Biljana Plavsic si dichiara colpevole rispetto ad alcune delle accuse che le vengono mosse dal Tribunale dell'Aja. Quali le reazioni a questa sua nuova resa di posizione?
"Sono colpevole", ha risposto Biljana Plavsic virtualmente presente all'Aja grazie ad una video-connessione dalll'aula di un tribunale in Serbia. Richard May, giudice presso il TPI, le aveva appena chiesto se si riteneva o meno colpevole di "persecuzione su base politica, etnica o religiosa".
La Plavsic ha ricoperto durante gli anni della guerra la carica di vice-presidente dell'autoproclamata Repubblica Serba di Bosnia e, dopo la firma degli Accordi di Dayton, ha ricoperto anche l'incarico di Presidentessa della neonata Republika Srpska. E' una degli imputati di più alto livello all'Aja. Dopo la fine della guerra ha guidato la rottura con Karadzic, rottura palesatasi in un contrasto tra Pale, villaggio sulle montagne che incombono su Sarajevo, per tutta la guerra paradossale capitale della Repubblica Serba di Bosnia e Banja Luka, città anch'essa dominata dai nazionalisti ma certamente più aperta ad un possibile cambiamento. La scelta, come lei stessa ha in seguito dichiarato, era stata fatta nella convinzione che il futuro per i serbi di Bosnia non potesse che passare attraverso un'alleanza con gli USA.
L'ex presidentessa della RS si era consegnata volontariamente al TPI dell'Aja il 10 gennaio dello scorso anno. Fino al mese di settembre di quest'anno aveva rilasciato dichiarazioni di non colpevolezza. Il 6 settembre del 2001 la Plavsic è stata accusata dal TPI di genocidio. Abbandonata l'Aja e rientrata in patria sotto sorveglianza e sotto promessa di collaborazione, garantita dal ministro della giustizia serbo Vladan Batic, la Plavsic si trova ora a Belgrado. L'ex leader serbo-bosniaco non ricopre però solo il ruolo di imputata. Potrebbe infatti rivelarsi uno dei più importanti testimoni per supportare la posizione dell'accusa contro Slobodan Milosevic.
Il mutamento nella strategia difensiva della Plavsic è legato alla firma, il 14 settembre scorso, di un Accordo col TPI in cui riconosce la colpevolezza per i crimini commessi in BiH. L'Accordo è stato pubblicato interamente dal quotidiano belgradese "Danas". Il testo consta di 12 punti in cui la Plavsic si dichiara colpevole - secondo l'art. 5 dello statuto del Tribunale internazionale - di persecuzioni su base religiosa, politica, e razziale. Accordo che però "non prevede la testimonianza della mia assistita in altri processi" ha reso noto il suo difensore Robert Pavic. Le sue parole sono state confermate dal portavoce dell'ufficio della procura, Florence Hartman.
Quest'ultimo ha proseguito affermando che "la Plavsic ha assunto una decisione molto coraggiosa che contribuisce sicuramente alla verità ed alla riconciliazione. E' la prima leader serbo-bosniaca ad ammettere i propri crimini e la propria responsabilità".
Numerose le reazioni in Serbia alla notizia che arriva dall'Aja. Natasa Kandic, presidentessa del "Fondo per i diritti umani" di Belgrado, ha scritto un commento sulla dichiarazione della Plavsic, che è stato pubblicato nella edizione odierna del quotidiano "Danas". Oltre ad accogliere con benevolenza l'accettazione di colpevolezza della Plavsic, Natasa Kandic considera che "il riconoscimento da parte di Biljana Plavsic apre la strada verso la pacificazione della gente e delle popolazioni confinanti e verso il ritorno della dignità umana delle vittime" ("Danas", 4 ottobre 2002). In fondo al testo la Kandic fa un lungo elenco di persecuzioni commesse nel 1992, di cui la Plavsic si è dichiarata colpevole. Tra i tanti crimini contro la popolazione musulmana e croata ci sono i noti campi di concentramento di Omarska, Keraterm e Trnopolje. La Kandic elenca dettagliatamente numerosi omicidi e distruzioni di moschee, chiese ed edifici appartenenti alla popolazione non serba.
Scrive la Kandic: "Con il riconoscimento della colpa la Plavsic ha accettato l'esistenza del diffuso e sistematico attacco ai civili, che i suoi atti erano presi sotto piena coscienza e quindi che ha avuto una piena intenzione nel commetterli, che il suo comportamento ha avuto una base politica, razziale e religiosa".
La Plavsic, al tempo docente di biologia, divenne famosa per le aperte dichiarazioni contro i matrimoni misti e sulla inferiorità, biologicamente dimostrabile, della popolazione musulmana, e che la pulizia etnica della popolazione non serba è un "fenomeno naturale".
Secondo quanto affermato da Florence Hartman, portavoce della procuratrice Carla del Ponte, non è certo che questa dichiarazione di colpevolezza verrà usata nel processo contro Milosevic. "Secondo le regole del tribunale non è possibile usare le prove di colpevolezza fornita da una persona contro un'altra persona" ha detto l'Hartman alla BBC ("Nezavisne Novine", 4 ottobre 2002).
Chi, invece, ha accolto freddamente il riconoscimento di colpevolezza della Plavsic sono stati i rappresentati della RS. Mirko Sarovic, per esempio, ha dichiarato che "Tutto ciò non riguarda il diritto e la giustizia. Si tratta di un classico negoziato dove con un riconoscimento di un punto dell'accusa vengono esclusi altri punti dell'accusa" Sarovic conclude dicendo che "la Plavsic è rimasta coerente con se stessa, per noi la sua decisione non è una sorpresa da lei potevamo aspettarci una cosa del genere".
Il primo ministro della RS, Mladen Ivanic, ha valutato che "la decisione della Plavsic di cambiare la dichiarazione precedente è una sua questione personale, tutti hanno il diritto di decidere le modalità con le quali difendersi davanti al tribunale dell'Aja. I processi dell'Aja sono processi alle persone e non alle istituzioni, o alle Entità o agli Stati e con ciò non credo che la sua dichiarazione possa avere qualche conseguenza per la Republika Srpska".
Ricordiamo infine che Biljana Plavsic per gli atti di persecuzioni e omicidio potrebbe essere condannata all'ergastolo.