Un gemellaggio tra Legambiente e l'associazione ungherese NSC nato durante il viaggio che l'Osservatorio ha organizzato lungo il Danubio, dove Legambiente ha promosso la tappa di Budapest.
di Flora Contoli - Legambiente
Nei prossimi mesi, dieci membri della più grande associazione ambientalista ungherese National Society of Conservationists (NSC) saranno ospiti in Italia per condividere buone pratiche di lavoro tra ONG della "vecchia" e "nuova" Europa. La visita sarà organizzata da Legambiente, considerata come esempio di associazione ambientalista di successo, durerà una settimana e permetterà uno scambio di esperienze in ambito associazionistico tra realtà molto diverse fra loro.
A finanziare questa iniziativa il "Phare", programma di assistenza tecnico-finanziaria ai paesi dell'Europa centrale e orientale, che rappresenta il principale strumento di sostegno al processo di adesione all'Ue messo a disposizione dei dieci PECO (Paesi dell'Europa centrale ed orientale) e si configura come strumento precursore dei Fondi Strutturali nei confronti degli stessi paesi.
L'obiettivo principale del progetto è di incrementare le capacità della NSC fino a renderla soggetto guida nel processo di fondazione della politica ambientale in Ungheria.
I dieci ospiti ungheresi avranno modo di fare proprie tutte le conoscenze che Legambiente ha maturato negli anni rispetto a problemi come il reclutamento di soci e volontari, l'organizzazione delle campagne, la raccolta fondi sia da privati che da istituzioni, il rapporto con i mass-media, le relazioni con le autorità locali e nazionali e, non ultima, la capacità di coordinamento dei diversi livelli dell'associazione: gruppi locali, circoli regionali, direzione nazionale. Tutto questo anche per rispondere ad una serie di difficoltà che si prospettano con l'allargamento dell'Ue. Non solo per l'Ungheria.
Dal 1° maggio 2004 l'Unione europea comprenderà 25 Paesi con l' entrata nella Comunità di dieci nuovi membri, otto dei quali appartenenti all' Europa centro-orientale: Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Slovenia e, per l'appunto, Ungheria (gli altri due: Cipro e Malta). "Questo futuro allargamento vuole essere anche un ampliamento delle misure di protezione dell'ambiente", si afferma nel dossier della Commissione Europea : "Verso la sostenibilità". I paesi che entreranno a far parte dell'Ue ne devono, infatti, adottare anche la legislazione in materia ambientale. Ciò significa l'avere a che fare con leggi e standard più rigidi per la salvaguardia delle risorse naturali come acqua e aria, per la gestione dei rifiuti e delle aree protette. Ora che il capitolo negoziati per l'ingresso nella Comunità è concluso, entra, così, nel vivo il lavoro per mettersi al passo con i parametri europei, per il quale la Commissione Europea ha concordato delle misure e scadenze specifiche con ogni paese aderente.
Ma la vera sfida è duplice: non solo valorizzare i processi e le politiche di sostenibilità nate in seno all'Europa dei 15 con l'"adeguamento" di cui sopra ma, anche, sottolineare e mantenere le buone pratiche dei paesi PECO, come una mobilità ancora improntata prevalentemente al pubblico e basata sull'uso delle rotaie e un'agricoltura poco intensiva.Questo l'obiettivo della visita dei dieci ungheresi in Italia la cui importanza va ben al di là, dunque, del trasferimento di conoscenze tecnico-organizzative dalla trentennale esperienza italiana all'associazionismo ambientale ungherese che ha iniziato a svilupparsi solo da una decina di anni. Oltre ad essere un'opera di "gemellaggio, guida e scambi di informazioni", come indicato esplicitamente nel bando Phare, essa costituirà una delle prime azioni di reciproca conoscenza e condivisione di esperienze.
Più in particolare il progetto sarà articolato in tre diverse fasi: la visita in Italia dei dieci ungheresi membri dell'ONG ambientale ungherese NSC (che coinvolgerà il livello locale e regionale), la visita di due esperti italiani in Ungheria e uno stage per due membri dell'ONG ungherese per approfondire il lavoro dell'ufficio stampa e l'organizzazione delle campagne (a livello di coordinamento nazionale). A conclusione dell'iniziativa è in programma la pubblicazione di un libro nelle due lingue, italiano e ungherese, come strumento di condivisione e divulgazione dell'esperienza, per promuovere una vera integrazione tra le società civili della nuova Europa.
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