Giovani con cartelli durante la protesta promossa dal movimento Hara h-Pitsunda, Sukhumi, 17 settembre - © OC Media

La protesta del movimento Hara h-Pitsunda, Sukhumi, 17 settembre - © OC Media

Era stata concessa in leasing ai russi negli anni ‘90 per ingraziarsi Eltsin. Nel gennaio 2022 la dacia di Pitsunda, sul Mar Nero, è poi passata di loro proprietà. Ma i giovani dell’Abkhazia non ci stanno

11/10/2022 -  OC Media

(Originariamente pubblicato da OC Media il 3 ottobre 2022)

Il 17 settembre, il movimento Hara H-Pitsunda (‘Nostra Pitsunda’) è per le strade di Sukhumi per protestare contro il passaggio di proprietà di una dacia di stato d’epoca sovietica alla Russia. Il corteo è avvenuto in silenzio, ma le idee che lo spingevano hanno avuto una forte risonanza, visto che centinaia di giovani hanno sfilato per il centro della capitale abkhaza, tenendo in mano cartelloni di protesta contro la cessione della dacia. 

Il tutto ha origine nel 1995, quando il primo presidente abkhazo, Vladislav Ardzinba, fu favorevole ad affittare la dacia a Pitsunda (Bichvinta) al Servizio federale di Protezione russo, per 49 anni. Nell’accordo erano compresi 186 ettari di terra sulla costa del Mar Nero. Ora attivisti ed esperti legali criticano una estensione dell’accordo avvenuta nel gennaio 2022. [Nel 1995, nel tentativo di ingraziarsi la presidenza di Boris Yeltsin, che non aveva riconosciuto l'Abkhazia, Sukhumi ha concesso in leasing la dacia e il territorio pertinente. Ma poi, dal 2010, la Russia ha iniziato a chiederne la proprietà per farne una dacia di stato. La legge abkhaza non consente la vendita di terra a stranieri, per cui si è giunti a un accordo, firmato il 19 gennaio 2022, secondo il quale la dacia è divenuta di proprietà di Mosca, ma non il terreno su cui è situata, concesso nuovamente in leasing, ndr] 

Con attivisti e studenti in prima linea, il movimento ha le sue radici in una campagna social dallo stesso nome. Uno degli organizzatori, la studentessa Naida Abidova, ha dichiarato ad OC Media che molte persone in Abkhazia sostengono la loro campagna - anche se non sempre apertamente. 

“Molte persone ci scrivono parole di supporto. Qualcuno dice che non può unirsi e parlarne in pubblico, ma ci supportano. Ce ne sono molti di loro”, dice Abidova. 

Non necessariamente anti-russi

Quella del 17 settembre scorso è stata la seconda manifestazione portata avanti da Hara H-Pitsunda. Il loro primo raduno ha suscitato reazioni varie, con alcuni media che si sono riferiti a loro come ‘bambini’: nessuno degli attivisti se l’è presa, ma sono rimasti stupiti, considerando che tutti loro sono abbastanza grandi per votare. 

“Molti di noi sono laureati o studenti agli ultimi anni. Siamo tutti cittadini, con il diritto di voto”, dice Abidova a OC Media. 

Alcuni politici abkhazi hanno anche tentato di sminuire il lavoro di Hara H-Pitsunda, accusando il gruppo di essere spalleggiati da ‘forze politiche’. In ogni caso, Abidova sottolinea che tutti i loro membri sono indipendenti da qualsiasi partito politico, organizzazione o movimento. 

Invece, afferma che i membri di Hara H-Pitsunda sono uniti da un unico obiettivo: “l’indipendenza dell’Abkhazia e la salvaguardia del suo territorio, delle risorse e delle tradizioni”. 

“Siamo nati in un paese libero. E vogliamo mantenerlo tale per le generazioni future”’, dice Abidova. “Valorizziamo il territorio che i nostri antenati hanno liberato, le risorse naturali che dobbiamo proteggere nel mondo di oggi, e il nostro patrimonio storico e culturale. Se qualcuno pensa che, difendendo queste cose, ci stiamo aggiungendo all’opposizione politica, allora sta sbagliando”. 

Abidova sottolinea anche che non stanno protestando contro la Russia; per loro questa è una protesta su un problema interno. La loro protesta, dicono, è contro i funzionari locali, che avrebbero dovuto mantenere la proprietà della dacia, visto che la costituzione proibisce la vendita dei terreni a stranieri o entità non-abkhaze. 

“Amiamo la Russia. Molti di noi hanno studiato là, non c’è bisogno di interpretare le nostre azioni in senso anti-russo. Non è così”, dice Abidova. 

“Voglio credere che le persone preoccupate per il loro paese non abbiano nulla di cui aver paura, voglio credere che i nostri valori siano largamente supportati. Voglio credere che i sostenitori dell’indipendenza abkhaza non vengano ritratti in cattiva luce, la loro posizione è giusta”, aggiunge. 

Chi sono gli Hara H-Pitsunda? 

Naida Abidova è nipote di Anzor Agumaa, un architetto locale e autore del libro “Vecchia Sukhumi”. Ha dedicato la sua vita a studiare e preservare il patrimonio storico e architettonico di Sukhumi, vivendo la perdita di un qualsiasi edificio della città come una tragedia personale. 

Alcuni manifestanti sono figli di politici, uno dei membri del movimento figlio del direttore esecutivo del primo canale indipendente della TV abkhaza, Abaza TV. 

Diversi di questi giovani attivisti erano prima coinvolti nel movimento #abkhaziaisnotgeorgia (#абхазияэтонегрузия). Quest’ultimo ha preso avvio nel marzo 2022 dopo che Kantemir Balagov, regista e direttore TV circasso, postò una foto di un nuovo tatuaggio raffigurante Georgia, Ucraina e Russia insieme, chiedendo la pace tra i tre paesi. 

Il tatuaggio, che raffigurava l’Abkhazia come parte della Georgia, ha spinto molti giovani condividere la loro prospettiva sul problema. A tal proposito Alexandra Bargandzhia, un’altra attivista del movimento Hara H-Pitsunda, afferma che è particolarmente frustrante essere chiamati ora traditori dopo aver fatto un tale sforzo nel sostenere l’Abkhazia. 

“Abbiamo fatto così tanto per far crescere la consapevolezza riguardo l’Abkhazia e ora ci etichettano, tentando di cercare ulteriori motivi dietro la nostra protesta. Ci sorprende e fa arrabbiare”, dice Alexandra. 

Sui social media, gli utenti, per lo più dietro nickname anonimi, suggeriscono che è evidente un’influenza occidentale nelle azioni del movimento. 

Said Gezerdava, avvocato che ha preso parte alle proteste, dice che nonostante i tentativi di ritrarre il loro movimento come qualcosa che non è, non si ritiene preoccupato, visto che il movimento ha visto crescere il proprio sostegno pubblico. 

I ‘giovani leader’ dell'Abkhazia

Il 23 settembre si è tenuto un incontro tra ‘giovani leader’ abkhazi e russi al ministero degli Esteri dell'Abkhazia. 

Secondo l’annuncio dell’evento, la discussione avrebbe dovuto essere sulle iniziative dei giovani nella regione e costruire connessioni tra i giovani leader di Abkhazia e Russia. Tuttavia, le due ore di dibattito sono state dedicate a discutere la ratifica dell’accordo sulla dacia di Pitsunda. 

Membri del movimento Hara H-Pitsunda sono stati invitati all’incontro ma non hanno partecipato. Per la maggior parte, i ‘giovani leader’ hanno provato a mantenere la neutralità, affermando che non conoscevano bene il problema o non avevano una posizione chiara. 

Ma, seduto al tavolo, c’era anche chi era contrario all’accordo di cessione. Alcuni erano preoccupati del futuro del pino di Pitsunda, presente solo in questa regione, mentre altri erano interessati nel mantenere abkhaza la dacia di stato. 

Durante l’incontro, Nart Dbar, membro dell’Apeipsh youth organisation, ha ribadito che la parte abkhaza aveva bisogno di approcciare il problema in maniera pragmatica e considerare i propri interessi dato che, a suo avviso, anche la Russia è guidata solamente dai propri interessi. 

“La Russia non ha allestito qui basi militari per far piacere a noi”, ha dichiarato. Il ministro degli Esteri, Inal Ardzinba, ha risposto che oggi la Russia è il solo paese i cui interessi convergono con quelli abkhazi, ed è dunque necessario fare concessioni ad un partner strategico.