Vista dall'alto di alcuni ciclisti in mountain bike tra Albania e Macedonia del Nord - Youtube

In mountain bike tra Albania e Macedonia del Nord - Youtube

Grazie ai fondi europei di preadesione, Albania e Macedonia del Nord rafforzano la collaborazione in materia di turismo d’avventura, promuovendo assieme la regione montana transfrontaliera come una destinazione per il ciclismo

30/03/2023 -  Gentiola Madhi

Una lunga catena montuosa fa da frontiera tra la regione albanese di Dibra e quella macedone di Mavrovo-Rostuša. Benché i confini nazionali dividano, il monte Korab, con i suoi 2764m di altezza, regna orgoglioso sulle comunità montane di entrambi i paesi. Parte della cosiddetta Cintura Verde Europea che si sviluppa lungo l’ex cortina di ferro, l’area è caratterizzata da una ricca vegetazione e varietà della fauna. A diverse altitudini si intrecciano boschi, torrenti d’acqua e pascoli per le pecore, ma anche tante piante medicinali, mirtilli e tè di montagna.

"È un'area che condivide le stesse esperienze, similitudini nei costumi, tradizioni e comunicazione, perché a Mavrovo vivono insieme albanesi e macedoni, il che rende la comunicazione molto libera tra le due sponde della frontiera", racconta Lindita Manga, direttrice della fondazione albanese ALCDF. "Mavrovo è una rinomata destinazione sciistica. Analizzando il terreno montano transfrontaliero abbiamo scoperto che è adatto al turismo d’avventura in bici. È nata così l’idea di creare un'infrastruttura turistica per collegare i due paesi promuovendo la regione come destinazione unica".

In collaborazione con il Consiglio Regionale di Dibra e il Comune di Mavrovo-Rostuša, e grazie al programma di cooperazione transfrontaliera promossa con i fondi europei di preadesione (IPA CBC 2014-2020), sono stati costruiti 46 chilometri di sentieri da percorrere in mountain bike, inserendo così l’area nella mappa europea degli appassionati del ciclismo e del turismo d’avventura.  

Rispettare la montagna

Per raggiungere il punto di partenza del sentiero Hinoske-Ilnice-Melan, ad un’altitudine di 2045m sul livello del mare e con una vista mozzafiato sulle catene montuose circostanti, si percorre una strada sterrata in salita. L’unica alternativa alla camminata è un fuoristrada o il cavallo. Per 6 chilometri circa il sentiero è caratterizzato da una ripida pendenza e alto livello di difficoltà, rendendolo adatto solo ai mountain biker più esperti. Questa è sola una delle 18 tratte messe a disposizione dal progetto durante il biennio 2020-2022. 

I lavori di marcatura e costruzione dei sentieri non sono stati facili. La valorizzazione della natura e la creazione di nuovi posti di lavoro per le comunità locali non vanno sempre di pari passo con il salvaguardare delle peculiarità che caratterizzano il territorio montano. Mentre nella prima fase del progetto sono stati identificati 71 km di sentiero, l’orografia, la necessità di utilizzare principalmente forza lavoro manuale e l’esigenza di tutelare l’ecosistema hanno costretto i promotori a rivedere l’intervento, realizzando alla fine 22 km di sentiero nella parte macedone e 24 in quella albanese. 

"Abbiamo messo dei cartelli per altri possibili sentieri. Sono stati fatti lavori di pulizia, costruzione e livellamento del terreno, ed è stato fatto un corso di formazione per operatori trailbuilders, perché dovevamo costruire sentieri in linea con gli standard europei", dichiara Lindita. "Sono stati formati 19 residenti locali per eseguire i lavori, di cui 9 sono stati assunti direttamente dalle ditte appaltatrici. Uno di loro ha ricoperto il ruolo di supervisore", afferma Lindita sorridendo soddisfatta. "Abbiamo pensato alla sostenibilità dei percorsi e alla loro manutenzione da parte delle autorità locali una volta terminato il progetto". Durante i lavori di costruzione sono stati coinvolti anche mountain biker professionisti per effettuare prove tecniche sulla pendenza e sulla sicurezza in generale. 

Non solo sentieri per le bici 

L’intervento delle autorità locali in quest’area transfrontaliera ha perseguito una visione inclusiva, creando sinergie tra la nuova offerta e l’infrastruttura turistica e i tradizionali servizi di ospitalità delle comunità locali, in un’ottica di riattivazione delle risorse già presenti sul territorio e di stimolo della piccola imprenditoria familiare. 

"Il nostro obiettivo è che i turisti non vedano né Mavrov né Dibra come una meta di passaggio dove trascorrere mezza giornata, ma abbiano l'opportunità di trascorrere più di 2 o 3 giorni in questa regione", sottolinea Lindita. Il progetto ha investito in nuove figure professionali, tra cui sei guide turistiche esperte in ciclismo montano, che hanno già avviato la collaborazione con le agenzie turistiche locali. Sono stati inoltre messi a rete agriturismi, affittacamere, camping e ristoranti di entrambe le zone coinvolte, tutte realtà anche assistite nella fase d’iscrizione e promozione nelle diverse piattaforme disponibili online. Un ruolo chiave in quest’ottica lo coprono i Centri d’informazione turistica siti nelle città di Peshkopia e Mavrovo, rigenerati e messi in funzione dal progetto stesso. 

"Non si tratta solo di realizzare sentieri o di operatori turistici, perché dobbiamo considerare anche il ruolo delle donne che vivono la montagna, i loro prodotti artigianali e locali, un intero ecosistema del turismo d’avventura". 

Il progetto ha messo a disposizione delle agenzie turistiche dei tour fino a sette giorni, inserendo anche percorsi di hiking e rafting sul fiume Drin Nero che nasce dal lago di Ohrid. In collaborazione con le autorità doganali dei due paesi, è stato reso possibile il transito dei turisti da un paese all’altro attraverso i cosiddetti “confini verdi”, quindi senza dover passare dai passaggi di confine ufficiali. "Il valico di frontiera di Bllatë/Blato rilascia i permessi di transito in anticipo per i turisti che inviano copia del passaporto tramite le agenzie turistiche, con almeno 2 settimane in anticipo", precisa Lindita. 

Un piccolo passo, ma significativo, verso la creazione di uno spazio unico senza più confini nei Balcani. Nel mentre rimane da attendere la fine della stagione estiva 2023 per valutare gli effetti del progetto sul turismo e sullo sviluppo di quest’area transfrontaliera. 

 

Agriturismo

Proprio nelle aree attraversate da questi percorsi in mountain bike si trova l'agriturismo di Dashurie Zerja, imprenditrice di successo e sostegno ai diritti di molte donne. Qui un'intervista dal nostro archivio

In video

Un breve video mostra parte di questo percorso in mountain bike