Nella sezione appuntamenti dell'Osservatorio sui Balcani numerose proposte per organizzare in modo diverso le proprie vacanze. Dalla Carovana della Pace ai campi di animazione. Dal ripristino ambientale alla scoperta del fascino di Sarajevo.
Per molti ragazzini tedeschi, italiani o francesi i minareti della Bosnia Erzegovina hanno rappresentato il primo contatto con l'Islam, con una cultura radicalmente altra rispetto a quella nella quale erano cresciuti. E molti di loro hanno imparato a nuotare nelle insenature di mare protette dalle isole della costa dalmata. Questo prima della drammatica dissoluzione dell'allora Jugoslavia. Poi anni di assenza ai quali è seguito un lento riaffacciarsi dei turisti in quella che era stata la meta preferita di molti in Europa. Quando ancora si combatteva in Bosnia Erzegovina alcuni approfittavano dei prezzi stracciati per ritornare sulla costa croata. Dalla firma degli accordi di Dayton, che hanno messo fine nel 1995 alla guerra in Bosnia Erzegovina, si è verificato un lento ma progressivo aumento del flusso turistico. Poi un nuovo stallo: la crisi del Kossovo, i bombardamenti NATO sulla Serbia, le bombe sganciate dai caccia dell'Alleanza nelle acque dell'Adriatico.
Ora la costa dalmata ritorna ad essere molto frequentata. Solo in pochi si affacciano però sull'interno, nelle zone montuose e nelle pianure della Croazia, in Serbia o in Bosnia Erzegovina. Qualcosa sta però cambiando. "Mi saprebbe indicare la strada verso Sarajevo?". A chiederlo un signore sulla sessantina, con un inglese dal forte accento francese. E' appena sceso da un camper con la moglie. Poco più in là alcuni motociclisti tedeschi pranzano ad agnello e birra. Siamo a Knin, il caldo è torrido, la presenza di turisti una piacevole novità.
Se il turismo di massa è, nei Balcani, una caratteristica solo delle coste ed eccezione è stata per anni solo Medjugorje, meta di pellegrinaggi che non ha "chiuso" neppure se a pochi chilometri di distanza ci si prendeva a cannonate, in questi ultimi anni sono state molte le associazioni e le ONG che hanno proposto viaggi anche nel cuore del sud est Europa per scoprirne le risorse, per essere coscienti delle sue contraddizioni. Molte le proposte di viaggi solidali promossi anche dalla società civile italiana, segnale inequivocabile delle numerose relazioni che si sono create oltre Adriatico nel corso dei drammatici anni '90.
L'Associazione per la Pace propone ad esempio - oltre alla sua tradizionale Carovana della Pace, tour itinerante per conoscere i progetti di solidarietà più rilevanti promossi nell'area - un campo estivo a Mostar. L'obiettivo è quello di ricostruire un Monumento al partigiano distrutto durante la guerra che ha devastato e diviso la città. ISPIA -ACLI organizza invece, in diciannove località della Bosnia Erzegovina, del Kossovo e dell'Albania campi estivi di animazione per bambine e bambini e di supporto alle persone disabili. L'associazione 360° assieme all'associazione Sprofondo, in collaborazione con gli studenti universitari di Sarajevo, promuovono invece un viaggio alla scoperta della capitale bosniaca.
Sono solo alcune delle opportunità per organizzare in modo diverso le proprie vacanze. Osservatorio sui Balcani le ha raccolte e messe a disposizione dei propri lettori nella sezione appuntamenti riportando associazioni organizzatrici, recapiti, programma dei viaggi o dei campi di lavoro. Per chi invece preferisse viaggiare in modo più autonomo ma è comunque attirato dal sud est Europa rimandiamo al sito www.viaggiareibalcani.org, il primo sito sul turismo responsabile nell'Europa sud-orientale che sia stato realizzato in Italia. "Viaggiare i Balcani" non è solo un sito: è anche un progetto di formazione per operatori di turismo responsabile, una rete di referenti locali, un luogo di proposta per viaggi intelligenti.
Campi estivi e viaggi nei Balcani
Vai a www.viaggiareibalcani.it
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