Sarajevo, 6 aprile 2002
Preambolo
Le nostre società sono caratterizzate da un diffuso senso di paura nei confronti dell'altro, del diverso, dello straniero. Questa paura si alimenta giorno dopo giorno, anche grazie all'opera dei mass-media e su di essa si stanno costruendo in tutti i paesi dell'unione europea delle politiche spregiudicate di manipolazione del consenso.
In particolare si assiste ad una vera demonizzazione del mondo islamico e a una tendenza a giustificare, con la motivazione della lotta al terrorismo internazionale e della sicurezza, diffuse forme di violazione dei diritti umani anche nei paesi della UE, specie nei confronti degli stranieri.
È necessario invertire radicalmente questa tendenza, radicalmente contraria ai valori fondamentali della storia e della cultura europea, e reimpostare la politica dell'Unione riaffermando i valori della difesa dei diritti umani, della democrazia come partecipazione reale dei cittadini alla vita pubblica, alla difesa dei diritti delle minoranze sociali, religiose, culturali, linguistiche.
Le tematiche maggiormente prese in considerazione sono state due:
1. il processo di allargamento della UE ai paesi dell'est Europa
2. le politiche migratorie in Europa
1. Nella diversità di opinioni espresse dai partecipanti in merito alle modalità di superamento del muro di Schengen, l'intero gruppo di lavoro ha sottolineato come prioritari due aspetti:
1.1. La necessità che la UE modifiche in maniera sensibile i parametri adottati per la valutazione dell'allargamento agli altri paesi europei; parametri oggi troppo focalizzati sulla dimensione economica e troppo poco sul rispetto dei diritti umani. Questi ultimi, pure essendo tra i parametri oggi considerati, dovrebbero assumere un ruolo maggiore e prioritario;
1.2. Anche all'interno dei paesi della UE il sistema di tutela dei diritti umani va rivisto e rafforzato per essere in grado di fornire una protezione effettiva a gruppi sociali e fasce di popolazione che di fatto vengono facilmente escluse dalla tutela dei loro diritti, ovvero non hanno la possibilità di esercitarli in condizioni di libertà e dignità;
1.3. La ricchezza culturale espressa oggi dalle varie culture europee va difesa maggiormente dai rischi di una generale omologazione culturale. La promozione dell'interculturalità dovrebbe diventare un obiettivo politico e sociale fondamentale all'interno della UE, operando a più livelli; e' stato sottolineato in particolare l'aspetto educativo-scolastico e quello del sostegno a scambi tra i cittadini dei paesi europei (non solo da est verso ovest, ma anche da ovest verso est), che permettano di rafforzare delle reciproche conoscenze.
2. Le politiche dell'Unione europea sui temi delle migrazioni e del rispetto del diritto d'asilo dovrebbero basarsi sui seguenti capisaldi:
2.1. rispetto rigoroso dell'universalità dei diritti umani fondamentali, senza che svenga operata una distinzione pericolosa tra diritti dei cittadini e diritti dei migranti;
2.2. combattere la diffusa concezione dei migranti come semplice forza-lavoro o come merce;
2.3. garantire forme specifiche di tutela alle categorie più vulnerabili e bisognose di protezione quali i rifugiati, i minori e le donne;
2.4. rifiutare ogni forma di detenzione dei richiedenti asilo, nonché ogni forma di detenzione dei migranti che risulti discriminatoria e che trovi fondamento in norme penali diverse da quelle previste per i cittadini;
2.5. attuare delle politiche migratorie che consentano di accedere a dei canali effettivi per l'ingresso regolare nei paesi della UE; in tal modo si verrebbe a contrastare con efficacia il traffico internazionale di esseri umani, e la conseguente diffusione della clandestinità, che trova oggi suo principale alimento proprio nella sostanziale impraticabilità dei flussi di entrata attuati in tutti i paesi della UE;
2.6. facilitare forme di "migrazione circolare" in base alla quale le persone siano in grado di spostarsi e soggiornare con maggiore facilità e flessibilità rispetto alla situazione attuale in un paese europeo per motivi di studio, lavoro, formazione, etc. In tal modo si porrebbero le basi per un'accelerazione dei processi di integrazione dei paesi dell'Est Europa nella UE.
I temi delle migrazioni, della difesa dei diritti umani e della ridefinizione del concetto di cittadinanza europea evidenziano l'urgenza di rilanciare un percorso politico di trasformazione delle istituzioni comunitarie in una direzione maggiormente democratica e partecipativa. A tale compito sono chiamate ad operare in primo luogo le associazioni e le organizzazioni della società civile operanti nei paesi europei, sia all'interno che all'esterno della UE.
Sarajevo, 6 aprile 2002
Preambolo
Le nostre società sono caratterizzate da un diffuso senso di paura nei confronti dell'altro, del diverso, dello straniero. Questa paura si alimenta giorno dopo giorno, anche grazie all'opera dei mass-media e su di essa si stanno costruendo in tutti i paesi dell'unione europea delle politiche spregiudicate di manipolazione del consenso.
In particolare si assiste ad una vera demonizzazione del mondo islamico e a una tendenza a giustificare, con la motivazione della lotta al terrorismo internazionale e della sicurezza, diffuse forme di violazione dei diritti umani anche nei paesi della UE, specie nei confronti degli stranieri.
È necessario invertire radicalmente questa tendenza, radicalmente contraria ai valori fondamentali della storia e della cultura europea, e reimpostare la politica dell'Unione riaffermando i valori della difesa dei diritti umani, della democrazia come partecipazione reale dei cittadini alla vita pubblica, alla difesa dei diritti delle minoranze sociali, religiose, culturali, linguistiche.
Le tematiche maggiormente prese in considerazione sono state due:
1. il processo di allargamento della UE ai paesi dell'est Europa
2. le politiche migratorie in Europa
1. Nella diversità di opinioni espresse dai partecipanti in merito alle modalità di superamento del muro di Schengen, l'intero gruppo di lavoro ha sottolineato come prioritari due aspetti:
1.1. La necessità che la UE modifiche in maniera sensibile i parametri adottati per la valutazione dell'allargamento agli altri paesi europei; parametri oggi troppo focalizzati sulla dimensione economica e troppo poco sul rispetto dei diritti umani. Questi ultimi, pure essendo tra i parametri oggi considerati, dovrebbero assumere un ruolo maggiore e prioritario;
1.2. Anche all'interno dei paesi della UE il sistema di tutela dei diritti umani va rivisto e rafforzato per essere in grado di fornire una protezione effettiva a gruppi sociali e fasce di popolazione che di fatto vengono facilmente escluse dalla tutela dei loro diritti, ovvero non hanno la possibilità di esercitarli in condizioni di libertà e dignità;
1.3. La ricchezza culturale espressa oggi dalle varie culture europee va difesa maggiormente dai rischi di una generale omologazione culturale. La promozione dell'interculturalità dovrebbe diventare un obiettivo politico e sociale fondamentale all'interno della UE, operando a più livelli; e' stato sottolineato in particolare l'aspetto educativo-scolastico e quello del sostegno a scambi tra i cittadini dei paesi europei (non solo da est verso ovest, ma anche da ovest verso est), che permettano di rafforzare delle reciproche conoscenze.
2. Le politiche dell'Unione europea sui temi delle migrazioni e del rispetto del diritto d'asilo dovrebbero basarsi sui seguenti capisaldi:
2.1. rispetto rigoroso dell'universalità dei diritti umani fondamentali, senza che svenga operata una distinzione pericolosa tra diritti dei cittadini e diritti dei migranti;
2.2. combattere la diffusa concezione dei migranti come semplice forza-lavoro o come merce;
2.3. garantire forme specifiche di tutela alle categorie più vulnerabili e bisognose di protezione quali i rifugiati, i minori e le donne;
2.4. rifiutare ogni forma di detenzione dei richiedenti asilo, nonché ogni forma di detenzione dei migranti che risulti discriminatoria e che trovi fondamento in norme penali diverse da quelle previste per i cittadini;
2.5. attuare delle politiche migratorie che consentano di accedere a dei canali effettivi per l'ingresso regolare nei paesi della UE; in tal modo si verrebbe a contrastare con efficacia il traffico internazionale di esseri umani, e la conseguente diffusione della clandestinità, che trova oggi suo principale alimento proprio nella sostanziale impraticabilità dei flussi di entrata attuati in tutti i paesi della UE;
2.6. facilitare forme di "migrazione circolare" in base alla quale le persone siano in grado di spostarsi e soggiornare con maggiore facilità e flessibilità rispetto alla situazione attuale in un paese europeo per motivi di studio, lavoro, formazione, etc. In tal modo si porrebbero le basi per un'accelerazione dei processi di integrazione dei paesi dell'Est Europa nella UE.
I temi delle migrazioni, della difesa dei diritti umani e della ridefinizione del concetto di cittadinanza europea evidenziano l'urgenza di rilanciare un percorso politico di trasformazione delle istituzioni comunitarie in una direzione maggiormente democratica e partecipativa. A tale compito sono chiamate ad operare in primo luogo le associazioni e le organizzazioni della società civile operanti nei paesi europei, sia all'interno che all'esterno della UE.