Durante la sua visita in Kossovo, il Premier albanese Pandeli Majko aveva affermato che gli albanesi delle "due sponde" si sarebbero ritrovati sulle coste dell'Albania. Lo Stato albanese sembra aver fatto di questo una priorità.
Si avvicina la stagione turistica anche nei Balcani. Traduciamo un articolo di Ilir Kulla, pubblicato su Le Courier des Balkans.
Non è la prima volta che un problema socio-economico di cruciale importanza viene marginalizzato in Albania. Ed è la consequenza della mancanza di una chiara linea politica. Durante una recente visita in Kossovo il Premier albanese, Pandeli Majko, ha promesso che gli albanesi delle "due sponde" si sarebbero ritrovati sulle coste dell'Albania e che Tirana considerava questa una priorità.
Dopo queste dichiarazioni il governo albanese ha creato un comitato interministeriale per occuparsi della questione. Inoltre il Ministro Xhafa ha promosso un gruppo di lavoro. Sembrava quindi che la direzione intrapresa fosse quella giusta ma, in questo Paese, le buone idee non sono mai seguite dai fatti. L'elezione del Presidente della Repubblica accaparra in modo univoco l'attenzione di tutti ed il turismo, che può portare nel Paese milioni di dollari, è stata nuovamente marginalizzata.
Gli altri Stati che confinano con il Kossovo stanno attuando politiche turistiche attrattive. Con il risultato che nel nostro Paese il turismo ristagna. E' inotre certo che l'insicurezza sulle strade albanesi a partire dal 1997 non favorisce il flusso turistico. Spesso le vittime di rapine sono kossovare.
A partire dal 2000 sembrerebbe che le cose si siano finalmente messe per il verso giusto. I servizi si sono modernizzati e le strade sono diventate più sicure. E si è veramnte investito in questa direzione. Ciononostante si intravvedono nuvole all'orizzonte per i cittadini albanesi (...) nessuna campagna pubblicitaria è stata promossa ad esempio sui media sia albanesi che kossovari.
Perché un albanese-kossovaro dovrebbe andare in vacanza in Albania? Per patriottismo? Sarebbe patetico. Per fare in modo che i turisti vengano in Albania occorre farli sentire a proprio agio. Troppi cittadini del Kossovo sanno anche troppo bene che gli toccherà mettere 2000 lek nelle tasche del capo della polizia locale! Cosa accadrebbe se anche i nostri vicini occidentali si abituassero a questa pratica? Per ogni poliziotto di questa specie sono 100 turisti in meno nel Paese.
Dobbiamo in ogni caso ammettere che l'Albania ha ritrovato una certa calma. E questo è senz'altro vero ma, per quanto riguarda la sicurezza, le varie formazioni politiche sembrano essere sorde (...)
In conclusione il turista in Albania deve sentirsi un vero patriota. Se è saccheggiato da un poliziotto deve sapere che è il suo "capo". Se si illumina con la candela e mangia del legno deve sapere che ha il privilegio di essere nella patria del grande Naim Frasheri. Se si deve lavare con l'acqua fredda è perché ha letto il romanzo del suo compatriota Fan Noli: "Delle sponde dei fiumi".
A dire il vero sembra che in Albania a nessuno importi del turismo.
Le Courrier de Balkans - Ilir Kulla
Già l'estate scorsa abbiamo curato degli approfondimenti su turismo e Balcani, visionabili in rete.