La comunità rumena in Trentino Alto Adige ha contribuito alla riconferma del liberal-democratico Băsescu. Osservatorio Balcani e Caucaso era davanti al seggio allestito a Trento, a raccogliere le storie di chi votava
"Non vogliamo che tornino al potere i dinosauri del comunismo. Non siamo scappati dal regime di Ceauşescu, 20 anni fa, per vedere come presidente Mircea Geoana, un fantasma del passato!"
Bastava ascoltare i rumeni che uscivano dal seggio del loro Consolato onorario di Trento (uno dei 55 allestiti in Italia per le elezioni presidenziali 2009), in via Romano Guardini 15, per capire come sarebbe andata a finire. Difficile trovare, fra le molte famiglie che si fermavano a chiacchierare nel parcheggio, qualcuno che dicesse di avere messo sulla scheda la crocetta sul candidato socialista Mircea Geoana, pur favorito dai sondaggi, ma sconfitto sul filo di lana dall'esito ufficiale del ballottaggio: il liberal-democratico Traian Băsescu riconfermato presidente.
Anche secondo il segretario consolare rumeno a Trento, Dan Ion (così come per il Ministero degli Esteri rumeno), lo scarto a vantaggio di Băsescu è dovuto al voto dei rumeni all'estero. E la comunità rumena in Trentino ha partecipato a queste votazioni con un'affluenza significativa. Alle ore 11, il seggio di Trento era il secondo per numero di votanti fra i 55 allestiti in Italia. Verso sera è sceso nella classifica dell'affluenza, superato dai 5 seggi di Roma che hanno registrato circa 1300 votanti l'uno (va però considerato che Roma è molto più popolosa e i rumeni in Trentino sono sparsi per il territorio, comprese le valli limitrofe).
Per tutti, la "veterana" Darcela Mitu, 47 anni, infermiera alle Canossiane, riassume l'umore dei 6000 rumeni sparsi nel Trentino Alto Adige (la maggiore comunità immigrata, che conta 800mila persone a livello nazionale secondo i dati Caritas). "Io e mio marito Nicusor siamo in Italia da 20 anni. Ci hanno persino dato la doppia cittadinanza" racconta con orgoglio. "È arrivato prima lui come 'falso tifoso' ai Mondiali di Italia '90. In realtà era un modo per sfuggire al regime di Ceauşescu e a quello dei suoi cloni-successori. Ha subito chiesto asilo politico. Per fortuna sono riuscita a raggiungerlo. Siamo stati fra i primi tre rumeni immigrati in Trentino! Lui lavora come tecnico alla Siemens". Perché è così importante il voto di oggi, signora Darcela? "Perché adesso vogliono tornare al potere i fantasmi del passato!"
Geoana e i suoi sono legati ai comunisti di Ion Iliescu (presidente della Romania per tre mandati: 1989-1992, 1992-1996 e 2000-2004; allo scoppio della Rivoluzione del 1989, assunse la leadership del Consiglio del Fronte di Sicurezza Nazionale, organo paravento degli ex membri del Partito Comunista Romeno; in realtà nel 1971 si era opposto al culto della personalità voluto da Ceauşescu e fu a poco a poco estromesso dalla vita politica). "Questi 'ex' comunisti sono coloro che hanno già svenduto le poche ricchezze della Romania, come il petrolio" continua la signora Mitu. "Ora vogliono continuare con le Poste. Per questo oggi ho votato destra. Per Băsescu. Non siamo scappati, lasciando le nostre case, per niente!".
Rincara la dose Cristian, 27 anni, occhi verdi stretti come fessure e una figlia di un anno in braccio, in Italia da sei come operaio: "Vogliamo sterminare il comunismo una volta per tutte! Per questo io, mio fratello Dimitri e nostra sorella, anche loro in Italia da sei anni, siamo venuti a votare Băsescu. Perché vogliamo tornare nel nostro paese. Con una vita migliore. E poi, si è mai visto che la destra (i liberali di Crin Antonescu) e la sinistra (socialisti di Geoana) governino insieme? Dopo due mesi litigheranno. Una sola cosa li unisce: rubare". Conferma il fratello Dimitri: "Geoana ha già detto che, come grande riforma, consentirà alle ditte di essere controllate solo una volta l'anno. Così potranno rubare meglio!"
Dana, 44 anni, è meno impulsiva. Ingegnere libera professionista, sposata, un figlio sedicenne, è a Trento da 15 anni, da quando ha scelto di finire gli studi alla facoltà di Ingegneria di Mesiano. "In realtà tutti i candidati in queste elezioni hanno un passato comunista. In Romania non può essere che così" riflette. "Però sento i miei genitori a Bucarest: dicono che con Băsescu le cose vanno meglio. Non seguo molto la politica, ma ho votato lui perché mi sono fidata della mia famiglia". In che senso "le cose vannno meglio", nonostante gli scandali e la corruzione imputati al presidente riconfermato il 6 dicembre alle urne, con il Fondo Monetario Internazionale che ha rimandato il maxi prestito alla Romania travagliata da una profonda crisi economica?
"Băsescu sembra più vicino alla gente comune, dice pane al pane e vino al vino. Non si dà arie da intellettuale come Geoana" spiega Luciano Tomase, 44 anni, da 10 anni in Italia. "Io in Trentino ci sto bene. Ho trovato lavoro al secondo giorno dopo il mio arrivo: chi vuole lavorare ci riesce! Ma oggi voto Băsescu per il nostro futuro, per tornare nel nostro Paese. E poi ce lo ricordiamo tutti Geoana: era fra quelli che hanno cacciato i minatori scesi in piazza a Bucarest, negli anni novanta. Queste cose i rumeni non le dimenticano". Concordano Simone Balcao e la moglie Daniela, originari di Cluz, in Transilvania: "Era importante votare Băsescu perché non tornino gli altri a rubare!". E gli scandali di cui è accusato il presidente? "Tutte storie. Lui ha impedito agli altri di continuare a mangiarsi le ricchezze della Romania. E poi con lui siamo entrati nella UE". Non solo, secondo Ana, 50 anni, a Bolzano da due anni con marito e due figli di 26 e 22 anni (uno lavora in fabbrica, l'altro nei traslochi), l'ultimo figlio rimasto in Romania a studiare marketing: "Votiamo Băsescu, perché continui a fare qualcosa di buono: ha costruito autostrade, ha alzato gli stipendi. Siamo ottimisti. Geoana, invece, lo conosciamo bene: era con Iliescu, nella nomenklatura comunista".
Insomma, un plebiscito a favore di Băsescu. Possibile che fra la frotta di votanti che scende dalle scale del Consolato nessuno, proprio nessuno, abbia votato socialista? La mosca bianca si chiama Maria, 33 anni, impiegata, sposata all'italiano Giuseppe, un ingegnere di origine salentina nato da italiani emigrati in Germania. "Io ho votato Geoana, per un cambiamento e per un rilancio dell'economia!" dice convinta Maria. "Negli ultimi cinque anni che è al potere Băsescu ha promesso molto, ma fatto poco. I prezzi continuano a salire anche se siamo entrati nell'Ue. È vero, il Pil fino all'anno scorso è salito molto, ma un certo benessere è arrivato solo alle regioni produttive come Timisoara o Bucarest. I miei invece abitano a Maramures, nel nord della Romania, una zona montuosa e ricca solo di attrattive turistiche, poco sfruttate. La gente non riesce a sfamare la sua famiglia. Deve emigrare".
Infine arriva in via Guardini una maxi berlina metallizzata: scendono un'alta signora impellicciata, un bambino e un aitante gigante dagli occhi blu, giubbotto in pelle e anello vistoso al dito. Sembrano certi "nuovi russi" che vedono il socialismo e i suoi derivati come il fumo negli occhi, ma non è così: "Siamo qui per cambiare la Romania, per il rilancio economico!" risponde il marito che non vuole dirci neppure il nome di battesimo e corre verso il Consolato per accelerare con il suo voto la Grande riforma, vestito a festa come i suoi familiari. La signora si trattiene un attimo e ci spiega orgogliosa: "Siamo a Trento da 5 anni, io lavoro in un ristorante e mio marito in un cantiere. Ci siamo comprati pure l'appartamento! Ma siamo venuti oggi perché vogliamo tornare in Romania! Per farlo bisogna cambiare: voteremo Geoana, perché ci sia più lavoro nella nostra patria". Speriamo che i desideri di tutti i rumeni-trentoaltesini siano esauditi.