Nonostante alcuni sforzi del Governo rimane grave la situazione per quanto riguarda strutture, sovraffollamento e libri di testo. Un primo giorno scolastico migliore di altri del passato ma sempre problematico.
Circa 710.000 studenti albanesi sono rientrati lunedì nelle proprie classi: accomuna molti di loro la sensazione che il Governo sia più consapevole delle loro necessità e più disponibile nei loro confronti ma i problemi rimangono.
250.000 bambini sono iscritti alle scuole elementari e di questi 65.000 inizieranno per la prima volta la scuola. 240.000 invece gli studenti iscritti al secondo ciclo della scuola dell'obbligo (8 anni).
Nonostante gli sforzi del Governo che ha promosso la restrutturazione di circa 200 scuole vi sono ancora molti problemi che caratterizzano il sistema scolastico albanese.
Uno dei principali riguarda i libri di testo. Il ministero dell'educazione si è occupato della stampa di tutti i libri necessari a completare il ciclo scolastico obbligatorio. Ma la loro distribuzione è stata un disastro: gli scolari dovrebbero teoricamente riuscire ad acquistare i propri libri presso la propria scuola per un prezzo che si aggira in totale attorno ai 10 €. Questo nella realtà non avviene e molti si trovano costretti a ricorrere al mercato nero e ad acquistare gli stessi libri per il doppio del prezzo.
Il sovraffollamento degli istituti di Tirana ha obbligato le autorità scolastiche ad organizzare le lezioni su due turni, uno la mattina ed uno il pomeriggio ma questo non è bastato per evitare che vi siano in alcuni casi classi da 60 alunni quando la stessa legge fissa un limite massimo di 35 alunni. In alcuni villaggi gli scolari frequentano scuola in case affittate.
E naturalmente la difficile situazione del sistema scolastico si riflette in un alto tasso di abbandono, evidente a chiunque passeggi per le strade della capitale dove moltissimi bambini passano l'intera giornata a vendere sigarette o ricariche per il telefonino, in modo da integrare in qualche modo il reddito famigliare.