Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha vinto una causa che aveva intentato contro lo stato armeno presso la Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) per la sua detenzione un decennio prima di andare al potere
(Pubblicato originariamente da OC Media il 18 gennaio)
Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan nel 2010 fece causa all'Armenia per il suo arresto e la sua condanna dopo la drammatica repressione avvenuta nel 2008 contro manifestanti antigovernativi.
In una sentenza del 18 gennaio, la CEDU ha ora stabilito che le autorità armene hanno violato i diritti di Pashinyan alla libertà di espressione, alla riunione pacifica e alla libertà e sicurezza. Pashinyan non ha chiesto alcun risarcimento materiale nel suo ricorso.
Lo stato è stato rappresentato nel caso da Yeghisheh Kirakosyan, che è stato nominato rappresentante dell'Armenia presso la CEDU proprio dal governo di Pashinyan nel 2018, dopo essere stato brevemente consigliere del primo ministro.
La sentenza è stata l'ultima di una serie di sentenze della CEDU contro l'Armenia sulla repressione del 2008 per numerose violazioni della Convenzione europea dei diritti umani.
Un giro di vite mortale contro l'opposizione
Pashinyan è stato arrestato nel luglio 2009 con l'accusa di aver tentato di "rovesciare l'ordine costituzionale". È stato condannato a sette anni di prigione, ma è stato rilasciato nel 2011 con una grazia in occasione del 20° anniversario dell'indipendenza dell'Armenia.
È stato condannato per il suo ruolo nel sostenere le proteste contro i risultati delle elezioni presidenziali del 2008, che videro Robert Kocharyan salire al potere. All'epoca, Pashinyan era un attivista dell'opposizione e il caporedattore di Haykakan Zhamanak (Armenian Times).
Le proteste vennero promosse a fine di febbraio dal primo presidente dell'Armenia, Levon Ter-Petrosyan, che perse contro Kocharyan in quelle che l'opposizione sostenne essere elezioni truccate.
Almeno dieci persone risultarono uccise, tra cui due agenti di polizia, quando le autorità dispersero con la forza le proteste il primo marzo 2008. Dopo essere salito al potere nel 2018, Pashinyan è tornato ad affrontare gli eventi del primo marzo. Nel luglio 2018, le autorità armene hanno presentato accuse contro Kocharyan e i suoi alleati sotto lo stesso articolo usato per arrestare Pashinyan nel 2009: tentativo di rovesciare l'ordine costituzionale.
Le accuse contro Kocharyan, che ora guida il più grande partito di opposizione, sono state respinte nel marzo 2021 dalla Corte costituzionale dell'Armenia.