione dei rifiuti, protezione sociale, mutua assistenza nell'ambito dei rapporti economici, impegno nel promuovere tournèe teatrali, di musica e danza, organizzazione di mostre e attività sportive, nonché scambi tra giovani, studenti, docenti.
I bambini di strada
La stampa romena riportando la notizia della visita di Veltroni a Bucarest ha sottolineato sin dall'inizio che ciò che preoccupa le autorità italiane è il problema dei rom e dei bambini di strada provenienti dalla Romania. Due categorie di cittadini romeni che destano preoccupazione più a Roma che a Bucarest.
Jurnalul National (Il Giornale Nazionale) titola:"Gli italiani vogliono ridarci indietro i rom", Cotidianul (Il Quotidiano) scrive:"Gli italiani ci restituiscono i bambini di strada" oppure:"Sono stufi! Il sindaco di Roma, Walter Veltroni, è arrivato per risolvere il problema dei rom e dei romeni che hanno spaventato l'Italia nell'ultimo periodo". "Pagano loro, noi dobbiamo solo portarceli via!".
Il quotidiano Romania Libera scrive che i sindaci Veltroni e Videanu hanno firmato un memorandum secondo il quale i minori romeni che si trovano a Roma e non sono accompagnati, saranno rimpatriati e alloggiati temporaneamente in un centro che sarà istituito a Bucarest. Per i giornalisti romeni, "oltre al protocollo di collaborazione tra le due municipalità e le belle parole sui legami tra i due paesi, gli italiani vogliono risolvere i problemi stringenti creati dai romeni che abitano illegalmente in Italia."
In pratica, come cittadini comunitari, abitano illegalmente se dopo tre mesi non hanno un documento che attesti la loro permanenza in Italia, rilasciato per motivi di lavoro, studio, ricongiungimento familiare. Il Comune di Roma finanzierà quindi nella capitale romena, la costituzione di un centro di accoglienza per minori romeni che attualmente vivono sul territorio romano in situazioni di difficoltà. Veltroni ha dichiarato a Bucarest che i minori, attualmente sotto la tutela delle autorità di Roma andranno nei centri di accoglienza perché vengano assistiti nella loro terra, cercando il ricongiungimento con i loro familiari.
A Roma vi sono oggi 895 minori, tra i 14 e i 18 anni, rispetto agli 539 presenti nel 2004. "Per loro pensiamo di agire insieme ad altre associazioni italiane per assisterli e integrali nel loro paese di origine", dice Veltroni che non trova in proposito grande entusiasmo a Bucarest. Ottiene tuttavia la disponibilità da parte del sindaco Videanu: il comune di Bucarest, infatti, potrebbe mettere a disposizione il terreno per la costruzione del centro desiderato da Veltroni. Nonostante la dichiarazione di disponibilità, ancora non è certo quando potrà essere costruito. Il sindaco romeno si è limitato a dare una risposta evasiva:"Tra 3-4 mesi".
Almeno 2000-2500 minori romeni vivono all'estero senza essere accompagnati da genitori o altri parenti. La maggior parte, quasi 1500, vive in Italia e di questi il numero più significativo risiede proprio a Roma. In mancanza di un accordo (nonostante le trattative in merito tra la Romania e l'Italia siano cominciate nel 2004) non è stato possibile rimpatriarli. Il segretario di stato dell'Autorità Nazionale romena per la Protezione dei Diritti del bambino, Marilena Neagu, spiega che tra i due paesi "è difficile raggiungere un consenso sulle modalità di rimpatrio dei minori a causa delle numerose autorità locali italiane che si occupano dei bambini romeni."
I rom
Alla vigilia della visita del sindaco di Roma, la stampa romena notava: "Veltroni ha preparato in modo serio la sua strategia. Ancora un mese fa il sindaco di Roma dichiarava sul quotidiano La Repubblica che si deve collaborare con il governo romeno per quanto riguarda la sistemazione dei rom".
Tuttavia, creare in Romania le condizioni affinché loro scelgano di ritornare non è facile. Lo pensa il sindaco di Turnu Severin, Constantin Dinu, impaurito dalla prospettiva di dover ricevere 250 rom di ritorno da Roma. "Dove mettere 250 persone? Dobbiamo fare calcoli esatti e impegnarci per un tale progetto; le cose non sono semplici". Nei giorni scorsi dal comune di Roma arrivava la notizia che il primo rom di cittadinanza romena è stato rimpatriato. Florin B. un disabile che mendicava nei pressi del Pantheon è arrivato a Bucarest. Un rientro protetto che fa parte di un piano più ampio. La stampa italiana ha dato risalto al suo caso. Ma non quella romena. Anche dopo essere diventati comunitari, i cittadini romeni possono essere espulsi e questo provoca frustrazione.
A partire dal prossimo gennaio Walter Veltroni spera di rimpatriare 1000 rom romeni. Un accordo di principio con le autorità di Craiova, Calarasi e Turnu Severin ci sarebbe. Sono città da dove proviene circa l'80% dei rom emigrati a Roma. Veltroni ha precisato che con la rispettiva intesa si cercherà di favorire lo sviluppo economico nelle tre località con l'aiuto dei fondi dell'UE.
Il Comune di Roma si è inoltre impegnato ad avviare corsi di formazione rivolti a migranti romeni per alcune specifiche figure professionali, per favorirne il rientro in patria. Principalmente per gli adolescenti tra 14 e 18 anni.
Nei prossimi mesi, ha annunciato il sindaco di Roma, sarà definito un programma speciale che contenga il numero di persone per ogni categoria professionale di cui Bucarest ha bisogno. Si tratta soprattutto di addetti al settore edile, di cui in Romania si registra una grande carenza. In alcuni settori, come edilizia e infrastrutture, la Romania importa ormai mano d'opera dalla Cina, dalla Repubblica Moldava e dall'Ucraina.
Il potere degli stereotipi
A Bucarest Veltroni ha inoltre incontrato il ministro dell'interno romeno Cristian David. La collaborazione tra i due ministeri si è rafforzata anche grazie ad un accordo siglato a Bucarest nel dicembre scorso, un mese prima dall'entrata della Romania nell'Ue. Poliziotti romeni arrivano in Italia, collaborano con i colleghi italiani per lavorare assieme allo smantellamento di organizzazioni criminali transnazionali. Al momento in Italia ci sono due ufficiali di collegamento e quattro operativi che collaborano con la polizia italiana. Presto dovranno arrivare altri cinque poliziotti.
La visita di Veltroni a Bucarest ha avuto un effetto immediato. Almeno sul primo ministro liberale Calin Popescu Tariceanu. Incontrando il premier Romano Prodi a Bruxelles, Tariceanu ha dichiarato:"Negli anni 20 l'Italia era conosciuta negli USA a causa della mafia. Non voglio che i romeni che desiderano andare a lavorare in Italia abbiano da soffrire a causa di un gruppo ristretto di cittadini di etnia rom". Poi il premier romeno ha annunciato che le autorità di Bucarest manderanno nella penisola poliziotti che aiutino nell'arresto e rimpatrio dei romeni che commettono atti di delinquenza nella capitale italiana. Tariceanu ha spiegato che la Romania deve adottare tale misura per non compromettere l'immagine dei romeni onesti che vivono in Italia.
Dopo le dichiarazioni del primo ministro Calin Popescu Tariceanu, l'Associazione Romani Criss ha presentato una denuncia al Consiglio nazionale per la lotta alla discriminazione (CNCD). Romani Criss protesta per la dichiarazione del premier secondo il quale i rom "commettono tutti gli atti di delinquenza possibili a partire da prostituzione fino alle rapine organizzate e al traffico di droga". Secondo l'organizzazione Romani Criss, Tariceanu associa i rom esclusivamente alla delinquenza. Si stima che in Romania vivano quasi 2 milioni di rom, il 10% dalla popolazione, una porzione significativa del paese che si scontra con una limitata rappresentanza e ampi pregiudizi.