Tirana, l'edificio principale dell'Università (1930). (Foto Pavel Cernoch)

Due architetti di Tirana criticano le nuove tendenze dell'edilizia urbana in voga tanto nella capitale che in altre parti del Paese. Nostra traduzione

25/10/2006 -  Anonymous User

Di Belina Budina, Shekulli, 19 settembre 2006 (tit. orig. Tirana, prej xhami, alumini, mermeri)
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Marjola Rukaj

Costruzioni di vetro, lastre di alluminio, svariati tipi di marmo, facciate ventilate, vetrate esagerate, mattonelle accecanti di colore e lustro, e poi interni di legno... Una volta sfuggiti alla noia del cemento e all'architettura social-realista, a Tirana è diventato insostenibile l'utilizzo indiscriminato di tutti i materiali e di tutte le forme, ovunque, dalle case di periferia alle zone più in voga della capitale. Mentre l'ondata di queste costruzioni sembra incontrollabile, due noti architetti albanesi, Klement Kolaneci e Maks Velo, criticano questa tendenza di un'architettura che non rispetta né i criteri del buon gusto, né i canoni dell'architettura contemporanea. "Non esiste più il senso della massa nell'utilizzo dei materiali" dice Velo, "A Tirana, la forte pressione economica incentiva la costruzione di oggetti mastodontici, ma gli appartamenti spesso non sono per niente confortevoli," riflette Kolaneci. Sembra che essere moderni in architettura e nell'edilizia sia un'ardua impresa, per cui non basta avere, meglio sapere. "Le case dei nuovi ricchi assomigliano troppo ai locali pubblici e poco alle abitazioni vere e proprie. Sono delle mescolanze caotiche di forme e stili" - aggiunge il genero di Enver Hoxha, Klement Kolaneci, che ha abbandonato da tempo l'architettura social-realista, diventando ormai autore di sofisticati progetti di tendenza contemporanea.

Secondo Maks Velo, l'architetto condannato dal regime di Enver Hoxha per il suo eccessivo modernismo, nell'architettura odierna albanese le forme e i materiali vengono usati per rimpiazzare il pensiero. "Ci sono troppi materiali nelle facciate. Vengono utilizzati l'alluminio, il vetro, tutti i tipi di marmo, i rivestimenti plastici delle mura, tutti i tipi possibili e immaginabili del legno. Manca però la coerenza di stili architettonici, si sta creando un gioco insensato, Queste costruzioni fanno sembrare la città come un enorme circo. E' un'architettura che riflette le tendenze anarchiche e l'individualismo medievale."- spiega Velo, ritenendo inutile la smania di tutti per costruire edifici "esplosivi", per mettersi in mostra ad ogni costo, poiché tutto questo fa sembrare la città un'esplosione permanente di fuochi d'artificio.

Una delle tendenze più evidenti secondo Kolaneci è l'utilizzo dei vetri, in particolar modo i vetri scuri, solo per l'immagine e l'effetto ombra, poiché per lo più non sono funzionali e inoltre sono da considerare démodé, se si tratta di un colore molto scuro. Le facciate di vetro vengono usate persino nelle cucine o angoli cottura, mentre si sa che il vetro è un materiale molto costoso e inadeguato per questo tipo di ambienti. D'altra parte neanche la concezione delle forme di un edificio adibito ad abitazione non possono essere le stesse degli edifici che poi diventeranno centri commerciali per cui l'utilizzo del vetro è ben comprensibile. Kolaneci ritiene che oggi in Albania le tendenze dell'edilizia curano solo ed esclusivamente l'immagine, trascurando del tutto la funzionalità. Inoltre sempre a detta di Kolaneci i vetri in Albania spesso sono di colori aggressivi e di qualità scadente.

Maks Velo osserva che a far ritorno alla tradizione potrebbero essere non solo i caffè o i ristoranti ma anche le abitazioni private. Questa tendenza all'utilizzo della pietra, che potrebbe esser sostanzialmente un elemento positivo, rischia di diventare eccessiva vista la troppa propensione al suo utilizzo e soprattutto tenendo conto che nella maggior parte dei casi si tratta di edifici molto alti, che assomigliano sempre di più alle torri medioevali. Sono fin troppo frequenti nelle zone di periferia e sembra che ci stiano riportando indietro l'epoca dei castelli e ai modi di vivere d'altri tempi.

Un'altra tendenza consistente è l'utilizzo di tende sui balconi e terrazze, che è un elemento adatto a un paese mediterraneo come l'Albania, dove si ha molto sole, troppo pochi giardini e parchi pubblici, pochi alberi e di conseguenza un'immane sete d'ombra. Però secondo il critico Velo anche con le tende si è esagerato, poiché si nota un'uniformità delle loro tipologie, che fa sì che tutti i balconi e le terrazze sembrino uguali...

Tutto ciò è pseudo-modernismo - così definisce Kolaneci il tentativo fallito per un'architettura di stile decostruttivista. Si tratta di un equivoco di ciò che il decostruttivismo è, una corrente che mira a giocare con le forze della natura, in modo aggressivo ma bello allo stesso tempo. "Questa è la cosa più difficile da realizzare. Serve perfezionismo, un po' come con la pittura astratta. Bisogna passare per l'arte semplice per poi riuscire a fare dell'arte astratta. Non è per niente facile essere moderni. Altrimenti non si hanno che delle creazioni pseudo-moderne." - esplica l'architetto Kolaneci.

Una nuova moda è quella delle case di legno. I complessi delle case di legno costituiscono una vera e propria moda del turismo albanese. Dalle spiagge ai villaggi montani si preferiscono soprattutto case di legno. Si tratta di un materiale nuovo, il cui utilizzo però costituisce già una tendenza. Nel linguaggio architettonico abbiamo a che fare con il riapprezzamento di un materiale naturale in una concezione moderna. Nonostante non vi sia una vera architettura rustica albanese, dicono gli architetti Velo e Kolaneci, il legno sembra essere un elemento preferito soprattutto per gli interni delle nuove costruzioni. "Però in pochi casi abbiamo a che fare con l'uso del legno vero e proprio. Spesso si tratta di un prodotto dal costo molto basso. Si tratta di una tendenza in Albania ma è stata anche una riscoperta in tutto il mondo dopo la prima ondata degli anni '80. Si tratta di ville precostruite, spiega Velo, che nella maggior parte dei casi vengono importate dall'estero, tra cui quelle più a buon prezzo vengono da paesi vicini. Le più care possono arrivare a 400 mila euro, secondo Klement Kolaneci, sono delle case di legno di grandi dimensioni, che vengono costruite in Svezia e Norvegia, dove si ha una tradizione di questo tipo di abitazione che tra l'altro hanno un costo d'energia del 40% più basso delle case normali. Alcune, quelle a due piani costano 10 - 20 mila euro. Ma le case di legno vengono costruite per tradizione anche in alcune regioni dell'Albania, ad esempio nella zona di Lezha, dove i professionisti si sono già accorti della richiesta di tali prodotti sul mercato. Per ora si hanno dei complessi di case di legno in alcune zone turistiche come a Durazzo, Dhermi, Llogara, mentre altri complessi sono in fase di progettazione sempre a Llogara.