La diaspora cecena in Europa: le iniziative per mantenere vive le tradizioni del mondo vainach. Incontro con Abdul Gani Džeirchanov, presidente dell'associazione "Ceceni in Europa" di Strasburgo

30/04/2007 -  Anonymous User

Di Chamzat Saidov, da "Čečenskoe Obščestvo Segodnja" Chechen Society Today, n. 1(9) 2007, pp. 10-11
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Elena Murdaca

Dopo l'inizio delle operazioni militari nella Repubblica Cecena, i nostri compatrioti sono stati costretti ad abbandonare la propria patria e a "cercare la felicità" altrove. Una parte di loro è andata all'estero. E' difficile dire quanti ceceni vivano in paesi stranieri, oggi. Si stima che solo in Europa siano circa 60.000.

Come vivono i nostri conterranei all'estero, riescono a conservare il loro carattere popolare, la cultura, le tradizioni e le abitudini? Ne parliamo con il presidente dell'Associazione Ceceni in Europa, Abdul Gani Džeirchanov:

Abdul-Gani, quando è stata fondata la vostra Associazione, e con quali scopi?

L'Associazione è stata fondata in Francia nel 2004. I promotori dell'iniziativa sono stati un gruppo di ceceni e caucasici di diversi paesi europei, con il sostegno di francesi, tedeschi e belgi. La sede dell'associazione è a Strasburgo. Abbiamo un unico scopo: fare in modo che i nostri figli non perdano le loro radici, non dimentichino la lingua madre, le tradizioni e i costumi vainach termine con il quale si designano complessivamente i ceceni e gli ingusci, gruppi etnici affini. Significa "noi - popolo", ndt. Molti sono venuti via dalla Cecenia ancora bambini, e quanti altri ne sono nati, qui? Per quanto riguarda i progetti culturali, per iniziativa dell'associazione è stato aperto il centro culturale Kavkazkij dom. Le attività sono molto varie: c'è una scuola domenicale di etica vainach G1iallakch, dove i bambini studiano la lingua materna e le danze nazionali. Per i giovani è stato aperto Sink'iram, uno studio di ballo folcloristico-etnografico. C'è anche un centro metodologico vainach di arte nazionale, frequentato da bambini e da adulti.

Al Kavkazkij dom si tengono regolarmente esibizioni di gruppi artistici nazionali, manifestazioni gastronomiche di piatti nazionali, feste popolari, gare sportive. C'è anche una biblioteca interna di letteratura nazionale e un punto d'incontro per nuovi amici.

L'attività del vostro centro è davvero invidiabile. Come avete fatto a organizzare tutto questo lavoro?

Si è formato un team eccezionale di insegnanti dotati di un'enorme esperienza in campo pedagogico. Del team fa parte Abdulla Bachaev, ballerino e coreografo, diplomato all'Istituto Statale di Cultura di Mosca. A proposito, a quanto mi risulta, prima del suo arrivo qui da noi lavorava alla Comunità della Cultura Inguscio-Cecena Daimokhk a Mosca. C'è anche Rašid Sulejmanov, esperto musicista, un virtuoso che prima della guerra suonava nell'ensamble di Stato Vajnach. Inoltre, Magomed Mal'sagov, Zina Dešerieva, e Toma Čantamirova. Ne approfitto per ringraziare di cuore tutte le persone di buona volontà che ci sostengono: Medina, vice Presidente dell'associazione, Chadižat, Limon, Ajmani, Šachida, Tamara, Kjura, Zyra, Murad, Isabella Bonke, Natalie Brukmann, Mar'jam, Petimat, e naturalmente i genitori dei nostri studenti, che, indefessi, ci aiutano nella preparazione e nella realizzazione dei nostri vari eventi.

Avete contatti con la diaspora vainach negli altri paesi?

Abbiamo stretti contatti con i nostri conterranei delle altre città francesi e negli altri paesi europei. Spesso visitiamo i loro centri culturali e organizziamo eventi congiunti. Al momento abbiamo ricevuto diverse richieste per la formazione con la nostra metodologia di insegnamento a Parigi, Tolosa, Orléans, stiamo trattando con la diaspora a Berlino e stiamo programmando l'apertura di un nostro centro negli Stati Uniti, a New York. Lo scorso anno abbiamo preso parte all'inaugurazione del Centro di Cultura Vajnach di Amburgo, e anche alla festa in onore di Sultan Jašurkaev scrittore ceceno, ndt, in Belgio.

Come si trovano oggi i nostri ragazzi nei paesi europei?

I primi tempi, appena arrivati in Europa, i vajnach avevano non poche difficoltà ad integrarsi nella società europea. La mancata conoscenza delle leggi locali, della lingua, delle abitudini costituivano notevoli ostacoli per i rifugiati. Soprattutto per i giovani, che non riuscivano ad adattarsi alle condizioni imposte da una vita completamente sconosciuta. Ma gradualmente ci siamo inseriti, abbiamo imparato la lingua, i bambini si sono iscritti a scuola, i ragazzi all'università. Oggi, nella sola università di Strasburgo studiano circa 30 dei nostri studenti. Il centro culturale della nostra associazione dedica moltissima attenzione al lavoro con i giovani.

Per maggiori informazioni:

Associazione ceceni in Europa
Abdul-Gani Džeirchanov,
Presidente
E-mail:office701@yahoo.com office_ate@yahoo.com.

Associazione ceceni in Belgio:
Tina Bruxelles
Presidente
E-mail:tinabxl@hotmail.com