Raggiunto l'inaspettato accordo tra i due nemici storici, emergono le voci discordanti e si profilano nuovi scenari nell'esecutivo albanese.
L'accordo politico tra maggioranza ed opposizione, firmato la scorsa settimana, che ha avuto quale risultato principale l'elezione alla carica presidenziale di Alfred Moisiu, sta trovando resistenze in alcune correnti sia all'interno del Partito Socialista che di quello Democratico.
Nell'accordo firmato dai principali leader di entrambi gli schieramenti si prevedeva un lavoro comune per garantire la stabilità istituzionale del Paese. Come primo risultato di uno spirito che doveva essere diverso rispetto al passato vi è stata l'elezione di Moisiu. Ora in parte contestata.
E questo era già emerso dalle votazioni in aula. Moisiu non aveva infatti allora ricevuto tutti i voti che ci si aspettava. 19 erano stati in quell'occasione i voti contrari e 14 i deputati che si erano astenuti.
Parte degli "scontenti" potrebbero appartenere allo stesso gruppo che sostiene Fatos Nano e sarebbero stati contrari all'elezione di un presidente proposto dall'opposizione. Petro Koci, segretario organizzativo del Partito Socialista ha affermato, subito dopo l'elezione, che Moisiu non era un Presidente consensuale poiché era stato proposto dall'opposizione.
Skender Gjinushi, a capo dei socialdemocratici, vice-primo ministro e maggiore alleato dei socialisti, ha affermato che il potere sta "slittando fuori dalle mani della sinistra a causa di questa grossa concessione all'opposizione".
L'accordo, d'altro canto, ha fatto in modo che l'opposizione smettesse di invocare nuove elezioni per sanare i brogli di quelle precedenti. Berisha ha infatti dichiarato che quello è oramai considerato un capitolo chiuso.
Ma scontenti, come abbiamo anticipato, vi sono stati anche tra le fila dell'opposizione. Tra questi la deputata del Partito Democratico Jozefina Topalli che in passato ha fatto delle elezioni anticipate un proprio cavallo di battaglia.
E' ora possibile che l'accordo sottoscritto la settimana scorsa apra un rimpasto di governo. E' molto probabile che Fatos Nano, che non è riuscito ad ottenere la poltrona presidenziale, miri ora a quella di Primo ministro.
E sembra che ora goda anche del supporto di Ilir Meta che ha giocato in questa fase un ruolo vitale e che ha dimostrato di avere un grosso appoggio all'interno del Partito Socialista.Fatos Nano potrebbe trovare inoltre meno difficoltà a guidare un governo in questo contesto rispetto alle tre volte che lo ha fatto in precedenza. L'opposizione non lo considererà più il nemico numero uno, da contrastare ad ogni occasione.
Fino all'anno scorso sembrava impossibile Nano e Berisha potessero sedere fianco a fianco in così tante conferenze stampa e trasmissioni televisive. Sembrava impossibile potessero trovare un accordo per migliorare qualcosa nel Paese. Ma forse la situazione alla quale era arrivata l'Albania, la pressione di un'opinione pubblica oramai stanca e, non ultima, la forte pressione internazionale, sembra stiano dando buoni risultati.