Superare il nazionalismo ed il militarismo. Obiezione di coscienza. Servizio civile.
Sarajevo, 6 aprile 2002
Al termine del dibattito incentrato sulla relazione fra nazionalismo e militarismo e sul loro legame con l'obiezione di coscienza ed i problemi connessi all'esercizio del servizio civile, i partecipanti al IV gruppo di lavoro hanno individuato i seguenti punti cruciali.
La considerazione delle ferite profonde lasciate nei Balcani da 10 anni di guerra non deve essere limitata agli edifici danneggiati, alle infrastrutture e ad un'economia distrutta, ai milioni di sfollati, di morti e di persone scomparse. È importante considerare alla stessa stregua il danno arrecato ai valori umani di base (ed in particolare diritti umani, libertà e dignità) causato dal mutamento delle coscienze di chi, in un modo o nell'altro, è stato investito dalla guerra.
Pienamente coscienti del ruolo delle strutture militari e delle relazioni sociali di stampo patriarcale che ancora caratterizzano i Balcani, noi, rappresentanti della società civile:
Coscienti del nostro importante contributo al processo di umanizzazione della società, chiediamo di essere maggiormente coinvolti nel processo decisionale; in particolare nelle questioni riguardanti la politica interna ed estera e la difesa nei nostri paesi. Chiediamo un adeguamento completo agli standard internazionali sulla questione diritti umani ed il rispetto dei diritti e della dignità di tutti i cittadini.
Crediamo che le questioni relative alla difesa non debbano solo essere affrontate attraverso approcci di "alta politica", ma debbano essere anche affare di coloro i quali sono proprio i destinatari di tali strategie di difesa (che troppo spesso invece ne rappresentano solo l'oggetto o il mezzo).
Gli ultimi dieci anni ci hanno insegnato che i problemi relativi alla difesa possono essere affrontati con gli strumenti di risoluzione pacifica dei conflitti e non solo attraverso l'accrescimento della potenza militare di un paese.
Chiediamo un maggior sostegno politico e finanziario al fine di accrescere il coinvolgimento della società civile nei processi decisionali.
L'obiezione di coscienza è garantita come un diritto umano in diversi documenti internazionali: oltre a ciò noi chiediamo l'inserimento di tale diritto nei regolamenti costituzionali, anche nell'ottica di una nuova costituzione europea.
Crediamo che le nostre richieste siano in perfetta sintonia con i contenuti della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, laddove l'eguaglianza di diritti, la libertà di parola e di coscienza ne rappresentano i capisaldi.
Il diritto all'obiezione di coscienza può contribuire alla lotta contro il nazionalismo. Se facciamo in modo che la gente possa servire il proprio paese in maniera alternativa al servizio militare, daremo loro una chance per contribuire al soddisfacimento di differenti bisogni del paese, bisogni che sono comunque direttamente legati alle problematiche della difesa. Giorno dopo giorno, siamo sempre più convinti del fatto che insegnare ai giovani ad uccidere non debba rappresentare la strategia madre di difesa.