Per la terza volta consecutiva si ritirano dall'asta i possibili acquirenti dell'ultimo Istituto di credito albanese in mano dello Stato. Questa volta si è trattato dell'Intesa BCI e della San Paolo IMI.
Il Ministro delle finanze albanese Kastriot Islami, ha annunciato che le due banche italiane che avevano espresso interesse nell'acquisto della "Savings Bank of Albania" si sono ritirate dalla gara d'asta a causa della situazione finanziaria precaria che stanno vivendo i mercati mondiali.
Si prospetta quindi un nuovo rinvio per l'accidentata privatizzazione dell'Istituto di credito albanese. Questa è la terza volta dopo che da più di un anno si è aperto l'appalto.
Intesa BCI e San Paolo IMI hanno rinunciato non solo per contingenti difficoltà finanziarie, ma anche perché hanno valutato non vi sia in Albania personale manageriale adeguato a gestire la rinascita della Savings Bank. Due mesi fa era stata la volta della Banca d'Austria a ritirarsi dalla gara d'appalto.
Questo avviene nonostante la BERS (Banca Europea di Ricostruzione e di Sviluppo) e la Banca Mondiale abbiano già garantito l'acquisto del 20% delle azioni una volta individuato l'azionista di maggioranza.
La Savings Bank è l'ultima banca del Paese a proprietà pubblica e controlla la fetta principale del mercato con un ruolo dominante per quanto riguarda il collocamento sul mercato di buoni del tesoro ed altri servizi.
Shkelqim Cani, Governatore della Banca Centrale dell'Albania, ha commentato negativamente la mancata privatizzazione della Savings Bank, affermando che protrae nel tempo una situazione del tutto anomala del sistema finanziario del Paese.
"Il ministro delle finanze deve impegnarsi per favorire e continuare questo processo di privatizzazione in collaborazione con i possibili acquirenti", ha affermato Islami.