Lo scorso 6 maggio le elezioni politiche in Armenia. La vittoria del Partito Repubblicano ha suscitato aspre contestazioni da parte dell'opposizione e non sono mancate perplessità anche internazionali in merito all'integrità del procedimento elettorale. I risultati

10/05/2012 -  Miren Stillitani

Lo scorso 6 maggio i cittadini armeni sono stati chiamati a rinnovare i 131 seggi del parlamento. Si tratta del primo appuntamento elettorale dopo le presidenziali del 2008, vinte dal Serzh Sarkysian, leader del Partito Repubblicano Armeno. Elezioni che diedero seguito a dure contestazioni dell'opposizione, che non ne riconobbe i risultati, e che culminarono in scontri tra manifestanti e polizia in cui morirono 10 persone.

La sfida politica si è tenuta fra nove partiti, ed il sette maggio la Commissione Elettorale Centrale di Yerevan ha reso noti i risultati ufficiali. La vittoria è andata al Partito Repubblicano Armeno del presidente Sarkysian, con il 44,41% dei voti, seguito dal 30,52% dei voti ottenuti dal partito alleato Armenia Prospera, guidato dal magnate Gagik Tsarukian. Terzo, con il 7% dei voti, il Congresso Nazionale Armeno, coalizione di opposizione rappresentata dall'ex presidente Levon Ter-Petrosian. Partiti quali Zharangutyun con il 5,79%, la Federazione Rivoluzionaria Armena con il 5,73% ed Orinats Yerkir con il 5,49% sono riusciti a superare la soglia di sbarramento prevista per far parte dell'assemblea, rispettivamente del 5% per i singoli partiti, e del 7% per le coalizioni.

Dati i pregressi violenti delle elezioni presidenziali del 2008, questo ultimo richiamo alle urne ha visto la presenza di più di 600 osservatori, di cui 300 designati dall'OSCE. Quest'ultima, pur avendo riconosciuto la natura pacifica del procedimento elettorale, ha altresì manifestato dubbi in merito all'integrità del suo svolgimento. “Le diverse parti in gioco sono troppo spesso venute meno agli obblighi imposti dalla legge, e troppo spesso le stesse commissioni elettorali non sono riuscite a farla rispettare”, ha dichiarato Francois-Xavier de Donnea, coordinatore speciale alla guida degli osservatori designati dall'OSCE, in un comunicato stampa rilasciato a seguito della pubblicazione dei risultati.

Agli organi di polizia sono inoltre pervenute le denunce degli osservatori nominati da Armenia Prospera e dal Congresso Nazionale Armeno, le quali hanno contestato la legittimità del processo elettorale e fatto riferimento ad episodi di doppio voto e compravendita di voti. I membri del Congresso Nazionale Armeno sono andati oltre, manifestando l'intenzione di contestare i risultati elettorali dinnanzi alla Corte Costituzionale, chiedendo che vengano dichiarati nulli.