Crisi delle centrali idroelettriche e corruzione all'interno della KESH ed il settore energetico albanese è in ginocchio. Emergono le prime responsabilità: incriminato Arben Kruja, vicepresidente dell'azienda, per appalti truccati.
Arben Kruja, dirigente della compagnia elettro-energetica albanese KESH è stato incriminato per irregolarità negli appalti per l'acquisto di energia elettrica nel 2000 e nel 2001. Lo ha riportato il quotidiano Korrieri.
Fonti di polizia hanno confermato la notizia al quotidiano. Kruja era a capo della Commissione della KESH che si occupa di indire gare d'appalto nonché vicepresidente dell'azienda che ha anche guidato per quattro mesi durante il 2001.
Agli inizi di febbraio un altro dirigente della KESH, Leonard Mone, era stato interrogato dai magistrati. Alcuni hanno voluto leggere questo attivismo dimostrato dalla procura generale alla luce delle parole dette dal neo-premier Pandeli Majko in merito all'inizio di una "mani pulite" anche per l'Albania.
E lo scandalo non fa che peggiorare la situazione in un già tartassato settore energetico. Nel dicembre scorso Fatos Nano, leader del Partito socialista aveva apertamente accusato l'allora ministro dell'Economia pubblica e delle Privatizzazioni, Mustafa Muci, di aver accumulato tesori personali grazie a gare d'appalto truccate sull'acquisto di energia.
Si intrecciano quindi le conseguenze di una grave siccità che ha diminuito notevolmente la produzione delle centrali idroelettriche del paese e la mala gestione della KESH, con conseguenze rilevanti sui cittadini: l'Albania spende milioni di dollari nell'acquisto di energia elettrica dall'estero.
Per il 2002 si prevede una spesa attorno ai 46 milioni di dollari nonostante la KESH stia tentando di procurarsi energia a prezzi inferiori. Che saranno sicuramente più vantaggiosi rispetto agli ultimi due anni durante i quali l'albania ha acquistato energia ad un prezzo doppio rispetto a quello vigente sul mercato attuale.