Una sparatoria nella regione di Tskhinvali fa salire la tensione tra il governo georgiano e quello della autoproclamata Ossezia del Sud. La cronaca del moscovita Kommersant, nostra traduzione
Di: Aleksandr Gabuev e Vladimir Novikov, Tbilisi, per Kommersant, 14 maggio 2007
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Davide Cremaschi
Nel fine settimana la situazione in Ossezia del Sud ha continuato a surriscaldarsi. Nella regione di Tskhinvali si è verificata una sparatoria. Vi sono feriti su entrambi i fronti. I governi dell'Ossezia del Sud e della Georgia si sono subito rivolti un reciproco scambio di accuse sulle responsabilità dell'accaduto. Intanto il presidente della repubblica non riconosciuta Eduard Kokojty, dopo aver decretato un blocco della strada maestra Transcaucasica, è inaspettatamente partito per Vladikavkaz Ossezia del Nord, ndt. Sembra che le autorità russe abbiano deciso di raffreddare l'entusiasmo del signor Kokojty. Almeno per tutta la durata della visita a Mosca del segretario di Stato americano Condoleeza Rice.
Dopo l'ordine - impartito da Eduard Kokojty - di bloccare a partire da giovedì scorso i villaggi georgiani dell'Ossezia del Sud, nella zona del conflitto si è registrato l'incidente sicuramente più drammatico degli ultimi tempi. Come sempre, le versioni provenienti dalle due parti in causa sono diametralmente opposte. Il responsabile del Comitato per l'informazione dell'Ossezia del Sud, Irina Gagloeva, ha raccontato alla nostra testata: "Sabato, verso le otto di sera, nei quartieri meridionali della città è partito un attacco indiscriminato con mitragliatori pesanti e lanciagranate. Abbiamo dovuto aprire il fuoco per rispondere. Il bombardamento - andato avanti per 20 minuti - proveniva dai villaggi georgiani di Ergenti e Nikozi sul confine georgiano-osseto, NdT. Come risultato sono state danneggiate abitazioni civili". Secondo Irina Gagloeva, tra le fila ossete risulta ferito Ruslan Kastoev.
I funzionari georgiani interpretano gli avvenimenti esattamente all'opposto. Un responsabile dell'amministrazione regionale di Shida Kartli (una regione molto prossima alla zona del conflitto), Ghela Induashvili, ha dichiarato: "Il bombardamento proveniva soprattutto dal lato osseto. Noi siamo stati costretti a rispondere al fuoco. Mentre i nostri militari sparavano con armi automatiche, venivano bersagliati a colpi di lanciagranate. Possiamo fornirne le prove concrete: il poliziotto georgiano ferito Ushanghi Kartvelishvili". Stando alla parole di Ghela Induashvili, "rappresentanti delle forze di interposizione russe hanno confermato che il bombardamento è avvenuto da parte osseta".
Intanto in un'intervista, il comandante delle Forze Miste di peace-keeping (SSPM) Marat Kulakhmetov, ha dichiarato che: "Finora il gruppo di monitoraggio dell'SSPM non è riuscito a chiarire chi sia stato a dare il via ai combattimenti". Il generale Kulakhmetov ha raccontato che proprio quella sera stessa è avvenuto un altro combattimento, proprio nella periferia settentrionale di Tskhinvali, non lontano dal villaggio georgiano di Tamarasheni.
Cominciato l'11 maggio per ordine del presidente della repubblica non riconosciuta Eduard Kokojty, il blocco dei villaggi georgiani continua, sebbene non riesca a produrre alcun effetto reale. Sbarrando il tratto della strada maestra Transcaucasica, lungo la quale sono disposti i villaggi georgiani di Kurta, Kekhvi, Tamarasheni e Abatchbeti, le autorità di Tskhinvali possono solo prolungare i tempi di spostamento degli abitanti locali verso Tbilisi, dal momento che una strada alternativa rimane comunque. "E infatti non blocchiamo alcun villaggio! Abbiamo solo sbarrato la strada in quel punto. E' una misura adottata in risposta al fatto che la Georgia ha bloccato da tempo il passaggio verso l'Ossezia del Sud", ha dichiarato Irina Gagloeva.
In Georgia si ricollega la - alquanto rara - attività di Eduard Kokojty, alla partecipazione di venerdì al parlamento georgiano di Dmitrij Sanakoev - il leader dell'amministrazione temporanea dell'Ossezia del Sud fedele a Tbilisi, con sede nel villaggio di Kurta. Il ministro georgiano per la risoluzione del conflitto Merab Antadze ha dichiarato: "Le autorità di Tskhinvali hanno provato a provocare la tensione proprio nei giorni dell'intervento al parlamento di Dmitrij Sanakoev. Avevano bisogno di dimostrare di essere in grado, se non proprio di controllare la situazione, quanto meno di esercitare una certa pressione". Ma il più fedele compagno d'armi di Dmitrij Sanakoev, l'ex-ministro degli Interni dell'Ossezia del Sud Džemal Karkusov ha dichiarato che "il regime di Kokojty è interessato ad un'escalation della tensione, dal momento che, in tempo di pace, lui non è richiesto".
Nel frattempo lo stesso presidente dell'Ossezia del Sud ha continuato per tutta la giornata di sabato a rilasciare dichiarazioni minacciose: "Le misure adottate per bloccare la strada rimarranno in vigore fino a quando dal territorio dei centri abitati, temporaneamente occupati dalle forze armate georgiane, non saranno espulse tutte le formazioni armate e i gruppi di fantocci che si auto-definiscono "unità amministrativa temporanea". Le forze speciali georgiane hanno commesso lungo questo tratto di strada delle violenze, pur di ottenere l'elezione in parlamento del "kolchoz di Kurti" Dmitrij Sanakoev".
Le parole di Eduard Kokojty hanno definitivamente fatto infuriare le autorità di Mosca. Ancora venerdì scorso il ministero degli Esteri russo aveva improvvisamente ricordato che solo pochi giorni prima erano stati rinvenuti in Ossezia del Sud mezzi bellici proibiti dal sistema di sicurezza della CSI. Così facendo Mosca indirettamente ha fatto intendere a Eduard Kokojty quanto gli convenga comportarsi in modo più tranquillo. Proprio un ulteriore intensificarsi della situazione in Ossezia del Sud potrebbe rendere più vulnerabile la posizione del ministro degli Esteri Sergej Lavrov nel corso dei colloqui previsti per domani a Mosca con il segretario di Stato USA Condoleeza Rice. Ma il signor Kokojty sembra non aver colto l'avvertimento.
Così alle prime ore della mattinata di ieri, come ha dichiarato a Kommersant un portavoce del governo dell'Ossezia del Sud, il presidente della repubblica non riconosciuta si è recato, a sorpresa, a Vladikavkaz. Proprio in quel momento a Tskhinvali avvenivano fatti ai quali Eduard Kokojty avrebbe potuto - anzi dovuto - prendere parte. A partire, tanto per cominciare, dalla visita ai luoghi degli scontri a fuoco di sabato. Il canale televisivo Euronews ha trasmesso una notizia secondo la quale il signor Kokojty potrebbe essere stato convocato a Mosca. E il fatto che sia verosimile l'ipotesi di una rapida missione del presidente a Mosca, non tende ad escluderlo nemmeno Irina Gagloeva: "Nelle circostanze che si sono venute a creare, gli succede spesso di partire per un viaggio verso la capitale russa". Comunque le autorità russe potrebbero decidere di non far arrivare a Mosca Eduard Kokojty, per rischiare di esporlo sotto i riflettori proprio in un momento così delicato. Ma scegliere di rimproverarlo in un secondo momento. Quando la situazione si sia fatta più tranquilla.