Il Consiglio dei ministri degli esteri dell'Unione dà il via libera all'inizio delle negoziazioni di Stabilizzazione ed Associazione. Intanto Berlusconi visita Tirana e parla anche di integrazione europea.
Dal Consiglio dei ministri degli esteri dell'Unione europea l'Albania si aspettava il più volte rinviato via libera all'inizio dei negoziati di Stabilizzazione ed Associazione, primo passo verso l'integrazione di Tirana con l'Unione stessa. E quest'ultimo è finalmente arrivato.
Da Bruxelles si è invitata Tirana ad "assumere le necessarie misure per realizzare le capacità necessarie all'attuazione dell'Accordo". Le trattative fra Commissione Ue e governo albanese dovrebbero avere inizio a dicembre e durare circa un anno. Non è però stata ancora fissata, come nota l'agenzia stampa Albanian Daily News, una data per l'inizio dei negoziati stessi.
Il giorno successivo alla decisione da parte dell'UE il Presidente albanese Alfred Moisiu ha inviato un messaggio ai cittadini albanesi. "Dopo l'ammissione al Consiglio d'Europa nel 1995 l'inizio dei negoziati di Stabilizzazione ed Associazione è il più grande risultato ottenuto dal Paese sulla strada dell'integrazione europea" per poi ricordare il ruolo positivo dell'Unione "nel favorire in questi ultimi 12 anni i processi democratici in Albania". Moisiu ha sottolineato come il mutato atteggiamento dell'Unione nei confronti di Tirana sia senza dubbio dovuto alla maturità dimostrata dalle principali forze politiche ed al loro ritrovato dialogo ed ad un miglioramento per quanto riguarda lo stato di diritto. Tra le priorità indicate dal Presidente Moisiu le riforme istituzionali, riforma del sistema elettorale, la lotta contro il crimine organizzato e contro la corruzione.
Di integrazione dell'Albania nell'Ue ha parlato anche Berlusconi durante la visita di ieri a Tirana. E' la prima del premier italiano in Albania ed è avvenuta a poco più di un mese da quella compiuta a Roma dal primo ministro albanese Fatos Nano. Quest'ultimo, come ha già fatto in passato, ha ribadito che il proprio Paese considera l'Italia quale partner strategico sulla via dell'Europa. D'altronde l'Italia è già il primo Paese donatore a livello bilaterale e il terzo in assoluto dopo l'Ue e la Banca mondiale.