Srebrenica

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Monologo teatrale organizzato nell'ambito del Mittelfest #empatia 2020 a Cividale del Friuli

Nel venticinquesimo anniversario del massacro di Srebrenica, pare doveroso, nell’ambito di un festival che include l’area balcanica nelle proprie sinergie artistiche, proporre uno spettacolo divenuto classico, per non dimenticare una delle pagine più nere della storia moderna. Così i fatti: intorno al 9 luglio 1995 l’armata serbo-bosniaca attacca la zona protetta di Srebrenica e il territorio circostante. L’offensiva si protrae fino all’11 luglio 1995, giorno in cui le unità serbo-bosniache entrano a Srebrenica. Seguono stupri, mutilazioni, esecuzioni di civili, sepolture di vivi. Ma il massacro di 9.000 civili di quella metà di luglio è solo l’epilogo di una storia iniziata tre anni prima, una storia di assedio. Dicono: “chi è sopravvissuto a Srebrenica non può dire di avere sentimenti in corpo, e chi non l’ha conosciuta, non può dire di aver visto la guerra in Bosnia”. Per questa ragione è importante rendere omaggio, con empatia, affinché il futuro non veda un’altra Srebrenica.

Lo spettacolo è un intenso monologo, il susseguirsi di parole-testimonianza che devono la loro forza alla verità. Ha debuttato per la prima volta al Festival del Teatro e del Sacro di Arezzo nel 1998, e le repliche sono proseguite ininterrottamente fino ad oggi, raggiungendo le 400 rappresentazioni in Italia e all’estero. 

“Io sono nata in un paese davanti al mare…”, una donna torna bambina scrutando l’orizzonte. “Cosa c’è dall’altra parte?” si chiede.Una domanda semplice, ma scopriamo che certe domande non ce le facciamo mai. O almeno, quella domanda non ce la siamo fatta, quando la risposta era una, e semplice: dall’altra parte del mare c’è una terra, e una guerra.

Un’attrice sola sul palco per più di un’ora diventa narratrice e protagonista di una storia dove la Ragion di Stato e gli Interessi di Politica Internazionale, hanno giocato a Risiko con la vita di decine di migliaia di persone. Questo “spettacolo” ricorda le vittime e punta il dito sui carnefici: Aggressori e Aggrediti. Ci siamo chieste spesso, procedendo in questo lavoro, se non fosse un progetto fin troppo ambizioso voler riempire di senso parole come Assedio o Massacro, voler colmare la distanza tra l’una e l’altra parte del mare. La risposta non l’abbiamo ancora trovata. Oggi raccontare questa storia è sempre più difficile. Le parole rischiano di semplificare la complessità di ciò che è accaduto, di offendere il dolore di molti.

di e con Roberta Biagiarelli

consulenza Luca Rastello

regia di Simona Gonella

produzione Babelia Progetti

Durata: 85'

INFO:

Mittelfest

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