Un villaggio dell'Armenia colpito da spopolamento e spostamenti di popolazione dovuti al conflitto del Nagorno Karabakh rinasce grazie alle idee imprenditoriali di alcuni giovani abitanti
(Pubblicato originariamente da Chai Khana )
In cima ad una strada sterrata di otto chilometri di curve, nel nord-est dell'Armenia, vive un uomo che ha le idee chiare per il futuro del villaggio in cui abita. Il concetto è semplice: trasformare gli ostacoli in opportunità.
"Non abbiamo una strada asfaltata, e non vi è alcun negozio in paese. Vi sono invece molti problemi", afferma questo archeologo e biologo trentaseienne. Robert Ghukasyan vive a Kalavan, a circa un'ora di guida a nord del lago Sevan. "Se guardiamo alla situazione da questo punto di vista, è semplicemente impossibile vivere qui".
Spopolamento
Centinaia di persone degli ultimi due decenni l'hanno vista in questo modo e se ne sono andati, una dinamica presente in tutta l'Armenia rurale.
Nel caso di Kalavan il processo ha preso avvio alla fine degli anni '80 nel bel mezzo del conflitto con l'Azerbaijan nella contesa sul Nagorno Karabakh. Kalavan era allora chiamato Amirkher ed era abitato in prevalenza da una comunità azera,
che si rifugiò in Azerbaijan. Al loro posto arrivarono persone della comunità armena che abitavano però sul territorio dell'Azerbaijan.
Poi, trovando difficoltà nel procurarsi da vivere, anche questi nuovi arrivati se ne andarono. Ora a Kalavan abitano meno di 200 persone.
Time Land
Robert, rifugiato originario della città azera di Sumgayit, voleva però restare. I suoi due bambini erano nati a Kalavan e recidere le radici per una seconda volta non era un'opzione percorribile. Quattro anni fa ha coinvolto alcuni amici in un progetto per rivitalizzare il villaggio.
"Abbiamo iniziato ad invertire il nostro modo di pensare, cercando di trovare nelle debolezze dei vantaggi. Abbiamo fatto una ricerca sulle potenzialità naturali e in termini di risorse umane del villaggio ed abbiamo combinato questi due fattori".
Nel 2013 questo brainstorming è divenuto Time Land, un'organizzazione non governativa che accompagna turisti in trekking in montagna, nel birdwatching e alla scoperta delle risorse archeologiche del territorio. Tutto questo mentre sperimentano di persona la vita di paese.
Per promuovere Time Land Robert ha messo in gioco il suo credito di archeologo autore di pubblicazioni, con scavi internazionali e buoni legami con scienziati in Armenia e all'estero. Kalavan non è distante da una caverna utilizzata durante l'Età della pietra. E Time Land propone, per chi volesse, di condividere la vita dell'Età della pietra, costruendo il proprio riparo nella foresta, vestendo di pelli di animali e provando ad accendere un fuoco.
Turismo e opportunità di lavoro
"Nel 2016 i visitatori a Kalavan hanno iniziato ad essere centinaia, originari di paesi che andavano dal Cile al Perù, dall'Australia all'Iran", racconta Robert.
La loro presenza significa opportunità di lavoro per chi vive nel villaggio.
Attualmente sono in costruzione 15 nuove guesthouse. Secondo l'amministrazione locale inoltre sono stati comperati numerosi terreni e una decina di case.
“Vi è un boom nel paese, sono stati aperti molti cantieri” racconta Gayane Badalyan, 27 anni. “Mio marito è ora in Russia per lavorare. Ma, una volta rientrato non tornerà, ora c'è lavoro qui”.
Voskan Balyan, 62 anni, nel frattempo scommette sul suo amato fuoristrada di epoca sovietica Vilis (acronimo di Vladimir Ilyich Lenin e Iosip Stalin) per trasportare i turisti per 11 dollari in un tour nei villaggi vicini a Kalavan e nella cittadina di Dilijan. "Vi sono anche altre persone in paese a dare questo servizio, e così ogni famiglia, in qualche modo, guadagna qualcosa", racconta.
Voskan in passato pensava di lasciare il villaggio ma ora ha cambiato idea. Il villaggio, perlomeno, si sta ingrandendo.
Il progetto di Robert Ghukasyan di costruire un centro da 60.000 dollari per ospitare incontri tra archeologi e altri scienziati ha spinto anche il cinquantenne Alan Amirkhanyan - a capo dell'Acopian Center for the Environment, dell'Università americana dell'Armenia - a trasferirsi a Kalavan come “investimento” scientifico.
Allo stesso modo anche l'esperto di sviluppo rurale originario di Yerevan, Vahe Darbinyan, 28 anni, sta trasformando una delle case del villaggio in una guesthouse per ospitare dalle 8 alle 10 persone. "Credevo nel loro sogno ed ho deciso di prenderne parte", afferma di Time Land.
Lo stesso hanno fatto anche due cittadine statunitensi, Nina Roma Aghvanyan, 30 anni, e Lori Albandyan, 28 anni, a capo di un'organizzazione che apre librerie nell'Armenia rurale e in Karabakh. Programmano un'apertura anche a Kalavan.
Gayane intanto, madre di due bambini, si guadagna da vivere vendendo ai turisti una panna acida fatta in casa, formaggi, pane e conserve di albicocche, fragole e noci.
Sviluppo rurale
Tutte queste attività hanno smosso l'attenzione anche del governo armeno. Incapace sino ad ora di affrontare la disoccupazione cronica e lo spopolamento delle aree rurali ha puntato su Kalavan quale modello di ciò che potrebbe essere fatto.
Il primo ministro Karen Karapetyan ha promesso lo scorso agosto sostegno governativo per Time Land in un progetto di investimenti lungo un decennio. Un mese dopo ha assegnato a Robert Ghukasyan una "Medaglia di gratitudine" per i suoi sforzi a Kalavan.
Robert è convinto che a Kalavan si sia riusciti ad avere successo dove invece spesso i programmi di sviluppo governativi hanno fallito. “Noi non cambiamo le persone... non diciamo loro di iniziare ad imparare ad usare i computer o a parlare lingue straniere. Se avessimo fatto così avremmo fallito”.
Non tutti gli abitanti del villaggio hanno colto le opportunità date da Time Land aprendo guesthouse o fornendo servizi ai turisti. Robert ritiene che questo sia conseguenza o di una vita troppo passiva oppure della mancanza di risorse economiche adeguate.
Ma avverte, nel caso un qualsiasi oligarca armeno si interessasse della questione, che non si tratta di arricchirsi personalmente. “Il villaggio non accetta alcun investimento che miri all'arricchimento personale di qualcuno”, sottolinea.
I suoi prossimi piani sono di allargare l'iniziativa a Chambarak, cittadina di qualche migliaio di abitanti a circa 33 chilometri a sud-est da Kalavan. Non lontana dal confine con l'Azerbaijan ha subito a lungo dal punto di vista economico questa sua collocazione. Ma Robert continua deciso per la sua strada: “Dimostreremo che non esistono aree 'non interessanti'. Vi sono solo approcci non interessanti”.