Il lezgi parlato in Azerbaijan è una delle tante lingue che al mondo rischiano di scomparire. Per preservare l'identità e la cultura di un popolo minoritario servirebbero libri scolastici, insegnanti, giornali
Di Leyla Amirova, TOL 24 agosto 2006
Traduzione per Osservatorio sui Balcani
Maddalena Parolin
ià un mese prima che suoni la campanella dell'inizio della scuola, la tredicenne Sabina Qajibutayeva si sta preparando per l'anno scolastico. Non vede l'ora che comincino le lezioni, ma c'è una cosa che la preoccupa: "Devo dividere i libri di testo con i miei compagni", dice con un profondo sospiro.
Sabina vive nel villaggio di Unuq nella regione Gusar, vicino al confine montuoso con la Russia. Come la maggior parte degli abitanti di Gusar è di etnia lezgi. In Azerbaijan, un paese con 30 nazionalità e gruppi etnici riconosciuti, i lezgi, o lezgins, costituiscono la seconda comunità dopo la maggioranza azera, contando 178.000 persone secondo il censimento del 1999. Una comunità lezgi leggermente più ampia vive dall'altra parte del fiume Samur, sul territorio russo del Daghestan. Qui il lezgi - con una lingua caucasica che conta circa 450.000 parlanti in tutto - è lingua ufficiale assieme al russo e ad altre parlate nella repubblica. I lezgi possono utilizzare la loro lingua nelle scuole e nelle istituzioni di istruzione superiore, sentirla alla televisione e alla radio, leggere libri e riviste stampate nella loro madrelingua.
Non abbastanza
Le cose sono invece molto diverse in Azerbaijan. Molti lezgi azeri dicono che la situazione è più difficile da quella parte della frontiera, che devono battersi per poter studiare nella loro lingua madre e per preservare l'eredità lezgi. Nelle scuole della regione di Gusar, dove sono maggiormente concentrati i lezgi in Azerbaijan, la loro lingua viene insegnata come lingua straniera al pari dell'inglese e del russo. Gli alunni studiano su testi pubblicati in Russia, che non sono adatti al contesto locale, sostengono i leader della comunità. I libri di testo sono "lontani dal riflettere il patrimonio dei lezgi dell'Azerbaijam" afferma Sadaqat Karimova, giornalista e poeta.
In tutto, circa 125 scuole nelle regioni di Gusar, Quba, Ismayilli, Gabala, e Oguz affrontano il problema dalla mancanza di libri di testo per i circa 25.000 alunni di etnia lezgi. La maggior parte delle scuole ha solamente due o tre testi per ciascuna classe. I libri vengono importati dal Daghestan.
"L'anno scorso, c'era un solo libro per l'intera classe di 20 alunni. Nella scuola elementare, ricordo delle volte in cui utilizzavamo giornali lezgi da leggere al posto dei libri di testo," dice Sabina.
Negli ultimi 40 anni in Azerbaijan sono stati pubblicati solamente due libri di lingua lezgi: un libro di alfabeto per il primo livello e uno di base per il secondo. "Si presentano molto male e con molti errori di stampa. Nel 2005 un autore privato ha preparato un libro per il terzo livello, ma aveva anch'esso svantaggi e gli specialisti l'hanno accolto negativamente" dice Karimova.
Quest'anno un nuovo libro di testo sarà disponibile per gli alunni di secondo grado, promette il direttore del dipartimento testi e pubblicazioni del ministero della pubblica istruzione, Najaf Najafov.
Speranze non realistiche?
Tutti i giorni di scuola Akif Amirov parte la mattina presto da Gusar per l'abitato montano di Urva dove lavora come insegnante.
"Il tempo a disposizione per le lezioni di lingua e letteratura lezgi è ridotto a due ore a settimana. Non è sufficiente," spiega l'insegnante ventiseienne. "Nel confinante Daghestan - continua - gli alunni lezgi hanno quattro ore alla settimana di insegnamento nella loro madrelingua." Amirov ha studiato da insegnante di fisica ma è obbligato ad impartire anche lingua, a causa della mancanza di docenti qualificati.
La mancanza di insegnanti di lingua lezgi con esperienza è appunto un'altro dei grossi problemi della comunità, specialmente negli ultimi due anni, da quando cioè i due istituti dove si formavano gli insegnanti lezgi hanno chiuso. Il dipartimento lezgi al college di formazione per gli insegnanti di Gusar ha chiuso nel 2005, e quest'anno, la sede di Baku dell'Università Statale del Daghestan è stata costretta a ritirarsi poiché le autorità azere non hanno rinnovato il permesso.
Secondo alcune opinioni questa non è necessariamente una cosa negativa. "Avere una formazione universitaria in lingua lezgi è irrealistico", dice Rabiyyat Aslanova, membro del parlamento. "Chi si laurea presso un'università la cui lingua è utilizzata solamente da una minoranza nella società avrà ovunque difficoltà a trovare lavoro. Questa è la realtà e dobbiamo confrontarci con essa."
Amitov non è d'accordo. "Ci sono dipartimenti di lingua e letteratura giapponese, cinese, bulgara, polacca e greca alla Baku Slavic University e all'Università Statale di Baku. E quest'anno è stato aperto un dipartimento di Urdu. Davvero ci sono più greci che lezgi nel nostro paese?" chiede. "Nel frattempo il paese ha disperatamente bisogno di insegnanti di lingua lezgi proprio come di talysh, avaro ed altre lingue delle minoranze.
Attualmente i lezgi che vogliono studiare all'università nella loro madrelingua devono trasferirsi a Makhachkala, la capitale del Daghestan. Tuttavia a volte ci sono problemi nel riconoscimento delle lauree russe da parte delle autorità azere.
Pochi interessati per lavori ben retribuiti
Un altro problema è che i lezgi istruiti sono spesso riluttanti a vivere nei villaggi isolati, il che rende ancora più difficile la ricerca di insegnanti qualificati. Recentemente il governo ha adottato una serie di misure volte ad attrarre gli insegnanti verso scuole situate lontano dai capoluoghi regionali.
Un primo incentivo sono gli stipendi alti. "Nel prossimo anno accademico gli insegnanti dei villaggi riceveranno 200 manat al mese (circa 170 €), inoltre sussidi per le bollette e persino un appezzamento di terreno dove possono costruirsi una casa," afferma il vicegovernatore della regione di Gusar, Elman Mustafayev.
Nonostante sia un ottimo stipendio (gli insegnanti a Baku guadagnano 60 manat al mese) i salari alti possono non essere abbastanza. Un sabato all'inizio di agosto, una fiera del lavoro a Gusar ha riunito datori di lavoro e persone in cerca di occupazione. In quell'occasione venivano offerti oltre 150 posti di insegnamento scoperti, secondo quanto riporta vicedirettore dell'ufficio dell'impiego della regione Matlab Salahov .
"Le scuole sono vuote e abbiamo bisogno di insegnanti di lingua azera, matematica, fisica ed altre materie. I risultati della fiera sono stati deludenti rispetto alla possibilità di attrarre gli insegnanti verso le regioni montane senza elettricità né gas", ha detto Salahov.
Mentre i lezgi hanno alcune opportunità di imparare la loro lingua madre nelle aree rurali, la questione è differente a Baku. Sempre meno giovani lezgi imparano la propria lingua. Fatima Khanbutayeva studia all'Università di Lingue Straniere della capitale. Ha un'ottima padronanza dell'inglese e del francese, ma non conosce il lezgi. "Sono cresciuta a Baku, i miei genitori mi hanno sempre parlato in russo, e nessuno mi ha insegnato la lingua lezgi, non c'erano corsi o libri di testo che potessi utilizzare per studiare la lingua da sola", dice.
Sapendo che i giovani sono essenziali per il mantenimento dell'identità etnica in un ambiente vivace e cosmopolita, l'anno scorso alcuni coetanei di Fatima - laureati al dipartimento Lezgi Università Statale del Daghestan a Baku, ora chiusa, - hanno iniziato ad offrire lezioni di lingua ai membri della comunità, che si riunivano la domenica per imparare la lingua dei loro genitori. Altri, come le persone più vecchie che non avevano mai imparato a leggere nella loro madrelingua, stanno iniziando con l'imparare l'alfabeto. A differenza della lingua azera, che è passata dal cirillico ai caratteri latini all'inizio degli anni '90, la forma letteraria della lingua lezgi utilizza i caratteri cirillici. Dal momento che non ci sono libri di testo disponibili, le lezioni vengono impartite sulla base di un programma appositamente predisposto da un giovane studente di lingua, Gulbaz Aslankhanova.
La mancanza di materiale di insegnamento linguistico rende difficile per i lezgi comunicare nella loro madrelingua e contribuisce all'indebolimento dell'identità lezgi. Le borse di studio disponibili per ricerche sulla storia e letteratura lezgi sono insufficienti, e la comunità ha poche risorse per supportare nuovi studi.
Ma non mancano solamente libri scolastici e ricerche di studiosi.
"I giornali non sono disponibili negli insediamenti di montagna oppure non c'è nessuno a consegnarli. L'accesso all'informazione è spesso bloccato e la popolazione non sa che cosa succede nel resto del paese," dice Sadaqat Karimova, nota poetessa, che è anche caporedattore di Samur, una rivista mensile pubblicata a Baku.
"Il giorno dopo la pubblicazione del giornale io e mio marito andiamo nei paesi più distanti e li distribuiamo lì", racconta. Il giornale lezgi-azero-russo di quattro pagine ha una tiratura di 2.000 copie.
Ai suoi lettori Samur offre articoli sulla storia e lavori di scrittori e poeti lezgi, promuovendo così il senso di appartenenza identitaria come lezgi, ritiene Karimova. Un altro dei suoi progetti recenti è un libro per bambini in lingua lezgi, dalle vivaci illustrazioni.
"Purtroppo, I nostri bambini non hanno modo di leggere nella loro lingua madre. Immagino che a scuola potranno utilizzare questo libro come un materiale di lettura extracurricolare", dice.
Semi di cambiamento
La recente passività dei lezgi dell'Azerbaijan ha anche radici politiche, risalendo all'emergere dell'inizio degli anni novanta del Sadval (unità) un gruppo che chiedeva la riunificazione dei lezgi da entrambe le parti del confine, tra la Russia e l'Azerbaijan appena divenuto indipendente, in una nuova repubblica russa. Le autorità azere hanno bandito Sadval, dopo le accuse verso membri del gruppo riguardanti alcuni attacchi bomba nella metropolitana di Baku nel 1994. Sadval è rimasto attivo in Daghestan, ma da quel momento l'attivismo ed anche le manifestazioni pubbliche della cultura lezgi in Azerbaijan sono sempre stati cauti.
I lezgi hanno tirato un sospiro di sollievo quando nel 2001 l'Azerbaijan è entrato nel Consiglio d'Europa ed ha aderito alla Convenzione Europea per I Diritti Umani, che offre ai suoi cittadini il ricorso a procedure legali vincolanti presso la Corte Europea dei Diritti Umani, e della Convenzione Quadro sulle Minoranze Nazionali, che dà agli stati membri le linee guida sulle politiche rivolte ai gruppi etnici storici.
Negli scorsi due anni, un atteggiamento più aperto da parte delle autorità verso la principale maggioranza del paese, e viceversa, si è notato in occasione di diversi festival molto partecipati organizzati dai gruppi lezgi. Commentando la recente esibizione della celebre danza lezginka, Karimova afferma: "la nostra danza è nota in tutto il mondo. La nostra nazione ha una cultura ricca, ma non possiamo mostrarla a tutto il mondo: non esistono ancora le possibilità finanziarie".