Mosca potrebbe acconsentire all'installazione del sistema antimissillistico USA, se questo venisse dislocato in Azerbaijan invece che in Polonia o Repubblica Ceca. La proposta e la posizione di Baku
Di Rovshan Ismayilov*, per Eurasianet, 8 giugno 2007 (titolo originale: "Azerbaijan Ready to Discuss Russian-US Use of Radar Station")
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Carlo Dall'Asta
L'Azerbaijan ha dichiarato di essere pronto ad avviare colloqui bilaterali e trilaterali con Russia e Stati Uniti sull'utilizzo congiunto di una stazione radar azera come scudo di difesa antimissile. Allo stesso tempo, Baku ha sottolineato con forza che sia Mosca che Washington devono tenere in considerazione l'interesse nazionale azero.
"Non è possibile intraprendere alcuna azione senza di noi", ha ribadito il ministro degli Esteri azero Elmar Mammadyarov nel corso di una conferenza stampa tenuta a Baku l'8 giugno, aggiungendo che l'utilizzo congiunto della stazione potrebbe portare ad una "maggiore stabilità e prevedibilità della regione". "Sia la Russia che gli USA hanno accettato la nostra posizione, e noi siamo pronti per i negoziati".
Durante il summit del 7 giugno dei Paesi più industrializzati del mondo, il presidente russo Vladimir Putin ha detto al presidente degli USA George W. Bush che Mosca potrebbe lasciar cadere le sue obiezioni ad uno scudo missilistico - originariamente proposto per l'installazione in Polonia e Repubblica Ceca, paesi membri della NATO - se il sistema radar venisse invece installato in Azerbaijan. Se gli USA accetteranno la proposta, Mosca non tornerà a puntare i suoi missili verso l'Europa, ha affermato il leader russo.
"Ciò creerà le basi per un lavoro comune", queste secondo le agenzia di stampa le parole dette da Putin dopo un incontro con Bush in margine al summit G8 nella città di villeggiatura di Heiligendamm sul Mar Baltico. Bush ha affermato che le due parti si sono accordate per "un dialogo strategico". I colloqui col presidente Putin dovrebbero continuare l'1 e il 2 luglio nella residenza estiva privata di Bush a Kennebunkport, nel Maine.
Secondo la proposta, il sistema verrebbe installato nella stazione radar ex sovietica di Gabala, situata a circa 250 km a Nord-ovest di Baku. La stazione, costruita nel 1985, ha il compito di monitorare il lancio di missili balistici intercontinentali nell'emisfero Sud. Attualmente affittata da Mosca, la stazione costituisce una parte importante del sistema russo di difesa antimissile. Il contratto con la Russia è valido fino al 2012.
Anche se per molti la proposta di Putin di installare lo scudo missilistico USA a Gabala giunge come una sorpresa, sembra chiaro che il tema è stato discusso per diverso tempo con l'Azerbaijan. Al summit del G8, Putin ha fatto menzione di avere già discusso l'argomento con il presidente azero Ilham Aliyev. A Baku, il ministro degli Esteri Mammadyarov ha detto che la proposta è stata discussa anche il 21 e 22 maggio, durante una visita in Azerbaijan del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. Già precedentemente nel corso dello stesso mese il vice ministro degli Esteri azero, Araz Azimov, si era recato in visita a Mosca per tenere colloqui sulla sicurezza con la leadership russa.
I colloqui con la controparte americana riguardo alla proposta, invece, ci sono stati solo ad un "livello rudimentale", stando alle parole di Mammadyarov. (Un diplomatico russo a Baku ha riferito all'agenzia di stampa Novosti-Azerbaijan che l'idea è stata sollevata a fine aprile, durante la visita a Mosca del segretario della Difesa degli USA, Robert Gates). Ci si attende che i colloqui tra Azerbaijan e USA continueranno durante le consultazioni bilaterali sulla sicurezza, fissate per il 9 e 10 luglio a Washington.
Finora la risposta di Baku all'iniziativa del presidente russo è stata ampiamente positiva. Aydin Mirzazade, vicepresidente della commissione parlamentare per la difesa e la sicurezza, ritiene che l'utilizzo congiunto della stazione radar di Gabala contribuirà ad "una maggiore stabilità nel mondo".
"Rafforzerà anche la posizione geopolitica dell'Azerbaijan, dal momento che la stazione appartiene al nostro Paese. L'Azerbaijan prenderà parte ai negoziati e sarà in grado di difendere i propri interessi nazionali", ha detto Mirzazade. "Io penso che questa idea sia un potenziale dividendo politico per l'Azerbaijan".
Anche se la proposta non dovesse riuscire come previsto, essa ribadisce l'importanza strategica dell'Azerbaijan, concorda Rasim Musabekov, un analista politico indipendente vicino all'opposizione. "In ogni caso, l'Azerbaijan non ha nulla da perderci. L'utilizzo congiunto della stazione radar di Gabala da parte di russi e americani significherebbe una diversificazione di questa base ed incrementerebbe il peso strategico dell'Azerbaijan".
Un esperto militare di Baku, però, descrive la proposta come un "bluff" del leader russo. "La stazione radar di Gabala è ancora una componente importante dello scudo antimissile russo, ed io non penso che i russi abbiano seriamente l'intenzione di dividerla con gli USA", ha detto l'esperto, che ha chiesto di non essere nominato. "Le affermazioni di Putin sono solo un test, per valutare se gli USA sono disposti ad abbandonare il loro progetto di creare un sistema antimissile in Polonia e Repubblica Ceca".
Anche altri osservatori condividono la preoccupzione che l'Azerbaijan possa diventare una pedina nel gioco di potere strategico tra USA e Russia. L'analista Musabekov ha ammonito che Baku dovrebbe prestare grande attenzione a come l'utilizzo della stazione di Gabala potrebbe andare a nuocere alla sicurezza nazionale.
"Se le due superpotenze garantissero la sicurezza dell'Azerbaijan, varrebbe la pena di condurre i colloqui sul tema. L'Azerbaijan avrà il diritto di chiedere che i suoi interessi vengano presi in considerazione. Ciò potrebbe toccare la questione del conflitto del Karabakh con l'Armenia, come pure garanzie di sicurezza riguardo a Paesi terzi", ha detto.
Uno di questi Paesi terzi sarebbe molto probabilmente l'Iran, il vicino meridionale dell'Azerbaijan. In passato, le autorità azere hanno più volte affermato che non avrebbero mai permesso che il loro Paese venisse usato per qualsiasi forma di azione militare contro l'Iran, che comprende una considerevole parte di popolazione di etnìa azera. Esse hanno anche negato fermamente in passato le illazioni secondo cui il previsto scudo missilistico USA sarebbe stato installato in Azerbaijan, Paese che coopera militarmente sia con la NATO che con gli USA.
Affrontando l'argomento l'8 giugno, comunque, il ministro degli Esteri Mammadyarov ha minimizzato il potenziale di contrasto con Tehran.
"È l'approccio sbagliato", ha detto ai reporter. "La politica estera dell'Azerbaijan si basa sui propri interessi nazionali. E anche questi negoziati con la Russia e gli Stati Uniti si baseranno sui nostri interessi".
Anche il vicepresidente Mirzazade e l'analista Musabekov non considerano la reazione dell'Iran una seria minaccia per l'Azerbaijan. "È possibile che l'Iran non sia contento dell'idea. Comunque, dobbiamo considerare che la stazione di Gabala è un sistema difensivo", ha detto Musabekov.
*Rovshan Ismayilov è un giornalista freelance che lavora a Baku