La Russia è pronta a mostrare all'UE l'ambiguità dello scenario kosovaro con l'esempio di Abkhazia e Ossezia del Sud
Da Gazeta-GZT18 febbraio 2008 (titolo originale: "Праздник пришел на улицы Косово")
Traduzione per Osservatorio Caucaso di Giorgio Orani
Il parlamento del Kosovo ieri in seduta plenaria ha dichiarato l'indipendenza della provincia. "Da questo momento il Kosovo si dichiara stato indipendente e sovrano", - ha dichiarato il premier kosovaro Hashim Thaci. Il documento, che prima avevano già firmato Thaci ed il presidente del Kosovo Fatmir Seidiyu, è stato confermato dai parlamentari all'unanimità. I rappresentanti dei serbi, che in parlamento hanno 10 seggi, non hanno preso parte alla votazione. "Abbiamo atteso molto a lungo questo giorno -ha detto Thaci al parlamento- Belgrado non gestirà più il Kosovo". I serbi hanno fulmineamente reagito , dichiarando per l'ennesima volta che non riconosceranno mai l'indipendenza della provincia, ed il premier Vojslav Kostunica ha dichiarato il Kosovo uno stato finto.
Per le strade di Pristina c'era gran folla già dal primo mattino. Nell'attesa della seduta del parlamento la gente era giunta da tutta la provincia e addirittura da oltre confine. E sulla piazza centrale alcuni magazzini di alimentari servivano gratis gli astanti. Nella dichiarazione, che il parlamento kosovaro ha preso nel giubilo degli astanti sulla piazza centrale, si parla, in particolare, della devozione della provincia "all'eurointegrazione", ed il Kosovo viene definito "caso unico nell'area post-jugoslava". "In accordo al piano di Ahtisaari proclamiamo il Kosovo repubblica, stato sovrano,- si afferma nella dichiarazione- abbiamo l'intenzione di difendere i diritti di tutte le nazionalità del Kosovo e otterremo la loro partecipazione attiva e leale nella vita politica del paese".
La scissione nell'Unione Europea
Alla fine l'UE ha avvallato l'invio nel Kosovo di una missione di polizia speciale, nella quale rientrano circa 2 mila poliziotti, doganieri, magistrati e personale giudiziario. Essa sarà dislocata nella provincia già questa settimana. Il governo serbo ha già reagito duramente a questa decisione, chiamandola un segnale d'allarme. Secondo le parole del ministro per gli affari del Kosovo Metohija, l'invio della missione dimostra il riconoscimento da parte dell'UE dell'indipendenza della provincia, che è parte inseparabile della Serbia.
Ricordiamo che il governo serbo ha preso una decisione già il 14 febbraio, nella quale la dichiarazione di indipendenza della provincia viene definita illegale. Come si precisa nel documento, tutti i serbi della provincia restano cittadini serbi e mantengono il diritto di non riconoscere agli albanesi del Kosovo l'indipendenza.
Secondo i dati in possesso dei ministri occidentali, il governo serbo ha un qualche piano segreto nel caso l'indipendenza venga dichiarata nella provincia. In esso sarebbe contenuta la rottura dei rapporti diplomatici coi paesi che riconosceranno l'indipendenza del Kosovo. Il presidente Tadic non ha provato a negare questa informazione. "I rapporti bilaterali non saranno più sullo stesso livello" ha detto. Allo stesso tempo, secondo le sue parole, nessuna rottura definitiva può esserci. Secondo gli esperti, assolutamente non tutti i membri dell'UE sono pronti al riconoscimento del Kosovo. Il capo studioso dell'Istituto Europeo, Yuriy Borko, sostiene che per questo motivo l'UE si è scissa. " Una fila di paesi, come la Germania, la Francia e l'Italia, hanno annunciato l'appoggio all'indipendenza del Kosovo- ha dichiarato questo all'inviato della Gazeta- ma l'UE come organizzazione non riesce a formulare un punto di vista unico. Contrari sono circa sette paesi, per questo una posizione unica dell'EU è esclusa." Per quanto riguarda l'invio in Kosovo della missione speciale, questa, secondo l'esperto, è una misura necessaria e forse la migliore a questo momento.
Intreccio di passioni
Intanto gli analisti occidentali temono seriamente che la decisione del governo kosovaro possa provocare un richiamo all'uso della forza nella regione. Ad ogni modo, nella regione, affermano i rappresentanti della missione ONU in Kosovo, la situazione resta calma. "Non c'è stato alcun incidente nelle ultime settimane, la polizia lavora a regime normale -ha raccontato alla Gazeta l'addetto stampa della missione ONU in Kosovo Aleksandr Ivanko- ma naturalmente abbiamo un piano di azione per ogni evenienza, sebbene non ci aspettiamo alcun crescere della tensione".
"Non penso che ci siano da aspettarsi versamenti di sangue -sostiene Yuriy Burko- e la prospettiva di un ingresso nell'UE della Serbia esclude l'evenienza di azioni brusche da parte di Belgrado."
La Serbia a sua volta ieri per l'ennesima volta ha affermato che non riconoscerà mai l'indipendenza della provincia. "Faremo di tutto per annullare la proclamazione unilaterale e illegale di indipendenza", ha affermato il presidente serbo Tadic.
La Russia si è fatta sentire con la convocazione immediata dell'ennesimo consiglio di sicurezza dell'ONU sulla questione kosovara. "Aspettiamo dalla missione dell'ONU in Kosovo e dalle forze Nato un intervento rapido secondo i termini del loro mandato e che includa l'annullamento della decisione degli organi di autogestione di Pristina e dure misure amministrative contro di loro." Si legge nella nota ufficiale del ministero degli affari esteri russo.
Creato un precedente
Un'altra dichiarazione di avvertimento era stata diffusa dagli organi diplomatici russi già venerdì. In essa si diceva che in caso di dichiarazione dell'indipendenza del Kosovo, la Russia avrebbe dovuto considerare questo fatto adattabile all'Abkhazia ed all'Ossezia del sud.
La dichiarazione di Mosca non ha fatto felice Tbilisi. Già sabato era stata consegnata al console russo in Georgia Vjacheslav Kovalenko una nota di protesta. Ed il presidente georgiano aveva considerato esagerata la dichiarazione sull'intenzione di difendere i diritti dei propri cittadini, che vivono nei territori di Abkhazia ed Ossezia del sud. "Se sul territorio dell'Abkhazia e del Tshinvali si trovano cittadini russi, allora essi si trovano lì illegalmente. Nessun governo ha il diritto di conferire la sua cittadinanza in Georgia senza il permesso del governo georgiano, né tanto mento di dichiarare l'intenzione di difendere i suoi cittadini con la forza"- ha dichiarato.
Il presidente della commissione per i rapporti esteri del parlamento georgiano Konstantin Gabashvili, ha dichiarato al corrispondente della Gazeta che in caso di dichiarazione di indipendenza del Kosovo, per l'evoluzione della situazione in Ossezia del sud ed Abkhazia, molto dipenderà dalla Russia "E non solo perché essa è intermediario nella regolazione dei conflitti georgiano-abkhazi e georgiano-ossetini, ma soprattutto perché questo è il confine tra Russia e Georgia" ha detto Konstantin Gabashvili.
"Non so cosa succedrà dopo la dichiarazione d'indipendenza del Kosovo, ma so che a Tbilisi si avranno problemi legati alla regolazione dei conflitti"- ha detto al corrispondente della Gazeta il leader del movimento "Imedi" (speranza) Irina Sarishvili.
Intanto, alla dichiarazione del ministero degli esteri hanno reagito con sfiducia i due gruppi nazionali delle repubbliche non riconosciute :"Anche se tutto il mondo riconosce il Kosovo, la Russia non ci sosterrà. Noi siamo una moneta di scambio nelle sue mani, per far pressione sulla Georgia e sulla comunità internazionale. Nel momento in cui la Georgia inizierà le trattative con la NATO, la Russia cercherà con varie misure di trattenerla dall'entrata nell'alleanza atlantica, promettendo in cambio noi e l'Abkhazia" ha dichiarato al corrispondente della Gazeta il direttore dell'Istituto di tecnologia dell'Ossezia del sud, Izolda Kachmazova. "Siamo grati per l'aiuto mostrato, ma le parole sono una cosa, i fatti un'altra"- ha dichiarato un membro dell'amministrazione della presidenza dell'Abkhazia, Igor Kodua. Il pensiero dei rappresentanti della repubblica non riconosciuta è condiviso anche dal vice direttore del centro di ricerche politiche Aleksey Makarkin: " Non penso che Mosca riconosca l'indipendenza dell'Abkhazia e dell'Ossezia del sud. Per quanto la presenza della Russia e delle organizzazioni internazionali in questo caso resta al centro di discussioni. Penso che Mosca voglia solo rinforzare il proprio sostegno economico e culturale e limitarsi a questo" ha dichiarato al corrispondente di Gazeta.
Il leader dell'Abkhazia Sergey Bagapsh a sua volta ha detto che la sua repubblica, insieme all'Ossezia del sud e alla regione della Transnistria, come il Kosovo ieri, hanno annunciato la loro indipendenza già 10 anni fa. "Un altro affare è-ha aggiunto- come reagirà la comunità internazionale. La dichiarazione degli americani sull'unicità del caso kosovaro non cambia nulla. Giuridicamente le nostre repubbliche hanno molte più ragioni per essere indipendenti rispetto ai kosovari. L'importante è il volere del popolo e questo ha espresso il suo desiderio già 10 anni fa".
Secondo le parole di Bagapsh, all'Abkhazia e all'Ossezia del sud non sono necessari, a differenza del Kosovo, specialisti giuridici che potrebbero avviare istituzioni civili. "Da noi c'è tutto questo -ha detto Bagapsh-lunedì noi con la Transnistria ci rivolgeremo alla comunità internazionale, alla Russia e alla CIS, perché essi riconoscano la nostra indipendenza".
Il co-presidente del Consiglio dei Mufti di Russia Nafigullah Ashirov saluta la dichiarazione di indipendenza del Kosovo. Con la sua posizione lui ribadisce l'impossibilità della convivenza di serbi ed albanesi su un unico territorio. Secondo il suo pensiero, questo è diventato impossibile a causa dei crimini dei militari serbi. "La crudeltà e la politica aggressiva veniva non solo dai serbi di Kosovo, ma anche dalla Federazione Serba- ha dichiarato al corrispondente di Gazeta".