Una normativa approvata dal governo albanese innesca una serie di polemiche sulla partecipazione delle forze di polizia al controllo dei seggi elettorali. Il rischio di fallimento delle elezioni, potrebbe compromettere l'avvicinamento dell'Albania alla UE
Il 12 ottobre si terranno in Albania le quarte elezioni amministrative da quanto è caduto il regime comunista nel 1990. Vi prenderanno parte circa 2.7 milioni di elettori, i quali voteranno per 65 sindaci (+ 11 sindaci delle mini-municipalità di Tirana) e 308 presidenti della giunta comunale, scelti tra i 39 partiti che si presenteranno agli elettori.
I seggi elettorali in tutto il paese sono 4.733. Le elezioni saranno monitorate da circa 1.800 osservatori locali e da 200 osservatori stranieri. È prevista la pubblicazione dei risultati elettorali entro 48 ore dalla chiusura dei seggi, prevista per le ore 19 di domenica 12 ottobre.
La campagna elettorale si è svolta con relativa tranquillità. Anche se negli ultimi giorni il clima politico del paese si è aggravato, a causa di una decisione del governo socialista riguardante il numero dei poliziotti che sorveglieranno i seggi elettorali. In base al nuovo Codice Elettorale, compilato nel maggio di questo anno in seguito ad un compromesso tra partito socialista e quello democratico, le forze speciali della polizia, l'esercito e i servizi segreti non dovrebbero essere impiegati per sorvegliare i seggi.
Secondo tale Codice il numero dei poliziotti dovrebbe essere pari a 3.017. Ma a settembre il governo socialista ha approvato una serie di normative (su base amministrativa) che consentono l'aumento del numero dei poliziotti in servizio durante la tornata elettorale.
Il governo sostiene che il numero dei seggi è più alto di quello dei poliziotti. Secondo il giornale "Korrieri" (8.10.2003) il numero attuale delle forze dell'ordine pubblico è di circa 5.000 persone. Ma il Ministero degli interni giudica insufficiente questo numero per garantire un normale svolgimento elettorale e quindi ha chiesto al Ministero della Difesa di sostituire i poliziotti, che saranno impiegati a sorvegliare le elezioni, con alcune unità dell'esercito.
La leadership dell'opposizione, guidata dal Partito democratico, considera l'atteggiamento del governo come una mossa per manipolare le elezioni attraverso le forze di polizia. L'opposizione ha annunciato un possibile boicottaggio delle elezioni nel caso in cui l'atto normativo del governo sull' impiego della polizia dovesse entrare in vigore.
A metà settembre il Partito socialista ha fatto un passo indietro quando alla prima votazione l'opposizione si è dimostrata decisa nel rifiutare l'atto del governo. Ma giovedì scorso (2 ottobre), mentre il Presidente del parlamento europeo Pat Cox era in visita ufficiale in Albania, il parlamento ha approvato l'atto del governo senza la presenza dell'opposizione. E la Commissione Centrale Elettorale ha reso nota un'indicazione specifica che definisce le funzioni della polizia durante il processo elettorale. La Commissione ha inoltre chiesto al Ministero degli interni di inviare immediatamente la lista con i nomi dei poliziotti impiegati per sorvegliare i seggi elettorali.
L'approvazione dell'atto normativo del governo è stata accompagnata da reazioni sia dentro che fuori del paese. Il Presidente della Repubblica Alfred Moisiu ha chiesto al Presidente del Parlamento Servet Pëllumbi di ridiscutere in parlamento l'atto normativo del governo sulla polizia. Il Presidente Moisiu, inoltre, si è fortemente augurato che si sappia arrivare ad una soluzione basata sul consensus di tutte le forze politiche.
Nel frattempo anche l'ODIHR nel suo rapporto preliminare ha sottolineato che l'atto normativo del governo sulla polizia rischia di provocare solo instabilità. I membri dell'ODIHR hanno confermato che durante le elezioni la polizia stessa verrà monitorata.
Più diretta e più severa e stata la tedesca Doris Pack, presidente della commissione esteri del parlamento europeo per l'Europa Sud-Orientale. In un'intervista per il giornale "Panorama" (8.10.2003), Pack ha affermato che l'approvazione dell'atto normativo del governo, da parte del parlamento Albanese a maggioranza socialista, dimostra che "i socialisti non hanno capito che non è più consentito commettere gli stessi errori che sono si sono verificati durante le elezioni del 2001. Questa volta dovranno essere rispettati i principi democratici durante l'andamento elettorale, altrimenti i candidati perderanno anche la poca credibilità rimasta". Pack lancia, infine, un monito: nel caso di un andamento elettorale irregolare l'avvicinamento dell'Albania alla UE sarà posticipato ulteriormente, perché "vorrà dire che abbiamo a che fare con un paese che non è in grado di organizzare un svolgimento elettorale in maniera accettabile e democratica".
Anche se la campagna elettorale finora si è svolta con relativa calma, il problema dell'impiego della polizia ha molte probabilità di diventare un alibi nelle mani dell'opposizione, qualora quest'ultima dovesse perdere le elezioni. L'opposizione accuserebbe la maggioranza socialista di brogli elettorale e di conseguenza non riconoscerebbe il risultato finale.
Sin dalle elezioni parlamentari del 1996, nessun partito politico che ha perso le elezioni ha mai accettato con libera volontà il risultato finale del voto, accusando l'avversario vincente di manipolazioni e brogli.