E' autore di un'opera tanto fondamentale quanto atipica e pionieristica sull'Islam nei Balcani e di studi sulle confraternite mistiche musulmane. Alexandre Popović è morto a Parigi lo scorso primo ottobre. Le Courrier des Balkans racconta la sua opera
(Pubblicato originariamente su Le Courrier des Balkans il 5 ottobre 2014)
Del suo profilo d'emigrato jugoslavo - che sarebbe potuto essere un handicap e privarlo di ogni possibilità di carriera nel campo dell'orientalismo - Alexandre Popović ha saputo fare una risorsa, avendo il coraggio di abbandonare le strade frequentate dello studio dell'Islam classico e del mondo musulmano centrale per incamminarsi, rischiando di rimanere ai margini, lungo il sentiero allora poco segnato della ricerca sull'Islam ed i musulmani dei Balcani.
Nato a Belgrado nel 1931 in una famiglia originaria della Serbia occidentale, ha imparato il francese frequentando la scuola San Giuseppe dei frati gesuiti, dove suo padre insegnava. Alla fine del liceo, decise poi di dedicarsi a studi di filologia orientale (arabo, turco, persiano) presso uno dei celebri professori dell'epoca, Fehim Bajraktarević.
Riteneva infatti che questo tipo di formazione (come del resto lo sport, nel quale eccelleva) gli avrebbe permesso un giorno di uscire dalle restrizioni imposte dal nuovo regime comunista. Poco dopo aver ricevuto il duo diploma di laurea in effetti ebbe l'occasione di partire per Parigi, dove arrivò nel mese di novembre del 1954.
Si iscrisse alla Scuola di lingue orientali per ottenere un diploma di arabo letterale, guadagnandosi da vivere con piccoli lavoretti. Dedicò infine, con Charles Pellat, una tesi sulla rivolta di Zandj nell'Iraq del III/IX secolo, un argomento che scelse per dimostrare il carattere fantasioso delle interpretazioni marxiste dei fatti narrati. Nel 1967 divenne “collaboratore tecnico” di uno dei più grandi orientalisti francesi, Maxime Rodinson, incarico che tenne per un decennio.
Dall'Islam classico all'Islam periferico
E' nel corso di questo periodo che decise di dedicarsi ad un ambito rimasto sino ad allora praticamente vergine: l'Islam nel paese di cui era originario, la Jugoslavia, e in altri paesi balcanici.
All'inizio degli anni '70 pose le basi dei suoi futuri lavori in una serie di articoli. Fu anche autore di numerose relazioni che, da una parte, gli permisero di “apprendere il mestiere”, come amava dire lui stesso, dall'altra diedero ai ricercatori occidentali la possibilità di accedere alla letteratura specializzata in lingua serbo-croata.
A partire dal 1973 un seminario presso l'École pratique des Hautes Etudes, VI sezione (la futura École des Hautes Etudes en Sciences Sociales), intitolato “Storia moderna e contemporanea dei musulmani balcanici”, gli permise di analizzare e presentare una voluminosa documentazione che stava poco alla volta raccogliendo. Questo lavoro terminò nella scrittura di una Tesi di Stato (coordinata da Robert Mantran) pubblicato col titolo “L'Islam balcanico. I musulmani del sud-est europeo nel periodo post-ottomano” (Berlin-Wiesbaden, Otto Harrassowitz, 1986, 493 p.). Si tratta di un manuale ormai imprescindibile per chi si occupa di studi sulla storia dei musulmani dei Balcani.
Divenuto nel frattempo ricercatore del CNRC, iniziò ad interessarsi ad alcuni temi più specifici tra i quali: la letteratura dei musulmani dei Balcani (vi è a partire dal 1975 un seminario su questo tema presso l'Ecole Pratique des Hautes Etudes, VI sezione); i rapporti tra Islam e politica; la stampa legata al mondo musulmano; e soprattutto quella che viene chiamata la dervicherie, cioè lo studio delle confraternite mistiche musulmane (via lungo la quale verrà incoraggiato da Alexandre Bennigsen).
Ciononostante, parlare solo di quanto Alexandre Popović ha scritto non riesce a rendere la dimensione effettiva della sua attività. Infatti, dall'inizio degli anni '80 è, assieme ad altri (tra i quali Marc Gaborieau, Alexandre Bennigsen, Denis Lombard) all'origine della nascita in Francia di un gruppo di ricerca (“La trasmissione del sapere nel mondo musulmano periferico”) e di una rete internazionale dedicati al mondo musulmano “periferico” (con questo si intendono i paesi di seconda espansione dell'Islam, partito da paesi arabi, Iran, Turchia, molto più studiati sino ad allora). Ha inoltre editato per 10 anni la “Lettera d'informazione” di questo gruppo di ricerca ed è stato uno degli organizzatori e animatori (e uno dei responsabili di un'atmosfera distesa di convivialità) di numerosi incontri.
E' stato anche uno degli animatori della pubblicazione dei numerosi atti di queste conferenze. La maggior parte dedicate ad un tema a lui caro: lo studio delle confraternite mistiche musulmane. Incontri che hanno rappresentato rilevanti passi in avanti nella nostra conoscenza delle tarikat.
Alexandre Popović era direttore emerito di ricerca presso il CNRS francese e incaricato per le conferenze presso l’Ecole des hautes études et sciences sociales (EHESS) e l’École pratique des hautes études.
I suoi ultimi lavori erano dedicati alla magia nei Balcani.