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In Albania circa 350 persone muoiono ogni anno in un incidente stradale. Questo è quanto hanno reso pubblico Open Data Albania, il ministero dei Trasporti e il ministero della Sanità del paese balcanico. Molte le cause, tra cui la rete stradale inadeguata all’enorme traffico attuale e l'indisciplina degli automobilisti albanesi che non sono proprio i più scrupolosi d’Europa

18/07/2012 -  Marjola Rukaj

Un bilancio da guerra, che riferendosi ai dati resi pubblici recentemente sembra peggiorare di anno in anno. L’Albania si aggiudica per via di queste statistiche sconcertanti, il primo posto nei Balcani per quanto riguarda la pericolosità stradale, e sprofonda nella lista nera con un bilancio comparabile a quello del Sudafrica. Nel 2010 secondo un preoccupante report reso pubblico da Open data Albania, sono rimasti coinvolti in incidenti stradali ben 1564 veicoli, facendo degli incidenti una normalità quotidiana, dall’incidenza di 39 su 10 mila veicoli ogni anno.

Oltre a numerosissimi incidenti di autovetture e motocicli, negli ultimi due anni sono avvenuti diversi incidenti gravi, dal bilancio fatale: un autobus di studenti è precipitato da uno strapiombo nella zona di Puka, nel nord del paese, un altro ha avuto la stessa sorte nell’Albania del sud percorrendo l’asse Tirana-Atene, mentre poche settimane fa il paese è rimasto sconvolto da un altro incidente avvenuto a Himara, sempre un autobus precipitato mentre trasportava degli studenti universitari di Elbasan in gita verso il sud del paese. Tutti episodi drammatici, che sono costati la vita a decine di passeggeri, e che hanno attirato l’attenzione degli albanesi su un fenomeno che oltre a essere cronaca quotidiana preoccupante, costituisce un problema da affrontare seriamente.

Orgoglio su quattro ruote

La causa principale: in Albania circolano troppe macchine. La rete stradale seppur notevolmente migliorata negli ultimi anni, rimane poco adeguata all’enorme traffico attuale e gli albanesi non sono proprio gli autisti più scrupolosi d’Europa.

Possedere una macchina, possibilmente una immortale Mercedes, è ormai una questione di prestigio. Che in questo paese ci siano più Mercedes che in Germania, è ormai una frase iperbolica strausata dal giornalismo mainstream nei reportage sull’Albania. Per un paese che prima degli anni '90 offriva un paesaggio urbano privo di macchine private, qua e là attraversato da qualche bicicletta austera di produzione cinese, ora possedere un'automobile è indispensabile, sia per chi proviene dallo spazio urbano sia per gli abitanti delle zone rurali.

Voglia di riscatto? Certamente. Occidentalizzazione e conti aperti con le frustrazioni del comunismo. Ma non solo. La causa principale è che dopo il crollo del comunismo, i trasporti pubblici albanesi sono sprofondati in una crisi irreversibile. Le stazioni interurbane si sono trasformate in luoghi malfamati abbandonati, rifugio per i senzatetto e per traffici poco decorosi, malgrado la loro centralità nello spazio urbano. I privati che si sono sostituiti al deceduto sistema dei trasporti pubblici statali, hanno contribuito a complicare ulteriormente la situazione in balia della disorganizzazione, e delle rivalità tra gli autisti e le compagnie di autobus o furgoni. Basti pensare che in quasi tutti i centri urbani albanesi trovare dove partono i mezzi per determinate destinazioni è un’impresa tutt’altro che facile per i forestieri. Se si vuole essere efficienti e autonomi, disporre di un'automobile propria è l’unica soluzione. Il risultato è il traffico perennemente caotico e le strade bloccate. A tutto ciò c’è da aggiungere il traffico proveniente dall’estero in particolar modo nei mesi estivi, mentre molti migranti rientrano in Albania per trascorrere le ferie tra il mare e i parenti.

Foto racconto 

Autostrade di campagna

La rete stradale albanese è notevolmente migliorata negli ultimi anni. In particolar modo gli assi più importanti del paese, come quello che collega Valona e Tirana, o Tirana e Morina - la famosa autostrada della nazione [vedi box sotto]. Numerosi anche gli assi secondari, e prossimamente tra diverse inaugurazioni gli albanesi avranno un miglior collegamento anche con la Macedonia e con la Grecia.

Questi due ultimi assi stradali, dove avviene il maggior flusso di trasporti internazionali dell’Albania, con i suoi partner economici principali per via terra, la Grecia e la Macedonia, sembrano essere le ultime priorità nella rete stradale albanese, nonostante l’importanza economica. Se ne è parlato circa un anno fa, quando nelle colline a sud-est di Fier un autobus della linea Tirana-Atene ha perso il controllo causando la morte di almeno una decina di passeggeri. Le scarse simpatie del governo Berisha per il sud socialista, la poca professionalità e l’arbitrarietà delle politiche intraprese sono solo alcune delle spiegazioni che circolano tra gli albanesi.

L’incidente sulla Tirana-Atene ha gettato luce anche sul fatto che il sistema stradale albanese rimane in parte in balia degli errori fatti dai progettisti durante il comunismo, in cui si cercava di lasciare liberi i pochi terreni agricoli del paese, costruendo in altitudine con minor costo possibile anche laddove il terreno è geologicamente poco stabile. Ma appunto le vecchie strade sono state progettate in tempi in cui l’Albania era un paese agricolo, isolato dal mondo, dal traffico assolutamente non paragonabile a quello odierno.

Spesso gli esperti denunciano che alcuni difetti di quel sistema dalle corte vedute non sono stati migliorati, tra cui le autostrade a due corsie che rimangono pur sempre insufficienti a lungo termine. Come in passato spesso sono considerate con enorme relativismo le misure di sicurezza, come le barriere ai bordi delle strade esposte in altitudine. Riguardo l’ultimo grave incidente a Himara, gli esperti hanno dichiarato ai media albanesi che l’incidente non sarebbe stato così grave se la nuova strada nel sud del paese fosse stata costruita rispettando tutte le norme di sicurezza. Inoltre sono numerosi gli errori progettuali, le deviazioni per via di conflitti con i proprietari dei terreni, o la segnaletica non ben studiata. Nonostante gli assi nazionali albanesi siano parte di vari corridoi geopolitici che attraversano i Balcani, il nuovo sistema stradale sembra appena sufficiente ai flussi attuali del paese.

Foto racconto 

Automobilisti si nasce

Gli albanesi scommettono sempre che non sarà lontano il giorno in cui nella Formula Uno sbarcherà qualche albanese che toglierà il fiato a tutti. Perché guidare spericolati sembra essere lo sport preferito e quotidiano degli albanesi. Sfidare la segnaletica, le regole e arrangiarsi è all’ordine del giorno. La polizia stradale è un ostacolo sormontabile, addirittura sulla corruzione dei suoi dipendenti circolano molti aneddoti divertenti. Ma spesso la relatività con cui gli albanesi trattano le regole della circolazione stradale poggia nelle scarse conoscenze, e nella pessima preparazione delle scuole guida. E’ facilissimo ottenere la patente in Albania, dopo solo un mese di scuola guida, e poca pratica, in scuole sovraffollate, mentre spesso gli istruttori sono solo degli autisti che hanno ben poco a che fare con la didattica. Secondo le statistiche rese pubbliche di recente dall’Associazione delle vittime degli incidenti stradali più della metà degli incidenti viene causata da cittadini che hanno la patente da meno di cinque anni. Mentre nel 40% dei casi le vittime sono dei pedoni che attraversano la strada.

La scarsa sicurezza stradale è un problema quotidiano degli albanesi. Diverse associazioni, e persino le autorità riconoscono la necessità di dover intervenire, ma per ora, oltre alla volontà più volte espressa nei media, passi concreti sembrano ancora lontani.