In Albania vi è il rischio di nuovi disordini. E' questo che tutti i media locali mettono in risalto di un rapporto OSCE, recentemente presentato a Vienna.
I media albanesi riportano ampiamente di un rapporto presentato recentemente, dal capo missione a Tirana Osmo Lipponen, a Vienna al Consiglio Permanente dell'OSCE. Il quotidiano "Shekulli" ha dedicato un titolo in prima pagina alla notizia: "OSCE prevede disordini", si è scritto. Dello stesso tono i titoli di "Panorama": "L'allarme OSCE: in Albania si rischiano nuovi disordini".
Nel rapporto OSCE si sottolinea infatti che "tenendo conto della crescita rapida della popolazione e dell'alto livello d'inflazione si corre il rischio di nuovi disordini sociali e politici". "Panorama" in parte si stupisce di queste affermazioni notando che queste valutazioni "avvengono dopo un periodo di calma durante il quale l'Albania si è avviata lungo il processo di Associazione e Stabilizzazione con l'UE".
Dunque secondo gli esperti OSCE uno dei rischi maggiori sarebbe rappresentato dal rallentamento della crescita. Il Pil si è fermato nel 2002 ad un +4,7% mentre negli anni precedenti si era attestato attorno ad un +7, +8%.
La recessione viene attribuita a vari fattori tra i quali l'instabilità politica, la crisi energetica, le inondazioni dello scorso autunno ed i ritardi nelle privatizzazioni in particolare di Albtelekom e della Banca del Risparmio che hanno allontanato capitali stranieri dall'Albania.
Anche l'inflazione sarebbe nuovamente in ascesa. Ed il basso livello di crescita del 2002 ha causato una contrazione del budget a disposizione per le spese pubbliche nel 2003.
Tra i motivi di crisi individuati dall'OSCE anche il crescendo di intimidazioni ed attacchi nei confronti di imprenditori albanesi da parte della malavita locale. Questo ha senza dubbio causato, afferma l'OSCE, un clima di incertezza nel mondo dell'imprenditoria albanese.
Si sottolinea inoltre che le ultime proteste in piazza, riferendosi sopratutto alle proteste degli abitanti della periferia di Tirana (Bathore) che dimostravano per la legalizzazione delle loro case abusive, solo per poco non sono sfuggite di mano alle forze dell'ordine. Questo starebbe a dimostrare come "la tecnica di esercitare forti pressioni scendendo in strada è ancora radicata e probabilmente efficace".
Osmo Lipponen si è inoltre dichiarato deluso della situazione per quanto riguarda la libertà di stampa. "Gli interessi economici del mondo dei media e la vita politica del Paese sono strettamente intrecciati. Molti politici sono contemporaneamente proprietari di media e quindi non sono rare le pressioni esercitate su questi ultimi.
Il rapporto mette a questo proposito in evidenza come nei quotidiani e nelle televisioni albanesi il 60% delle pubblicità sia statale e come questo sia divenuto un mezzo efficace del Governo di garantirsi una certa compiacenza ...
Il capo missione OSCE ha inoltre definito quale vera e propria censura l'esclusione dei media dall'aula del Parlamento albanese quando era all'ordine del giorno la discussione sulla creazione o meno di una Commissione parlamentare per indagare sulle attività del sindaco di Tirana Edi Rama.
Il rapporto si esprime comunque in modo positivo rispetto ad un clima più collaborativo sviluppatosi tra i partiti che compongono il panorama politico albanese, rispetto all'adozione di nuove leggi in conformità con gli standard europei e sulla riforma elettorale e giudiziaria. "Ma il problema rimane essenzialmente l'applicazione di queste riforme", si conclude.