Le reazioni in Armenia all'iniziativa diplomatica e della società civile per una composizione del conflitto in Nagorno Karabakh. Un commento di Haroutiun Khachatrian per Eurasianet, nostra traduzione
Di Haroutiun Khachatrian*, per Eurasianet, 10 luglio 2007 (titolo originale: "Armenia: Ready for Change with Azerbaijan, But How?").
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Carlo Dall'Asta
In Armenia cresce lo scetticismo sul fatto che il viaggio a sorpresa di una delegazione congiunta, composta da intellettuali armeni e azeri, possa segnare un passo in avanti nello sforzo di ricomporre il conflitto tra Armenia ed Azerbaijan sul Nagorno-Karabakh. Nonostante l'ottimismo iniziale, la domanda su come proseguire e costruire su questa iniziativa rimane per ora senza risposta.
Il 28 giugno una delegazione unitaria, formata da dieci tra armeni ed azeri, e guidata dagli ambasciatori in Russia dei rispettivi due Paesi, si è recata a Yerevan, Baku e Stepanakert per incontrarsi con il Presidente armeno, Robert Kocharian, col Presidente azero, Ilham Aliyev, e con il Presidente "de facto" del Karabakh, Arkady Ghukasian.
L'evento non aveva precedenti, dato che suggeriva che Baku avesse dato il suo consenso ad un contatto diretto tra diplomatici azeri ed i leader "de facto" del Nagorno-Karabakh.
Eppure la risposta popolare in Armenia farebbe pensare altrimenti, con i politici ed i media che hanno prestato in generale scarsa attenzione alla visita. La mancanza di discussione è considerata come un segno del fatto che il Karabakh, nonostante anni di negoziati, per molti armeni non sia un tema prioritario. Con un'economia in crescita e nessuna conseguenza immediatamente visibile per il conflitto con l'Azerbaijan, l'attenzione del pubblico negli ultimi anni si è accentrata maggiormente sui problemi del lavoro, della corruzione e dei prezzi.
"La reazione della nostra opinione pubblica al viaggio è stata simile a quella per una visita di routine di un diplomatico o di un'organizzazione internazionale", sostiene un'analisi giornalistica pubblicata il 30 giugno da Hayots Ashkharh, quotidiano di Yerevan,.
Forse tenendo presente questo scenario, i rappresentanti del governo sono cauti nell'esprimere quali significati vedono nell'incontro e quali possibilità di futuri scambi. "Noi diamo il benvenuto a questa iniziativa e riteniamo inoltre che essa giunga in ritardo. Simili contatti sono necessari per migliorare la naturale fiducia tra i due Paesi", ha detto il ministro degli Esteri Vardan Oskanian nel corso di un'intervista con Eurasianet.
L'iniziativa, che Oskanian ha descritto come proposta dai due ambasciatori, è stata seguita da un chiaro cambiamento nella retorica da ambo le parti. L'ambasciatore azero in Russia, Polad Bulbuloglu, ha chiamato "mio amico" il suo collega ambasciatore armeno in Russia, Armen Smbatian, ed ha descritto gli armeni del Karabakh come "cittadini dell'Azerbaijan," anziché come nemici.
Oskanian ha espresso la speranza che possano aver luogo degli ulteriori incontri, inclusi dei contatti tra abitanti delle aree di frontiera, ma non ha elaborato il progetto. Questa proposta, che potrebbe includere la definizione di misure d'importanza relativamente secondaria, come il pascolo del bestiame o il semplice commercio transfrontaliero, ha a lungo interessato l'Armenia.
I negoziatori internazionali hanno incoraggiato entrambe le parti a proseguire quei contatti che non hanno nulla a che fare col conflitto - come quelli sulle tematiche ambientali. Finora però nessuna delle due parti ha perseguito con vigore possibili aperture verso iniziative per la costruzione di una fiducia reciproca. Recentemente è stata cancellata una partita di qualificazione a Baku tra Armenia ed Azerbaijan, valevole per i campionati europei di calcio del 2008, dopo che l'Azerbaijan aveva dichiarato di non poter garantire la sicurezza della squadra armena.
Per ora i rappresentanti armeni sostengono di non avere indicazioni dalle loro controparti azere sul fatto che Baku desideri continuare questi incontri. "L'Azerbaijan deve liberarsi dei suoi complessi e stabilire un dialogo tra le due nazioni", ha detto Oskanian.
La preoccupazione per i presunti "complessi" dell'Azerbaijan è un tema frequente tra gli osservatori armeni in questi giorni. Recenti dichiarazioni bellicose del Presidente Aliyev, sul fatto che l'Azerbaijan è "abbastanza potente da liberare le nostre terre" sono state interpretate a Yerevan come un segno che Baku non è interessato ad aperture orientate alla costruzione di una fiducia reciproca.
Oskanian comunque tende a minimizzare il significato di tali dichiarazioni, considerandole come indirizzate al pubblico interno. Molti analisti azeri hanno interpretato queste dichiarazioni in modo simile, come dettate da motivazioni politiche e parte del gioco diplomatico.
*Haroutiun Khachatrian è uno scrittore di Yerevan specializzato in temi politici ed economici