Antony Blinken - © Alexandros Michailidis/Shutterstock

Antony Blinken - © Alexandros Michailidis/Shutterstock

Con la sua breve visita in Albania, il Segretario di Stato USA Blinken ha ribadito l'importanza strategica del legame con Tirana per Washington. Importanza che per gli USA va oltre i rapporti bilaterali, e che interessa la stabilità e le prospettive future dell'intera area balcanica

20/02/2024 -  Erion Gjatolli Tirana

Prima di raggiungere la Conferenza di Monaco sulla Sicurezza, lo scorso 15 febbraio, il Segretario di Stato USA Antony Blinken ha voluto sottolineare l’importanza strategica di Tirana, confermando un legame “più forte che mai” tra gli Stati Uniti e l’Albania e il pieno sostegno all’adesione europea dei Balcani quale unica strada per un futuro di pace nella regione.

Un riconoscimento speciale è stato rivolto all'impegno dell'Albania in ambito internazionale, dalla presenza nella NATO al ruolo attivo nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU. In secondo piano la prospettiva albanese, dove è stata registrata qualche nota di delusione per l’assenza di una presa di posizione su questioni di politica interna.

Lo storico delle visite

Le strade principali, gli edifici e i megaschermi disseminati in ogni angolo della capitale albanese hanno ospitato per 24 ore il volto del Segretario di Stato Blinken, a conferma della diffusa popolarità degli Stati Uniti nel Paese.

Antony Blinken è il sesto Segretario di Stato degli Stati Uniti a recarsi in Albania da quando sono riprese le relazioni bilaterali nel 1992. Ovvero da quando l’allora Segretario Baker è salito su una “piattaforma di legno sulla piazza centrale di Tirana, davanti ad una folla euforica di 300mila persone - come ha ricordato di recente - per ribadire il sostegno per la transizione del Paese verso la democrazia e dimostrare che “la libertà funziona”.

Negli anni si sono susseguite le visite della Segretaria Madeleine Albright nel 2000, a breve distanza dai bombardamenti della Nato su Belgrado, a confermare la visione dell’alleanza che gli Stati Uniti volevano costruire con l’Albania. Successivamente fu Colin Powell nel 2003 a sottoscrivere da Tirana la Carta dell’Adriatico, che poneva le basi dell’ingresso nella NATO di Albania, Nord Macedonia e Croazia.

Nel 2012 e 2016, le visite di Hillary Clinton e John Kerry facevano seguito all’insediamento di un campo di dissidenti mujaheddin iraniani in territorio Albanese, su richiesta degli Stati Uniti.

Ma le relazioni sono culminate con la visita del Presidente George Bush nel 2007, a precedere l’adesione nella NATO due anni dopo. Ad accoglierlo, trionfante, l’allora Primo Ministro Sali Berisha. Da allora il panorama politico è cambiato: Berisha è ancora oggi deputato e leader in pectore dell’opposizione, ma nel 2021 è stato oggetto di sanzioni per mano dello stesso Blinken, col divieto di ingresso sul territorio statunitense insieme alla consorte e i due figli, perché "coinvolto in atti di corruzione che hanno minato la democrazia in Albania".

Conferma del partenariato, con lo sguardo a sviluppi regionali e adesione all’UE

“Amici nella buona e cattiva sorte.” È questo il messaggio del Segretario Blinken dopo l’incontro con il Primo ministro Rama, sottolineando la significativa presenza albanese in campo internazionale. L'Albania è stata tra i primi Paesi a fornire aiuti militari all'Ucraina e si prepara ad ospitare a fine mese un summit internazionale con la partecipazione del Presidente Volodymyr Zelensky.

Un impegno straordinario che fa dell’Albania un “partner chiave per la stabilita dei Balcani occidentali”. Un progetto di stabilità che per gli Stati Uniti passa inevitabilmente dall’adesione all’UE, “per non permettere che si ripeta ciò che abbiamo visto e ciò che molte persone hanno vissuto negli anni '90”.

Sul piano bilaterale, Blinken ha ringraziato l’Albania per “la straordinaria generosità” dimostrata nell’accogliere questa volta sfollati afghani. Dopo la crisi del 2021 infatti, l’Albania è stata il primo paese ad accogliere circa 2300 profughi, attualmente in attesa di essere trasferiti definitivamente negli Stati Uniti.

Durante la visita sono anche stati firmati due memorandum d’intesa, uno volto a raddoppiare le borse di studio “Fulbright” per gli studenti albanesi, e uno per contrastare la disinformazione proveniente da paesi stranieri.

Dal nodo del Kosovo alla riforma giudiziaria

La stabilità dei Balcani passa anche dalle tensioni tra Serbia e Kosovo. E il premier albanese Rama ha esortato l’omologo kosovaro Albin Kurti a coordinare ogni mossa con gli alleati occidentali, facendo riferimento alla recente iniziativa del Kosovo di abolire l’uso del dinaro nei comuni a maggioranza serba e imporre l’Euro come moneta unica. Blinken ha ribadito il sostegno statunitense al dialogo facilitato dall’UE in quanto “unica via da seguire”.

Sulle questioni interne in Albania, Blinken ha riportato l’attenzione sulla radicale riforma del sistema giudiziario, fortemente voluta da Stati Uniti ed Unione Europea. Dopo un incontro con i vertici delle nuove istituzioni giudiziarie, Blinken ha ricordato che “la riforma della giustizia non è stata semplice, veloce o perfetta, ma ora si cominciano a vedere i risultati”.

Risultati che hanno imbarazzato non poco il premier Rama al suo fianco, che negli ultimi anni ha visto finire sotto indagine per corruzione diversi ex funzionari del suo governo, incluso l’ex vice-premier e braccio destro Arben Ahmetaj, al momento latitante e in attesa di giudizio. Al tempo stesso, sono stati sottoposti ad indagini anche vari leader dell’opposizione di centrodestra, tra cui l’ex Premier Sali Berisha, ai domiciliari da dicembre scorso.

Da qui anche i continui attacchi alle istituzioni, per quanto “imperfette”, del sistema giudiziario, che regolarmente richiedono la tutela della comunità internazionale, per non cedere alle interferenze politiche.

Opposizione fuori dall’agenda e delusione locale

Come prevedibile, la visita di Blinken non ha avuto impatto significativo sulla scena politica interna, smentendo l’ipotesi che le recenti controversie giudiziarie della maggioranza di centrosinistra, al governo da più di un decennio, avevano indebolito il sostegno degli Stati Uniti.

Delusione acuita anche dall’esclusione dell’opposizione dall’agenda del Segretario di Stato. Da quando Berisha è stato sanzionato, le relazioni tra l’amministrazione americana e il Partito Democratico albanese sono rimaste tese, se non inesistenti. Invece di segnare la fine politica di Berisha, quella designazione ha frammentato il secondo partito più importante del paese in diverse fazioni, acuendo una crisi di leadership e di idee che continua a erodere il consenso del PD ad ogni tornata elettorale.

Un’opportunità per l’Albania

Da Tirana, la visita di Blinken rappresenta un segnale di rinnovata attenzione nei confronti dei Balcani e di riconoscimento dell’impegno dell’Albania nell’arena internazionale, in un contesto segnato da nuovi conflitti e ingerenze esterne. Un’opportunità per discutere di sicurezza, collaborazione e integrazione direttamente dal centro di Tirana, con gli Stati Uniti in veste di alleato per il futuro di tutti i paesi balcanici.

Alla delusione per la mancata presa di posizione da parte degli Stati Uniti nei confronti della maggioranza, basti ricordare la manifestazione del 21 gennaio 2011 contro Berisha. Un evento spartiacque per la politica albanese, in cui le forze dell'ordine aprirono il fuoco sulla folla uccidendo quattro manifestanti. Nonostante ciò, l'Ambasciatore americano a Tirana ridimensionò l’accaduto, definendo Berisha, presunto responsabile dell'ordine di aprire il fuoco, "un uomo di stato". Un episodio che mette in chiaro come, in tali contesti, chi detiene il potere difficilmente viene messo in discussione.