Nonostante siano vietati da ormai 30 anni, l'uso di alcuni pesticidi in Armenia è ancora comune. Tra questi il DDT
(Pubblicato originariamente da OC Media il 3 luglio 2018)
Narine Sargsyan, cinquantaduenne residente nel paese di Jrarat nell provincia di Armavir, ricorda che suo padre utilizzava il diclorodifeniltricloroetano – comunemente conosciuto come DDT – per proteggere le piante da giardino dagli insetti. "Teneva il DDT nel capanno. Dopo la sua morte ho continuato ad utilizzarlo fino all'anno scorso", racconta Narine a OC Media.
"Un giorno mia sorella mi ha vista, era in stato di shock. Ha iniziato a spiegarmi il danno che causa. Mi sono resa conto che avevo quasi avvelenato la mia famiglia usando questo pesticida vietato. Grazie a dio non ci è successo nulla di male".
Secondo l'ecologista Hakob Sanasaryan, capo dell'Unione dei Verdi dell'Armenia, il DDT può causare svariate malattie maligne e sterilità; l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha ricondotto queste sostanze a diversi tipi di cancro.
Di conseguenza il DDT è stato vietato in Armenia più di 30 anni fa e il Paese ha ratificato la Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti (POP) nel 2003. La convenzione, firmata da 152 paesi, vieta o limita notevolmente l'uso di molte sostanze di questo tipo e impone all'Armenia l'eliminazione dal paese di tutti i pesticidi organoclorurati e le sostanze POP scadute.
Carote tossiche
Dal 2013, il Centro studi sulla Noosfera Ecologica dell'Accademia Nazionale Armena di Scienze analizza i pesticidi residui negli alimenti vegetali prodotti nel paese. Sono stati rilevati DDT e altri inquinanti organici persistenti (POP) in molte aree rurali. Questi pesticidi sono una minaccia seria e potenzialmente fatale per la salute pubblica.
"Sono passati più di 30 anni da quando il DDT è stato vietato per uso agricolo, ma lo abbiamo trovato in numerosi appezzamenti di terreno intorno alle regioni di Armavir, Kotayk e Shirak", dice Davit Pipoyan, responsabile del Dipartimento di valutazione dei rischi della catena alimentare presso l'Accademia Nazionale di Scienze.
Pipoyan racconta che i contadini gli hanno rivelato che quando il DDT è stato vietato lo hanno conservato sotto i loro tetti e hanno continuato ad usarlo comunque. "Molti abitanti del villaggio lavavano il loro bestiame con il DDT per liberarsi dei pidocchi. Poi hanno lasciato gli animali nei campi, contaminando il suolo", spiega Pipoyan a OC Media.
Il Centro studi sulla noosfera ecologica ha trovato DDT, oltre ad altri pesticidi nocivi, nelle carote. "Il problema è che il governo non ha ancora realizzato una mappa della contaminazione, che servirà per comprendere quali terreni presentano un rischio per la salute" dice Pipoyan.
A seguito dei recenti cambiamenti politici avvenuti in Armenia, egli spera in un miglioramento ambientale, attrsaverso l'adozione di misure positive e di una politica di bonifica delle terre.
"Lo stato deve capire che questa è una questione di sicurezza nazionale. Ogni giorno di inazione significa più malattie. Quando le persone si ammalano di cancro a causa della contaminazione, il costo delle cure è molto elevato", aggiunge.
Depositi in rovina
Questi pesticidi tossici e scaduti non sono immagazzinati soltanto nelle case degli abitanti, ma anche in grandi magazzini di molti dei centri urbani del Paese.
Il ministro dell'agricoltura ha effettuato l'ultimo inventario dei pesticidi scaduti nel 2014. In tutte le dieci province armene ne sono stati trovati approssimativamente 150 tonnellate. Il vice ministro dell'agricoltura Ashot Harutyunyan spiega che pesticidi scaduti sono stati localizzati in 29 su 64 depositi che l'Armenia ha acquisito dall'Unione Sovietica.
"I pesticidi scaduti sono situati perlopiù in depositi the appartenevano all'ex associazione di ricerca e produzione Hayberiutyun, che è stata infine privatizzata, quindi la terra ora è controllata da proprietari privati. Gli esperti internazionali che hanno preso parte alla realizzazione dell'inventario hanno definito i pesticidi di questi depositi come non nocivi per l'ambiente", racconta Harutyunyan a OC Media.
Jrarat, a 30 chilometri da Erevan, detiene la più grande riserva della regione di pesticidi sovietici scaduti. Le sostanze chimiche in eccesso provenienti da tutta la repubblica vennero accumulate e portate in questi depositi. Oggi, alcuni di questi giacciono in rovina.
Harutyunyan, tuttavia, insiste sul fatto che il deposito centrale di Jrarat è stato chiuso a chiave e messo in sicurezza dal proprietario.
"I depositi sono stati distrutti per una serie di motivi. Ma quando gli edifici vennero demoliti, i pesticidi vennero lasciati al loro interno", fa notare Lilik Simonyan, un'esperta del gruppo locale 'Donne per la Salute e un Ambiente Sano'. "Noi sosteniamo costantemente la ricerca sulle sostanze chimiche e sui composti che si trovano in quei depositi, in questo modo i problemi possono essere risolti completamente", dice a OC Media.
Una discarica sovietica di pesticidi a Erevan
La discarica di Nubarashen venne aperta nel 1976, nel sobborgo Erebuni di Erevan, e vi sono stati sepolti pesticidi fino alla metà degli anni Ottanta. Oggi la discarica contiene circa 900 tonnellate di sostanze chimiche tossiche, pesticidi scaduti e POP, tra cui il DDT. Ereditata dall'Armenia dopo l'era sovietica, questa discarica rappresenta ancora una minaccia per l'ambiente e la salute pubblica.
Situati in una zona franosa, i rifiuti rappresentano un rischio particolarmente grave per la salute dei tre centri abitati circostanti. "La zona franosa facilita la diffusione di prodotti chimici e pesticidi sepolti nel terreno. Il fatto che la gente locale non sappia nulla non fa che aggravare la situazione. Il bestiame pascola su questa terra", racconta a OC Media l'agro-ecologista Galust Nanyan.
Nanyan spiega che i pericoli della discarica di Nubarashen sono stati ampiamente discussi per anni. "Nel 2008, nuovamente nel 2010, gli operai hanno scavato metri in profondità nella discarica, distruggendo lo strato superiore e aumentando così la diffusione dei pesticidi", spiega Nanyan.
Le Donne Armene per la Salute e un Ambiente Sano hanno denunciato per anni la discarica di Nubarashen, sollevando regolarmente preoccupazioni riguardanti il suo impatto sull'ambiente e sulla salute pubblica.
Lo studio effettuato dal gruppo nel 2009 ha mostrato che il livello di pesticidi tossici nel suolo era centinaia di volte superiore a quello ritenuto accettabile, come sottolineato da Simonyan in un'intervista con OC Media.
L'organizzazione ha inoltre condotto uno studio sui residenti dei borghi circostanti la discarica, che ha rivelato la presenza di DDT nel latte materno delle donne. "La zona franosa ha eroso l'integrità strutturale della discarica, facendo defluire i pesticidi nell'ambiente esterno", afferma Lilik Simonyan.
Il governo ha risposto annunciando dei piani per rendere la discarica sicura. Durante una conferenza stampa sull'argomento, il vice ministro dell'ambiente Khachik Hakobyan ha indicato che UNDP Armenia insieme al governo armeno hanno avviato un progetto per rimuovere e distruggere rifiuti pericolosi e per bonificare il terreno attorno alla discarica di Nubarashen.
"Il budget totale del progetto è di 4,7 milioni di dollari. Tra gli obiettivi vi sono l'estrazione di POP e di pesticidi vietati o scaduti, nonché la decontaminazione dei terreni circostanti", ha dichiarato Gayane Gharagebakyan, il coordinatore del progetto, aggiungendo che vi sarà assistenza internazionale in ogni fase del progetto.
Lilik Simonyan di Donne Armene per la Salute e un Ambiente Sano rimane scettica sul fatto che le cose possano cambiare dopo un così lungo periodo di stagnazione. Tuttavia spiega che loro attendono con speranza l'avvio del progetto.